CONTATTI
 

 

 

 

Parrocchia di Cristo Re in Saiano
Via Castello 1
25050 Rodengo Saiano (BS)
Tel. 030 610712
 
Don Fulvio Ghilardi
 
Oratorio Beato Lodovico Pavoni
Via Castello 3
25050 Rodengo Saiano (BS)
Tel.030 610139
 
 Don Davide Corini
Don Rivadossi Franco   -  338 7119743
 
 
  
Zona Pastorale di appartenenzaSantuario della stella

XXIV - Zona suburbana II (Gussago) - del Santuario della Madonna della Stella 

Vicario Zonale:
2005 - 2010 Marini sac. Angelo , parroco di Saiano
2010 - 2015 Gaia sac. Luigi - parroco di Ome
2015 - 2020 Faita sac. Daniele - parroco di Cellatica

Rappresentante laico:
Zorzi Lorenzo

 

Parrocchie: 9
Presbiteri:
anno 2002 n. 26 di cui 2 religiosi
anno 2006 n. 27 di cui 3 religiosi

Abitanti:
anno 2002 n. 30.134
anno 2006 n. 30.65

Comunità religiose Maschili  n. 2
Comunità religiose Femminili n. 3

Parrocchia

anno
Abitanti
Parroco Vice Parroco Collaboratore/Diacono Residente
Cellatica
2002
4612
Lazzaroni Pietro Toninelli Massimo Bonometti Antonio / Delai Renzo  
 
2006
4906
Lazzaroni Pietro Toninelli Massimo    
 
 2010
 
Faita Daniele      
Civine
2002
187
Sottini Roberto      
 
2006
187
Gozio Angelo      
Gussago
2002
8350
Bonetta Antonio Peli Fabio    
 
2006
8350
Bonetta Antonio Gozio Angelo Rosina Giorgio Begni Redona Pier Virgilio / Baroni Angelo Ransenigo Carlo
 
 2009
 
Dabellani Adriano      
Ome
2002
3000
Facchi Giovanni Luigi Pini Lorenzo    
 
2006
3000
Gaia Luigi Pini Lorenzo   Borboni Ruggero
 
2015
 
Bianchi Luciano      
Padergnone
2002
1568
Forbice G. Pietro      
 
2006
1701
Forbice G. Pietro     Festa Federico
 
 2011
 
Lazzari Duilio      
Rodengo
2002
1523
Telch Simone Capone Nicola    
 
2006
1523
Telch Simone Capone Nicola Paderni Francesco Anelli Paolo / Codenotti Giovanni
 
2015
 
Telch Simone Toglia Benedetto Maria    
  2016   Toglia Benedetto Maria      
Ronco di Gussago
2002
1338
Cavalli Francesco      
 
2006
1338
Minelli Cesare      
Saiano
2002
4086
Marini Angelo La Spina Diego Bettenzana Giordano  
 
2006
4179
Marini Angelo Mariolini Emanuele   Anelli Paolo
 
2006
 
Marini Angelo Finazzi Renato    
 
2010
 
Marini Angelo  Finazzi Renato  Rivadossi Franco  
 
2015
 
Bianchi Luciano   Marini Angelo  Rivadossi Franco
  2016   Bianchi Luciano    Ovidio Vezzoli - Marini Angelo  Rivadossi Franco
  2017   Bianchi Luciano   Mauro Merigo - Marini Angelo Rivadossi Franco
  2021   Ghilardi Fulvio   Davide Corini Rivadossi Franco
Sale di Gussago
2002
5000
Bendotti Giacomo Baitelli Ugo    
 
2006
5000
Bendotti Giacomo Coraglia Jordan Tanfoglio Giuseppe  

 

 

VICARIATO TERRITORIALE   IV    Brescia città e hinterland

(10 Zone Pastorali: n° 23-24-25-26-27-28-29-30-31-32) Parrocchie n° 111 -  Abitanti n° 425.911


ZONE PASTORALI

XXIII Zona Suburbana I (Concesio) del Beato Papa Paolo VI

XXIV Zona Suburbana II (Gussago) del Santuario della Madonna della Stella

XXV Zona Suburbana III (Travagliato) di Santa Maria Crocifissa di Rosa XXVI

Zona Suburbana IV (Bagnolo Mella) della Visitazione di Maria

XXVII Zona Suburbana V (Rezzato) del Santuario della Madonna di Valverde

XXVIII Zona Urbana - Brescia Est della Madonna del Patrocinio

XXIX Zona Urbana - Brescia Nord di San Lodovico Pavoni

XXX Zona Urbana - Brescia Ovest della Beata Maria Maddalena Martinengo

XXXI Zona Urbana - Brescia Sud di San Giovanni Battista Piamarta

XXXII Zona Urbana - Brescia Centro Storico dei Santi Faustino e Giovita


PARROCCHIE AZZANO MELLA, BADIA, BAGNOLO MELLA, BEATO LUIGI PALAZZOLO, BERLINGHETTO, BERLINGO, BOLDENIGA, BORGO PONCARALE, BORGOSATOLLO, BOTTICINO MATTINA, BOTTICINO SERA, BOVEZZO, BUFFALORA, BUON PASTORE, CAINO, CAIONVICO, CAPODIMONTE, CAPRIANO DEL COLLE, CASAGLIA, CASTEGNATO, CASTELMELLA, CASTENEDOLO, CATTEDRALE, CELLATICA, CHIESANUOVA, CILIVERGHE, CIVINE, COLLEBEATO, CONCESIO, CONCESIO - SANT’ANDREA, CORTICELLE PIEVE, CORTINE DI NAVE, COSTALUNGA, COSTORIO, CRISTO RE, DELLO, DIVIN REDENTORE, FENILI BELASI, FIUMICELLO, FLERO, FOLZANO, FORNACI, GUSSAGO, IMMACOLATA (Pavoniani), MARIA MADRE DELLA CHIESA, MAZZANO, MOLINETTO, MOMPIANO, MURATELLO DI NAVE, NAVE, NOCE, OME, OSPEDALE CIVILE, OSPITALETTO, PADERGNONE, PADERNO FRANCIACORTA, PONCARALE, QUINZANELLO, REZZATO S. CARLO BORROMEO, REZZATO S. GIOVANNI BATTISTA, RODENGO, RONCADELLE, RONCO DI GUSSAGO, S. AFRA, S. AGATA, S. ALESSANDRO, S. ANGELA MERICI, S. ANNA, S. ANTONIO DI PADOVA, S. BARNABA, S. BARTOLOMEO, S. BENEDETTO ABATE, S. EUFEMIA DELLA FONTE, S. FRANCESCO DA PAOLA, S. GIACINTO (Lamarmora), S. GIACOMO, S. GIOVANNA ANTIDA, S. GIOVANNI BOSCO S. GIOVANNI EV., S. GOTTARDO, S. LORENZO, S. LUIGI GONZAGA, S. MARIA CROCIFISSA DI ROSA, S. MARIA DELLA VITTORIA, S. MARIA IN CALCHERA, S. MARIA IN SILVA, S. POLO, S. STEFANO, S. VIGILIO DI CONCESIO, SACRO CUORE DI GESU’, SAIANO, SALE DI GUSSAGO, SAN GALLO, SAN ZENO NAVIGLIO, SANTE B. CAPITANIO E V. GEROSA, SANTI FAUSTINO E GIOVITA, SANTI FRANCESCO E CHIARA, SANTI NAZARO E CELSO, SANTO SPIRITO, SS. TRINITA’, STOCCHETTA, STOCCHETTA (Missio cum cura animarum), TORBOLE, TRAVAGLIATO, URAGO MELLA, VILLAGGIO PREALPINO, VIL, VIOLINO, VIRLE TREPONTI, VOLTA BRESCIANA

 

 

SAIANO (in dial. Shaià, in lat. Saiani)

 

Origini           : XII -  XIV secolo

 

Chiese:


Parrocchiale : Cristo Re  (costr. 1930 ; cons. 1946)

CAP 25050  - RPG n. 223 del 20.07.1989

Codice Fiscale 80053760171

 

Fraz. dip.      : Corneto  (Titolare S. Teresa)

Altre Chiese

  1.  Chiesa dei Frati Minori
  2.  S. Giuseppe (suore S. Marta) :  Il 22 marzo 1924 veniva inaugurata dalle Suore di S. Marta una cappella e vi veniva benedetta e    posta la statua di S. Giuseppe. Nella cappella venne collocato un altare proveniente dalla villa Lechi in Valenca di Coccaglio.
  3. S. Teresa (fraz Corneto; Fenaroli)
  4. Chiesa della Trasfigurazione (ex parrocchiale) - ora Centro Culturale

Oratorio       : Beato Lodovico Pavoni (dal 19/12/2004) Ex San Giovanni Bosco

Ex Oratori

  1. S. Dionigi (1581) : Tralasciando la tradizione secondo la quale sarebbe stata fondata da Carlo Magno, la chiesa compare, come scrive P. Sevesi, in un istromento di locazione in data 19 giugno 1355, fra il priore del monastero di Rodengo e Ghidino q. Zanchis Bergamasco, in cui figura da testimonio il sac. Giovanni de Coffanis, beneficiato di S. Dionigi di Saiano. 
    L'atto notarile 6 febbraio 1461, rogito Stefano Larini, ricorda la chiesa di S. Dionigi, posta nel territorio di Saiano. Nella visita del Bollani (1567) la chiesa veniva aperta al culto solo la festa di S. Dionigi; nel 1581 gli atti della visita di S. Carlo B. attestano come l'oratorio minacciasse rovina e fosse in qualche parte già crollato, ordinando che "si risarcisca e debitamente si orni entro sei mesi, oppure si demolisca ed il materiale si usi per la chiesa parrocchiale, ciò che il Rev. Curato curerà di adempiere". 
    Venne in effetti restaurata e continuò ad essere officiata. 
    Nel 1658 il Faino la collocava nel territorio di Rodengo e nel 1696 il conte Camillo Medici donava alla chiesa le reliquie dei S.S. Martino, Illuminato, Giustino, Vittoria e Fortunato. Era ancora officiata nel 1771, anno nel quale in un inventario si legge: "L'oratorio di S. Dionigi con un quadro rappresentante il Santo, con tutto ciò che occorre per dir messa con campanile ed una campana". 
    Indemaniata dalla Repubblica giacobina e passata in proprietà dell'Ospedale Maggiore di Brescia fu trasformata in bottega. 
    Negli stessi anni venne posta l'iscrizione che ricorda la falsa fondazione di Carlo Magno.
  2. S. Antonio Abate (contrada Muraga 1567): Costruita probabilmente nel sec. XVI non era ancora completata all'epoca della visita del vescovo Bollani (1567) che ordinava di ornare l'altare di tutto il necessario, di fare il pavimento, d'imbiancare le pareti, di tenerlo chiuso per impedire l'ingresso agli animali, aggiungendovi altre prescrizioni. 
    Nel 1581 gli atti della visita di S. Carlo B. ripetevano ordini già dati e ne predisponevano di nuovi. 
    Nel 1598 il vescovo Marino Giorgi ordinava il recupero dei beni usurpati, i cui redditi dovevano essere utilizzati per il restauro e per la celebrazione almeno nei giorni festivi. 
    In caso che ciò non si fosse verificato entro un anno la chiesa doveva essere abbattuta, il materiale doveva essere utilizzato per la chiesa di S. Rocco e la campana doveva essere destinata alla parrocchia. 
    Ordini analoghi ripeteva il vescovo nella visita pastorale del 1611. 
    Rimasta ancora cadente nel 1621, la chiesa nel 1638 era scomparsa.
  3. S. Rocco (piedi Monte Berta 1513) : Sorgeva ai piedi della salita al monte Berta e presentava un'architettura elegante. Venne condotto a termine, come rivela la data che si legge nel soffitto, nel 1513. Nel 1567 il vescovo Bollani, ordinava che venisse collocata "la pala all'altare maggiore, di ornare l'altare di candellieri, croce, pallio, tovaglie, ecc.". Così pure all'altare della SS. Trinità, aggiungendo di dipingere il gradino. Aggiunse, il visitatore, di fare il pavimento e di tener chiusa la chiesa. Per conservare il culto dell'oratorio, Abramo Federici aveva fatto un legato di tre messe settimanali. Nel 1581, nella visita apostolica di S. Carlo Borromeo venne ordinato di ridurre gli altarini in forme più grandi, di mettere l'inferriata all'altare maggiore, imbiancare le pareti, chiudere la finestra al lato della facciata, riparare la finestra, dove vi era la campana, coprire le finestre con vetri ovvero con tela, fare il pavimento ed il soffitto. Nel 1621 era officiato dai padri del Terz'Ordine di S. Maria. Ad un legato di tre messe settimanali predisposto da Abramo Federici, altri se ne aggiunsero per testamento (2  luglio 1631) di Bernardino Caprioli di Brescia. La chiesa, che apparteneva al comune, veniva officiata da un rettore e venne dedicata anche a S. Nicola da Tolentino.  Veniva anche utilizzata per la dottrina delle donne.Agli inizi del '900 vi si celebrava una volta l'anno.
  4. S. Teresa o S. Maria (Villa Fenaroli 1648)
  5. S. Filippo Neri (1570-1686) : Eretta dai Padri della Pace che avevano a Saiano un luogo di villeggiatura venne costruita tra il 1670 e il 1686. Nel 1792 era officiata dai Padri solo l'estate. Soppressa la congregazione passò in mano di privati e nel 1854 era di patronato della famiglia Chinca.

 

Centro agricolo e in parte industriale della Franciacorta orientale. Comune autonomo fino al 1927 e poi unito a Rodengo formando il comune di Rodengo Saiano; parrocchia autonoma; si stende a 12 km. a NO di Brescia, in zona pianeggiante e collinare. È a 187 m. s.l.m., ed ha una superficie di kmq. 4,10. Le principali località sono: Castello, Delma (a m. 500 s.l.m.). Muraga, Corneto, Cantarana, Cobattola, Bettole.

 

ABITANTI (Saianesi): 870 nel 1493, 500 nel 1567 e nel 1573, 627 nel 1590, 800 nel 1610, 427 nel 1637, 545 nel 1658, 569 nel 1727, 670 nel 1736, 522 nel 1760, 570 nel 1775, 555 nel 1791 e nel 1805, 618 nel 1819, 619 nel 1835, 630 nel 1848, 679 nel 1858, 680 nel 1868, 630 nel 1876, 700 nel 1887, 815 nel 1898, 925 nel 1908, 1.007 nel 1913, 1.040 nel 1926; 1.116 nel 1939, 1.300 nel 1949, 2.000 nel 1963, 1.871 nel 1966, 2.297 nel 1971, 2.297 nel 1981, 2.550 nel 1991, 3.143 nel 1997.

 

Il nome viene ritenuto da qualcuno come un aggettivo derivato dal vocabolo "Seju" di origine etrusca e di incerto significato. Secondo altri il nome si riferirebbe ad un insediamento di Franchi "salii", popolazione di origine germanica, e indicherebbe "campi seminati", un complesso rurale della Franciacorta o aree rurali libere concesse ai monaci dell'abbazia di Rodengo. Per qualcun altro deriverebbe dal nome romano della famiglia Seiana (il nome Seius compare in una lapide trovata a Saiano e quello di Seia compare in altra lapide); secondo altri ancora da un supposto "fundus Sallianus dal gentilizio "Sellius". Tutto ciò indicherebbe un'origine romana. Su tale origine hanno scommesso scrittori come Gabriele Rosa, Cesare Cantù ecc. Il luogo è citato anche come Sachiani o Siano nel sec. XII, Sayano nel sec. XIII, Saiano in seguito. 

 

In località Bettola sul torrente Livorna vennero trovati nel 1970, nel corso di lavori stradali, i resti di un ponte romano e tombe di epoca incerta. Reperti analoghi vennero trovati in una località imprecisata fra Rodengo e Saiano. Presso la chiesa parrocchiale venne inoltre rinvenuta un'iscrizione funeraria di un "Secundus Strabo". Secondo P. Guerrini il territorio fu un fundus rustico di una famiglia romana nell'ambito della circoscrizione del "pagus" di Gussago, del quale costituì l'estrema parte occidentale, parallelo al vicino Valenzano appartenente al pagus di Bornato. Tuttavia il più antico documento che si abbia del castello è l'Istromento, 3 aprile 1019, rogito di Aldo notaio del sacro Palazzo alla presenza dei testimoni Giselberto, Wazo e Giraldo. Ermengarda Azzanelli, vedova Poncarali, così nell'Istromento, dona alcuni suoi beni con una cappella dentro e fuori il castello di Saiano al prete di Acqualunga D. Gerardo. L'atto notarile dice: «intra et extra castrum Saliani». Per Saliani si interpreta Saiano, e vi si scorge la modificazione del nome primitivo Seiano in Saliano, forse per imitazione di altre località come Sale di Gussago, Sale Marasino, ecc.


Probabilmente nel sec. X-XI sorse un castello o un recetto o un piccolo borgo fortificato a forma rettangolare di 120 m. x 80 m. circa poi recuperato in parte da una villa e del quale esisteva fino a qualche decennio fa parte del fossato che la cingeva. Nel castello venne eretta anche una cappella ufficiata da un sacerdote. A quanto afferma il Lechi fu di proprietà del vescovo e passò poi alla famiglia Turriceni e via via ai Bettoni Cazzago che eressero una bella villa, chiamata Villa Paolina. La villa fu poi dei Pirozzi, dei Giro, dei Manfredi e infine dei Bettoni. Dove esistono i resti della primitiva chiesa parrocchiale esistette una rocca o castello o meglio un largo fortificato con funzione di rifugio coincidente (su un'area di 120 x 80 metri) con l'isolato prospiciente la chiesa stessa e che il Da Lezze nel 1610 descrive come "una rocca cinta di mura con le fosse dove s'attrova la chiesa di S. Salvador".


Il Lechi scrive che la Rocca sorse forse "fra quegli edifici che prospettano l'odierna chiesa parrocchiale fra i quali vi è l'ingresso a mattina del castello e a sera della Villa Paolina". Sempre il Lechi sostiene che quanto alla "storia del castello non vi è molto da dire se non che esso ha seguito le sorti dei vicini castelli di Paderno e di Passirano". Ovviamente falsa la tradizione fissata in una lapide posta sull'ex chiesa di S. Dionigi di una sosta di Carlo Magno prima di occupare la Valcamonica. Presente soprattutto sul territorio la Badia di Leno che vi lasciò la sua impronta nel titolo del S. Salvatore dato alla chiesa o cappella primitiva di Saiano. A nome della Badia leonense vi esercitò predominio feudale la famiglia dei Capitani di Gambara, i potenti feudatari che nei secoli XII e XIII usurparono gran parte dei beni monastici di Leno nel territorio bresciano. Nel territorio fino al sec. XVI ebbe possedimenti anche la pieve di Bovegno.

Saiano sentì più tardi l'influenza del vicino monastero cluniacense e olivetano di Rodengo, al quale erano passati i beni fondiari della Badia di Leno in questo territorio ma, di fronte a Rodengo, Saiano mantenne sempre la sua indipendenza civile ed ecclesiastica come Comune. Fra le famiglie più antiche sono da segnalare quella dei Saiani che presero il nome del paese e quella dei Masperoni il cui capostipite fu un Pasino e già presente agli inizi del millennio. In un contratto monastico del febbraio 1192 che fa riferimento a Rodengo figura il primo saianese di cui si ha notizia: il "notaro" Ottone. Poi c'è un tale Cuppa, che nel 1201 ricevette l'investitura di un fondo ugualmente conventuale, ma di Santa Giulia, a Brescia. Alla primitiva Vicinia subentrò il Comune che risulta già costituito almeno nel sec. XIII.

In un documento del 16 dicembre 1280 il "comune et homines de Sayano" vengono infatti obbligati a concorrere alle spese di ricostruzione del Ponte Crotte sul Mella. Il castello fu al centro delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, nel 1439 fu devastato dal Piccinino; nel 1512 subì l'incursione dei Francesi. Il Da Lezze ricorda, nel 1610, che Saiano è «terra picciola con la rocca cinta di mura, con fosse, dove s'attrova come già s'è detto, la chiesa di S. Salvador, officiata da un prete, con entrada de 1.200 bresciane». Il comune (appartenente alla Quadra di Gussago e dal sec. XIX al mandamento di Rovato) è presente in documenti del 1491 per livelli di terre ed altri ancora per varie ragioni nel 1525, 1527, 1530 e 1532 . Per un certo periodo nel sec. XVI fu unito al comune di Rodengo.

In Saiano si andarono poi distinguendo oltre ai nob. Provaglio, i Martinengo, i Rodengo, i Violini (che con Lodovico Marco Antonio eressero nella chiesa parrocchiale nel 1606 il sepolcro), i Bettini, i Benaglio, ecc. Vi possedevano tra gli altri beni il Convento di S. Francesco di Brescia (1418, 1532, 1547).


Presente dal 1583 circa il "Monte di pietà de biave" e almeno dal 1598 il "Pio luogo della Carità" per confezionare e distribuire pane.

L'abitato nel 1610 contava 800 anime, di cui 157 utili.

Il rettore veneto ci offre nel Catastico altre interessanti informazioni: «Nobili Bresciani, li ss.ri Fenaroli, li ss.ri Rodenghi. Contadini principali gli Avosti con grossa entrata; li Violini, li Calzini, gli altri lavorano le terre. Chiesa della Madonna fuori della terra mezo miglio a mezo il monte detto de Berta oficiata ogni giorno da tre Padri dell'ordine di S. Giosef in Brescia. Nel territorio vi sono piò di terra n. 800 essendo la campagna fertile, che ogni piò è di valuta di 100 scudi. Sei molini di molte rode posti sopra la Seriola, che passa per la terra et è acqua sortiva di fontane di ragion de particolari. Et anco alcuni mercanti da biava, che la comprano per il territorio Bresciano, et la portano a Gardone. Quanto al governo fanno Consuli, Sindici et Massaro».

Devastatrice fu la peste del 1630 per cui la popolazione da 800 abitanti nel 1610 nel 1637 era ridotta a 427. Uno spaccato di vita saianese è negli scritti del Cocchetti che racconta come «nel 1726 a Saiano, Passirano, Bornato, Adro ed altre terre s'era formata una lega di malviventi, che rapivano donne, molestavano i paesi, ecc. Erano casi frequenti a quei tempi, sì che nel giugno 1723 usciva un ordine che obbligava le terre a mantenere delle guardie sui campanili onde fossero pronte a toccare a martello; molte terre avevano obbligo inoltre di far battere le strade da armati». Nei secoli XVI e specialmente nei seguenti XVII e XVIII la proprietà agraria passò in mano a famiglie nobili che costruirono ville e case di villeggiatura.


Anche il piccolo ma antico castello feudale venne poi trasformato nella VILLA PAOLINA della contessa Bettoni-Pirozzi che conteneva la vecchia chiesa parrocchiale.

Nascevano inoltre la VILLA FENAROLI a Corneto, edificata nel primo '700 ma radicalmente "rivista" alla fine dell'800 dall'architetto Antonio Tagliaferri, che disegnò la cancellata sulla strada e la casa del custode, secondo il gusto neo-barocco eclettico di quel periodo; la VILLA PROVAGLIO; VILLA MOLINARI del Seicento, ma ristrutturata in chiave neoclassica; CASA MONTICELLI, di fine Ottocento, ecc.

Nei secoli XVII-XVIII si aggiunsero alle famiglie segnalate quella dei Torriceni ai quali subentrarono i Bettoni, dei Soncini, dei De Micheli, dei conti Martinengo, dei nobili Provaglio ai quali si aggiunsero le distinte famiglie Agosti, Felicina, ora spenta, Antonelli, Ballerini, Benaglia, Borgondi, Bonoris, Borghetti, Mangano, Montini, Salvi, Vivenzi, Novali, Belleri, Gelfi, Chinca, Piotti, Ranieri, Contrini, Piardi, Rocca, Lumini, Ragnoli, Danesi e altre.


Lenta l'evoluzione sociale culturale del paese della quale fu un passo importante il richiamo da parte del vescovo in visita nel 1669 al rettore della chiesa di S. Maria degli Angeli, di dedicarsi all'istruzione dei fanciulli.

Nell'ex convento di Saiano venne aperta nel 1787 una specie di accademia nella quale gli alunni venivano istruiti nella grammatica, nelle lettere, nell'aritmetica e nell'agricoltura. Pochi anni dopo, nel 1792, l'arciprete don Palmerino Fattori comperava una casa presso la chiesa parrocchiale per sistemarvi la scuola, raccogliendo inoltre in un legato un capitale per il mantenimento del maestro, in quel tempo don Stefano Fattori, con la disposizione che mancando gli scolari, il frutto venisse dal parroco distribuito ai poveri.

Dal 1812 al 1816 il comune venne unito a quello di Rodengo, riacquistando poi la sua autonomia.

Il primo Risorgimento vide attivi assieme ad altri l'avv. Leonardo Mazzoldi che nel 1823-1826 venne dalla polizia austriaca inquisito e poi prosciolto per difetto di prove legali.

Echi vivi suscitò la morte, avvenuta il 31 marzo 1849 nell'ex convento di S. Maria, del ven. Lodovico Pavoni, che vi si era riparato con i suoi giovanetti durante l'infuriare dell'insurrezione delle Dieci Giornate.

Ad una spedizione dei Mille partecipò il saianese Stefano Antonelli (20 agosto 1841 - 24 aprile 1867) ferito a Calatafimi.

Più accelerato il ritmo dell'evoluzione sociale negli ultimi cento anni segnato dalla fondazione da parte del parroco don Giuseppe Garbelli dell'asilo infantile, la cui vicenda è raccontata da Rinetta Faroni nel libro "Cent'anni per i bambini".

Pur chiuso in secolari tradizioni, sulla fine dell'800 il paese contava un attivo gruppo di repubblicani.

Ma ancor più a Saiano prese vigore un Circolo della Franciacorta che nei primi decenni del secolo XX promosse iniziative di rilievo sul piano economico, logistico, culturale, ecc.

Nel 1919 il parroco don Salvi fondava la Cooperativa di Consumo "Le Famiglie" che nel 1920 veniva occupata dai fascisti, che poi ritorneranno alla carica con ancor più forti opposizioni nel 1929 imponendo la chiusura delle attività oratoriane e del teatro parrocchiale.

Negli ultimi anni di esistenza del Comune venne realizzato il parco delle Rimembranze (1923), veniva inaugurata contemporaneamente la sede del Fascio, si provvide all'ampliamento del Cimitero e alla costruzione di un acquedotto (1928).

Nel 1927 il comune veniva soppresso e unito a Rodengo sotto la denominazione di Rodengo Saiano.

Durante la seconda guerra mondiale il paese si riempì di sfollati e terribili momenti visse nei giorni della Liberazione specie nella notte tra il 26 e 27 aprile 1945 quando dieci ostaggi vennero fucilati dalle SS tedesche cui seguirono altrettanto dure rappresaglie partigiane.

Fra i personaggi di rilievo si deve contare Giovanni Battista Nazari, letterato ed erudito, autore di opere apprezzate.

Un pittore, Giacomo da Saiano è nominato nell'estimo della P quadra di S. Faustino.

 

ECONOMIA

L'economia fu quasi del tutto agricola. Una ricchezza era costituita specialmente dai boschi, particolarmente folti sui "Monti d'Elma".

Il Da Lezze nel 1610 sottolineava come la campagna fosse "fertile, ogni piò valutato 100 scudi".

Elencava 60 paia di buoi, 20 cavalli da soma, 18 carri.

Segnalava alcuni mercanti di "biave" fra il territorio bresciano e Gardone V.T.

Apprezzato il vino rosso già nel '500 e in seguito anche lo spumante. Nel 1615 Giulio Rodengo ne offriva tre zerle per il matrimonio di Ottavia Lana con Carlo Fisogni.


Vini, grani, gelsi sono i prodotti segnalati nell'800. Ma grande è la povertà essendo poche le proprietà in mano a poche famiglie.

A sollevare in parte l'economia venne incontro lo sviluppo della viticoltura che agli inizi del secolo ebbe nuovo incremento specie da quando nel settembre 1906 venne costituita, dal Consorzio Antifillosserico Bresciano, una delle tre Distillerie Agrarie Cooperative per la Franciacorta.

Ma già nella seconda metà dell'800 Saiano conobbe uno sviluppo artigianale.

Nel 1875 Egidio Novali apriva in Saiano una cereria e "stearineria" che verso il 1882-1883 si trasformava in uno stabilimento a vapore che nel 1889 e in seguito ebbe notevole sviluppo.

Nel 1917 si trasferiva con Livio Novali in piazzetta Vescovado a Brescia.

Un certo sollievo portò l'assunzione da parte della filanda Serlini di Ospitaletto di parecchie operaie anche di Saiano.

Nel tentativo di rallentare tale flusso don Salvi nell'ottobre 1909 apriva presso la Casa Operaia S. Giuseppe una scuola di cucito e di ricamo, in bianco, seta ed oro, affidandola poi alle Suore di S. Marta che ospitò un numero crescente di orfane oltre che operaie esterne fino a raggiungere il numero di una sessantina di operaie.

In seguito la Casa S. Giuseppe divenne una filiale del Calzificio di Roberto Ferrari che ingrandì il laboratorio che nel 1930 ospitava circa 200 operaie e si serviva del lavoro a domicilio di molte famiglie del luogo.

Di un certo rilievo anche il pastificio aperto da Egidio Pelizzari.

Negli anni '20 venne aperto anche uno sportello della Banca Piccolo Credito Bergamasco.

In frazione Delma esiste una delle non poche trattorie quale il Gallo, vecchia di 150 anni (ora chiusa).

L'11 aprile 1999 è stata inaugurata la Residenza per anziani "Tilde e Luigi Colosio" sita in via Biline in località Delma. 

 

http://www.enciclopediabresciana.it

 

 

ilcalvario

 

La chiesa dei frati Minori : Santa Maria degli Angeli
 

La chiesa sorge, con il convento, sulle pendici del monte Delma su una piccola altura che per l'esistenza (dal 1690) di una cappella modellata sulla basilica del Calvario di Gerusalemme venne perciò chiamata "il Calvario".

A E della chiesa e del convento si stende una fuga di collinette; a O il terreno degrada con piccole alture e in terre pianeggianti fino a Rovato.

Vi si accede per due vie: una, a sera, comoda e asfaltata, l'altra a SE che prosegue con una gradinata di 215 gradini in cemento costruita da p. Bartolomeo Balduzzi che ha fatto erigere anche una serie di 14 cappelline in stile gotico che accolgono una Via Crucis e finisce nell'ampia gradinata sulla quale si ergono la chiesa e il convento.

La chiesa venne costruita agli inizi del '500, come denotano le iscrizioni su una colonna ("Hoc opus f.f. MDX"), dal conte Scipione Provaglio che ne affidò il progetto al maestro Marco da Gandino.

Lo stesso conte Provaglio disponeva, con testamento del 16 marzo 1534, che venisse terminata, mettendola sotto il patronato perpetuo della sua famiglia e disponendo una dotazione di 20 scudi d'oro per la celebrazione perpetua di una S. Messa. Allo stesso conte si deve la costruzione della torre.

Alla morte del conte Scipione (13 giugno 1534) la costruzione continuò per intervento del nipote Camillo mentre gli altri coeredi Francesco, Battista, Lodovico si dimostrarono restii a continuarla obbligando l'11 marzo 1538 il podestà di Brescia a imporne la continuazione.

 Proseguita quest'ultima dai nobili Camillo e Cesare, la chiesa venne coperta il 22 agosto 1579 e terminata, sotto la sorveglianza del conte Cesare Provaglio che largheggiò in sovvenzioni, nel 1582.

Nonostante i circa cinquant'anni impiegati nella costruzione della chiesa (1534-1581 c.) come sottolinea Francesco De Leonardis «L'impianto architettonico di Santa Maria degli Angeli (così è anche titolata la chiesa) è particolarmente interessante, perché, nel nostro territorio, è un raro esempio di edificio rinascimentale a croce greca, di classico equilibrio nella disposizione dei volumi e di linee armoniose.

 All'esterno è preceduto da un portichetto a tre arcate, sostenute da due colonne in pietra grigia, rigonfie in basso e lavorate a fogliami (ricordano le colonne interne di Santa Maria dei Miracoli a Brescia), poggiate su due pilastrini finemente decorati con candelabri e motivi vegetali e con due tondi, al centro, raffiguranti i profeti.

L'interno - la decorazione moderna è alquanto ingenua - ha i bracci voltati a botte ed un'abside semicircolare, la cupola centrale è impostata su un alto tamburo, diviso da lesene. Sull'altar maggiore, è una pala tardo cinquecentesca di autore ignoto, ma di area bresciana, che raffigura la "Madonna con il Bambino e San Giovanni Battista contornata dagli angeli", si tratta di un dipinto vivace e piacevole che nasconde un affresco sottostante con la "Natività di Gesù"» ed una scritta che indica che fu restaurato nel 1890.

 

Affidata dapprima ad un cappellano per il quale venne costruita una piccola residenza con un orto adiacente, la chiesa venne con bolla di Sisto V del 20 maggio 1589 affidata ai Terziari Regolari di S. Francesco di S. Rocco alle Fornaci, i quali dalla bolla venivano autorizzati ad accettare la donazione, insieme con un appezzamento di terreno per costruirvi anche il convento: «unam dicti ordinis domum».

I Provaglio tuttavia dichiararono di conservare in perpetuo il giuspatronato sulla chiesa e sul convento, per cui i frati "in segno di tale ricognizione gli mandavano ogni anno alla Festa della Ceriola un candelotto da due lire".

Preso possesso nell'agosto 1589 i Terziari poterono usufruire del capitale predisposto dai Provaglio.

Risultando angusta l'abitazione dei Terziari, sotto la custodia del priore fra Stefano da Chiari, considerato il fondatore del convento venne posta la prima pietra di un nuovo convento che venne iniziato nel marzo 1590 grazie anche al sostegno del conte Cesare Maria Provaglio e per intervento particolare del tagliapietre Santo Salvi di Ome, dei muratori maestro Antonio di Bornato e del figlio Lelio o da parte di Francesco Bianco che nel febbraio 1598 terminavano la fabbrica.

Col tempo anche la chiesetta fu ingrandita e dipinta, come ne fa fede l'iscrizione interna all'ingresso: "Comes Caesar Provaleus hanc Ecclesiam in honorem Dei et SS. eius Matris instauravit et ornavit 1592".

Anche la moglie fece apporre sot to il dipinto della Madonna che sta sull'alzar maggiore le sue iniziali "O(ctavia) A(vogadra)" con l'anno 1590.

Notiamo che sul davanti a destra si legge anche la scritta: "Inst(auratum) Anno MDXC", da cui risulta evidente che quello è l'anno del restauro e pertanto il dipinto è molto più antico. Oltre l'altar maggiore con detta pala, vi erano due altari laterali, l'uno a sinistra dedicato a S. Francesco raffigurato in abito di Terziario Regolare e l'altro a destra con S. Antonio di Padova, tele scomparse.

 

Da parte loro i Terziari aggiunsero nel 1640, a loro spese, una piccola fabbrica, costruendo il cortile d'ingresso al convento a volta, sostenuto da otto colonne di pietra di Sarnico con capitelli dorici, ed il corridoio superiore a mattino della chiesa, che conduce nella stanza, che guarda ad est, a mezzogiorno ed a sera, presentando all'osservatorio tre splendidi panorami.

 Proprio in quella stanza morirà il 31 marzo 1849 il ven. Lodovico Pavoni.

 

A sostegno del convento non mancarono legati supportati da interventi anche del Terz'Ordine stesso.

In seguito alla soppressione dei Terziari Regolari, disposta da Innocenzo X con bolla del 15 ottobre 1652, il convento venne chiuso e i suoi beni passarono alla Repubblica Veneta per finanziare la guerra contro i turchi, mentre la chiesa rimaneva aperta al culto anche per interessamento dei Padri della Pace.

Dopo lunghe trattative con la Repubblica Veneta, la contessa Maddalena Avogadro vedova Provaglio, ricomperò il convento il 27 marzo 1669 e insieme col comune di Saiano iniziò le pratiche per introdurvi i Frati Minori dell'Osservanza con caloroso sostegno del Comune stesso. Così una piccola comunità di religiosi francescani con il Guardiano p. Giuseppe Maria da Gardone Riviera il 30 luglio 1671 ridava vita a quel centro di vita religiosa, al quale guardavano e confluivano molti fedeli dei dintorni. Si formò la nuova famiglia di 12 o 14 religiosi, 8 dei quali sacerdoti.

Ma negli anni seguenti aumentarono i religiosi ed i sacerdoti raggiunsero il numero di 10 come appare dal decreto vescovile di elevazione della Parrocchia di Saiano in chiesa Arcipretale.

Un'intricata questione sorse fra i conti Provaglio, questione che il 20 giugno 1672 si concluse con l'investitura dei Padri.

Anche l'altra questione circa la riduzione della messa quotidiana perpetua finì il 13 maggio 1686 con una convenzione.

 Dietro il convento, sulla cima di uno scoglio, i religiosi edificarono nel 1690 circa un'altra chiesina simile a quella eretta sul Calvario a Gerusalemme: da ciò venne il nome di "Calvario" dato al colle e al convento, come ancor oggi viene chiamato dalla gente.

 Essa doveva concludere l'itinerario della Via Crucis con le altre stazioni o cappellette lì d'attorno.

Ma in seguito, anziché costruirle qui, si preferì erigerle lungo la scorciatoia che sale al convento e alla chiesa, a cui si aggiunge, come già s'è detto, anche una scalinata di oltre 200 gradini per chi vuol salire a piedi, e una strada asfaltata per i mezzi celeri.

Sempre con l'intento di diffondere la devozione alla Passione e alla Morte del Redentore fin dal 1711 i religiosi costruirono nella chiesa accanto all'altare di S. Francesco un'edicola del S. Sepolcro con la scritta: "Vera S. Sepulchri Domini Nostri Jesu Christi Forma" e una pietra con la presunta impronta dei piedi di Gesù colla scritta: "Vera pedum D.N.J.C. forma - in Monte Oliveti impressa ab Ipso in sua Ascensione - 7 novembre 1711".

 Il convento accolse ordinariamente 15-17 frati, dieci dei quali sacerdoti. Senonché con la legge del l° giugno 1769 Venezia sopprimeva diversi conventi, tra questi anche Saiano, per cui il 7 settembre i frati dovettero andarsene.

Rivendicati i propri diritti, fra i quali la sorveglianza sull'obbligo della messa festiva, ne rientrarono in possesso i Provaglio, che nel 1791 lo vendettero a don Agostino Arrighini di Brescia (morto nel 1819). Della gestione della chiesa si fece garante lo stesso sacerdote che con un fratello sacerdote fece rivivere la vita religiosa del Calvario. Morto don Agostino il 9 aprile 1819 il complesso passò alle sue sorelle e nipoti e parenti e poi a Giuseppe Chinca, mentre la famiglia Provaglio rinunciava a tutti i diritti di giuspatronato.

Data l'impossibilità degli eredi di provvedere alla manutenzione e alla conservazione del complesso questi andò sempre più deteriorandosi disattendendo agli obblighi imposti dai legati.

L'esenzione il 18 settembre 1840 da oneri e obblighi da parte del vescovo di Brescia portò la chiesa e il convento il 12 febbraio 1841 nelle mani del canonico Lodovico Pavoni. Questi si impegnò a restaurare tutto il complesso e le adiacenze adibendolo a colonia agricola e all'assistenza ed educazione dei sordomuti. Poco dopo il Pavoni fabbricava la residenza del noviziato della sua congregazione ultimata nel novembre 1845. La rinascita del convento venne compromessa dalla morte, il 10 aprile 1849, del ven. Pavoni che vi si era rifugiato come già s'è detto negli ultimi giorni delle Dieci Giornate di Brescia.

 

Anche dopo la morte del Pavoni il Calvario continuò ad ospitare il noviziato della sua Congregazione assieme ai sordomuti come dimostra un raro opuscolo dal titolo «Esercizio pubblico sulle materie studiate nell'anno scolastico 1852 dagli alunni sordo-muti gratuitamente educati in Saiano dalla Congregazione dei Figli di Maria di Brescia [con l'elenco dei sordomuti educati]» (Brescia, tip. Pio Istituto 1852, pp. 30 in 8°).

Del resto la Congregazione pavoniana anche dopo la morte del fondatore conservò a Saiano le stesse prerogative della casa di S. Barnaba fino a quando con l'apertura l'8 dicembre 1855 della casa di Bussolengo divenne villeggiatura dei Figli di Maria.

Soppresse nel 1866 le Congregazioni religiose, gli ex componenti della Congregazione e specialmente p. Riviera riuscirono a conservarne le proprietà, attraverso l'intervento nel 1880 di p. Antonio Cottinelli mentre gli ex pavoniani attraverso p. Turelli ne mantennero l'amministrazione fino almeno al 1886 quando il convento ospitò l'Istituto degli Artigianelli fondato da mons. Pietro Capretti, il beato don Giovanni Piamarta e lo stesso p. Turelli. E ciò fino al 1895.

Dopo aver tentato di collocare una casa dei Frati Minori Francescani prima a Castegnato e poi a Villanuova sul Clisi un incontro fortuito del pavoniano p. Andrea Mazza con il francescano p. Antonelli li portarono a Saiano, nell'ex loro convento grazie alla decisione del Definitorio Provinciale del 15 settembre 1895.

 Ottenuta il 28 gennaio 1896 la concessione della Congregazione dei Religiosi, il 28 luglio 1897 veniva deciso il trasporto del Probandato o Collegio Serafico per le vocazioni dell'Ordine da Cividino a Saiano, che vi veniva inaugurato il 12 agosto 1897.

 Nel 1902 soprattutto per iniziativa del padre provinciale del tempo, il bresciano p. Ludovico Antonelli, oltre ad un generale restauro fu aggiunto al convento un nuovo grandioso edificio e una nuova Cappella, su disegno dell'architetto Ugo Zanchetta di Milano, dedicata a S. Antonio di Padova.

L'opera, che richiese imponenti lavori di sterro nella viva roccia, adibita poi nella costruzione, fu per la gran parte compiuta dai frati stessi fattisi muratori. Venne inaugurata il 31 gennaio 1933.

 I religiosi si affrettarono a rimettere in onore l'altare del S. Cuore, opera della ditta Nardini di Milano, a costruire la Grotta di Lourdes, a far rivivere nel 1899 la Congregazione del Terz'Ordine, la devozione a S. Elisabetta d'Ungheria (1903), a S. Lodovico di Francia le cui statue vennero collocate in nicchie create dall'intagliatore Rivetti di Rovato. Venne inoltre rimesso in onore il Presepio, la chiesa fu arricchita di paramenti.

Feste riuscitissime si tennero per il 50° della Definizione del Dogma dell'Immacolata (1904), del centenario della fondazione dell'Ordine Francescano (novembre 1909) e di altre significative circostanze.

Vissero, nel convento, religiosi esemplari fra i quali p. Bonaventura Ghitti di Borno, fra Cornelio Pisoni, fra Ildebrando Boifava. Luminosa la presenza nel convento di un giovane aspirante e poi novizio, Callisto Carmelo Pasini, in religione fra Tomaso, morto di spagnola nel 1918 in fama di santità.

 Il convento si arricchì inoltre di una consistente biblioteca.

 Nel 1926 venne terminato per iniziativa di p. Ermenegildo Bianchini e sotto la direzione di fra Vito Manti un nuovo grande fabbricato su due lati a porticato e con vasto cortile, grandi aule, terrazza, torricella ecc. destinati ad accogliere gli apostolini. Nell'ambito di un'"apoteosi francescana" nel centenario di S. Francesco, il 23 agosto 1926 veniva consacrata la chiesa di S. Maria degli Angeli.

Nel 1928 il Collegio ospitava più di 50 "fratini".

 Ristrutturato e ampliato, dal 1929 i fratini salirono a circa 200.

Il collegio-convento pubblicò per alcuni anni un mensile intitolato fratini di Saiano".

 Dal 1937 in poi il grande complesso ospitò il Collegio serafico per le missioni estere.

Nel 1982 noti pittori decorarono, per interessamento oltre che della Comunità francescana del poeta Piero Polesini, il corridoio grande del Convento con affreschi inaugurati l'8 dicembre.

 Nel 1985 il Convento ospitava per iniziativa di p. Eligio e di Mariolina Mazza "Mondo X", comunità di ex tossicodipendenti.

 In conclusione:
 
Splendida costruzione cinquecentesca, la Chiesa, anticamente nota con la denominazione di Santa Maria in Colle, fu costruita per volontà del nobile Scipione Provaglio sulla collina detta "del Calvario". In seguito allachiesa fu annesso un convento, compiuto nel 1599 e poi più volte ampliato e ristrutturato. La chiesa conserva un bel dipinto risalente alla fine del Cinquecento che raffigura la Vergine, il Bambino, Sna Giovanni etre Cherubini.

 

 
Poco discosto dalla chiesa sorge l'Oratorio del Calvario, eretto verso la fine del seicento in forme barocche: si notano all'interno due pregevoli dipinti su tela.
 
  
Ex Casa Filiale S.m. degli Angeli Fraternità Itinerante di Evangelizzazione (Comunità "Mondo X" )
Via Luca Pavoni 15
 

Appartenenza
ORDINE FRANCESCANO FRATI MINORI, o.f.m.
Fond. 1209
Fondatore: S. Francesco d'Assini (1182 - 1226)
Carisma: Conformità con Cristo nella povertà evangelica; apostolato della predicazione ai fedeli
e agli infedeli.

 
 

I frati minori a Saiano
I Frati Minori entrarono a Saiano nel 1670 e vi rimasero fino al 1769. In precedenza ilconventoerastato

abitato dai Terziari Regolari (1589-1656) mentre nel secolo scorsofu acquistato dal Ven. Ludovico Pavoni che dopo avervi collocato unacolonia agricola per sordomuti ed il Noviziato dellasua nascenteCongregazione dei Figli dell'Immacolata, mori santamente in questo luogo il 1° aprile1849.

 

 
 
La chiesa, dedicata a S. Maria degli Angeli, cosi come il primitivo convento, risale al XVI sec. ed e stata rinnovata dall'arte di P. Nazareno Panzeri: nel 1977 e stata arricchita di un pregevole portale ornato da formelle di bronzo, opera del medesimo artista.
 
Nel 1895 si iniziarono le pratiche per l'acquisto di Saiano dove si diede inizio al Collegio Serafico (12 agosto 1897). Nel 1898 con la nascita della Provincia di Lombardia, i fratini vennero portati ad Ornavasso e ritornarono a Saiano solo nel 1902. Da allora il Collegio fu in continua espansione per il sempre crescente numero di ragazzi che chiedevano di entrare nel nostro Ordine. La situazione logistica nel 1936 vedeva Saiano completo di tutte le strutture scolastiche e pedagogiche nonché della chiesa propria dei fratini dedicata a S. Antonio di Padova.
Due figure di frati esemplari, io credo debbano essere ricordate parlando del Collegio di Saiano: P. Giulio Cazzaniga e Fr. Salvatore Terni. Il primo fu il Rettore che per molti anni guido con sapienza schiere numerose di ragazzi che si aprivano alla vita ed alla vocazione. Il secondo per ben 35 anni (1906-1941) fu l'instancabile questuante che sostenne le opere dei fratini di Saiano bussando a tante porte ed a tanti cuori nel nome di S. Francesco.

Nel 1962 venne donato al Collegio il colle della Berta dove, oltre ai vigneti e ai frutteti, venne sistemato un campo da gioco. Nel 1964 si iniziarono i lavori per la portineria e per la direzione, che venivano a "fare chiostro" con il resto degli edifici. In questa nuova ala e stato sistemato un museo etnografico (1969) di grande interesse in collegamento col Segretariato Provinciale delle Missioni.
Con l'andare del tempo l'impostazione educativa del Collegio ando mutando e si passo da Seminario a Centro di Orientamento Vocazionale, a scuola privata, finché si giunse alla decisione di sospendere anche la scuola e si affido all'associazione Mondo X la grande struttura perché vi fondasse un centro di recupero per i drogati secondo le finalita sue proprie cosi come P. Eligio le ha delineate durante la sua lunga esperienza "nel pianeta Uomo". Cosi infatti si esprime il Capitolo del 1985: "Per il complesso Collegio-Convento di Saiano si attui in tempi ragionevolmente rapidi la cessione in forma di comodato all'Associazione MONDO X, con la presenza di una Comunita autonoma di Frati con luogo ad essa riservato ed ingresso proprio, e con possibilita di collaborazione concordata tra i rispettivi Responsabili". L'iter che ha portato la Provincia a compiere questo passo e stato lungo, a volte sofferto, ma la scelta, io credo, non e stata immatura.
 
Fonte: La breve storia del convento è stata tratta da FRATI MINORI DI  LOMBARDIA,
Materiale per cinquant'anni di storia,  Milano 1987 (pro manoscritto).
 
 
 

PADERGNONE
Padergnonis
Parrocchiale : San Rocco  (costr. ...... ; cons. ......)
Altre Chiese : Cristo Risorto

CAP  25050 - RPG n.  220 del 20.07.1989

RODENGO
Rotingi
Parrocchiale : San Nicola da Bari  (costr. ..... ; cons. .........)
Altre Chiese : S. Stanilao Kotzka (fraz Paradello, privata) S. Teresa D'Avila (Carmelitane)
CAP 25050 - RPG n. 222 del 20.07.1989
 
 
 
COMUNE DI RODENGO SAIANO
 

www.rodengosaiano.net

 

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Vita Comunale


La Parrocchia di Saiano è situata nel Comune di Rodengo Saiano
Stato:
Italia
Regione:
Lombardia
Provincia:
Brescia - distanza dal capoluogo 14 Km
Coordinate:
Latitudine: 45° 36′ 0′′ N
Longitudine: 10°7′ 0′′ E
Altitudine:
min 176 m s.l.m. - max 590 m s.l.m.
Superficie:
12,84 km²
Popolazione:
 
 
 
 
 
Anno

Data

rilevamento

Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale Numero Famiglie Media componenti per famiglia
1861   1459        
1901   2013        
1951   3427        
1981   4533        
1991   5259        
1997   6410     2365  
2000   7321     2841  
2001 31 dicembre 7.546 - - 2941 -
2002 31 dicembre 7.761 +215 +2,85% 2973 -
2003 31 dicembre 7.903 +142 +1,83% 2.985 2,60
2004 31 dicembre 7.995 +92 +1,16% 3.020 2,60
2005 31 dicembre 8.048 +53 +0,66% 3.055 2,59
2006 31 dicembre 8.145 +97 +1,21% 3.101 2,58
2007 31 dicembre 8.274 +129 +1,58% 3.198 2,56
2008 31 dicembre 8.460 +186 +2,25% 3.283 2,54
2009 31 dicembre 8.649 +189 +2,23% 3.399 2,51
2010 31 dicembre 8.858 +209 +2,42% 3.534 2,48
2011 (¹) 8 ottobre 8.998 +140 +1,58% 3.606 2,47
2011 (²) 9 ottobre 8.795 -203 -2,26% - -
2011 (³) 31 dicembre 8.839 -19 -0,21% 3.665 2,39
2012 31 dicembre 9.051 +212 +2,40% 3.749 2,39
2013 31 dicembre 9.372 +321 +3,55% 3.807 2,44
2014 31 dicembre 9.465 +93 +0,99% 3.864 2,43
2015 31 dicembre 9.504 +39 +0,41% 3.901 2.42
2016 31 dicembre 9.585 +81 +0,85% 3.947 2.41
2017 31 dicembre 9.707 +122 +1,27% 4.004 2.40
2018* 31 dicembre 9.695 -12 -0,12% 3.996,02 2,40
2019* 31 dicembre 9.750 +55 +0,57% 4.027,95 2,40
2020* 31 dicembre 9.753 +3 +0,03% (v) (v)
2021* 31 dicembre 9.797 +44 +0,45% (v) (v)
             
 
 
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
(³) la variazione assoluta e percentuale si riferiscono al confronto con i dati del 31 dicembre 2010.
(*) popolazione post-censimento
(v) dato in corso di validazione

La popolazione residente a Rodengo Saiano al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 8.795 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 8.998. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 203 unità (-2,26%).

Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione.

I grafici e le tabelle di questa pagina riportano i dati effettivamente registrati in Anagrafe.

  

 

Variazione percentuale della popolazione

Le variazioni annuali della popolazione di Rodengo Saiano espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Brescia e della regione Lombardia.

Variazione percentuale della popolazione Comune di Rodengo Saiano (BS)

 

 

 

La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2019. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

Anno Bilancio demografico Nascite Variaz. Decessi Variaz. Saldo
Naturale
2002 1 gennaio-31 dicembre 126 - 64 - +62
2003 1 gennaio-31 dicembre 109 -17 63 -1 +46
2004 1 gennaio-31 dicembre 103 -6 70 +7 +33
2005 1 gennaio-31 dicembre 89 -14 80 +10 +9
2006 1 gennaio-31 dicembre 104 +15 64 -16 +40
2007 1 gennaio-31 dicembre 104 0 65 +1 +39
2008 1 gennaio-31 dicembre 91 -13 63 -2 +28
2009 1 gennaio-31 dicembre 88 -3 85 +22 +3
2010 1 gennaio-31 dicembre 85 -3 60 -25 +25
2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 63 -22 60 0 +3
2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 22 -41 13 -47 +9
2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 85 0 73 +13 +12
2012 1 gennaio-31 dicembre 100 +15 54 -19 +46
2013 1 gennaio-31 dicembre 82 -18 77 +23 +5
2014 1 gennaio-31 dicembre 78 -4 62 -15 +16
2015 1 gennaio-31 dicembre 85 +7 69 +7 +16
2016 1 gennaio-31 dicembre 94 +9 76 +7 +18
2017 1 gennaio-31 dicembre 90 -4 66 -10 +24
2018* 1 gennaio-31 dicembre 95 +5 82 +16 +13
2019* 1 gennaio-31 dicembre 79 -16 82 0 -3
2020* 1 gennaio-31 dicembre 72 -7 130 +48 -58
2021* 1 gennaio-31 dicembre 69 -3 66 -64 +3
             
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.
(*) popolazione post-censimento

La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2014. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

 

 

 

La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2019. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

Anno
1 gen-31 dic
Iscritti Cancellati Saldo Migratorio con l'estero Saldo Migratorio totale
DA
altri comuni
DA
estero
per altri
motivi
(*)
PER
altri comuni
PER
estero
per altri
motivi
(*)
2002 296 43 3 186 1 2 +42 +153
2003 267 64 9 182 4 48 +60 +106
2004 255 29 6 222 7 2 +22 +59
2005 285 34 7 266 10 6 +24 +44
2006 301 41 12 273 11 13 +30 +57
2007 297 51 7 242 7 16 +44 +90
2008 341 50 2 228 6 1 +44 +158
2009 361 44 14 214 11 8 +33 +186
2010 397 51 8 255 4 13 +47 +184
2011 (¹) 324 30 1 209 2 7 +28 +137
2011 (²) 135 8 4 46 1 65 +7 +35
2011 (³) 459 38 5 255 3 72 +35 +172
2012 422 17 9 272 7 3 +10 +166
2013 352 24 219 236 22 21 +2 +316
2014 326 12 11 236 14 22 -2 +77
2015 310 21 10 284 11 23 +10 +23
2016 309 34 21 283 18 0 +16 +63
2017 380 41 8 263 29 39 +12 +98
2018* 348 35 17 319 12 13 +23 +56
2019* 359 46 3 325 27 1 +19 +55
2020* 324 14 3 298 33 3 -19 +7
2021* 337 31 3 302 24 6 +7 +39
                 
                 
(*) sono le iscrizioni/cancellazioni in Anagrafe dovute a rettifiche amministrative.
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.

(*) popolazione post-censimento

Numero abitazioni
2.862
Densità:
670 ab./km²
Frazioni:
Padergnone
Località:
Bettola - Bettolino - Cantarana - Castello - Colombaia - Corneto - Delma - Moie - Padergnone - Ponte Cingoli - Saiano - Muraga - Cobattola - Monticella - America - Berta
Comuni contigui:
Castegnato - Gussago - Monticelli Brusati - Ome - Paderno Franciacorta - Passirano -
CAP:
25050
Codice ISTAT:
017163
Codice catasto:
H477
Sezione ASL di Brescia:
distretto Socio-Sanitario n° 2 - Brescia Ovest
Nome abitanti:
saianesi - rodenghesi
Santo patrono:
San Nicola di Bari
Giorno festivo:
6 dicembre
Patrono Saiano:
Cristo Re - 25 Novembre
Giorno di mercato:
Mercoledì in Viale Europa  (posti alimentari n. 13 - non alimentari n. 21)
Numeri Utili:
Municipio: piazza Vighenzi, 2  -
tel. 0306817711 - fax 0302711554
Vigili urbani: Via Ponte Cingoli 16 - tel. 030611936
Biblioteca Comunale tel. 030.6810202 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Farmacia Comunale tel. 030 6810642 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
Scuole
Scuola dell'infanzia
Conosciuta anche come "Scuola Materna". Per bambini fino a 5 anni.
Anna e Maria Fenaroli Scuola Materna Paritaria
Piazza Don G.Garbelli 2 (Rodengo Saiano)
25050 Rodengo Saiano BS
Paritaria, autorizzata
BS1A27600P
tel 030 6810980
fax 030 6816595
 
Scuole primaria
È la "Scuola Elementare". Bambini da 5 a 11 anni. Ha una durata di cinque anni.
- I.C. Rodengo Saiano
Via S.Francesco d'Assisi2
25050 Rodengo Saiano BS
Scuola Statale
BSEE80901T
tel 030 6810374
Scuola Primaria di:
BSIC80900Q I.C. Rodengo Saiano - Rodengo-Saiano
www.icrodengosaiano.edu.it
 
- Casa San Giuseppe
Via Casa San Giuseppe 7 (Rodengo Saiano)
25050 Rodengo Saiano BS
Paritaria, parificata
BS1E01400G
tel 030 610113
fax 030 6812428
www.scuolacasasangiuseppe.it
 
 
Scuola secondaria di I grado
Conosciuta anche come "Scuola Media". Ragazzi da 11 a 14 anni. Ha una durata di tre anni.
I.C. Rodengo Saiano
Via Brescia 2
25050 Rodengo Saiano BS
Scuola Statale
BSMM80901R
tel 030 610100
Sezione associata di:
BSIC80900Q I.C. Rodengo Saiano - Rodengo-Saiano
 
Istituto comprensivo
Raggruppa Scuole dell'infanzia, Scuole Primarie e Scuole Secondarie di I grado.
I.C. Rodengo Saiano
Via Brescia 2 (Rodengo Saiano)
25050 Rodengo Saiano BS
Scuola Statale
BSIC80900Q
tel/fax 030 610191
c.f. 98092880172
Comprende le seguenti scuole:
BSEE80901T I.C. Rodengo Saiano - Rodengo-Saiano
BSMM80901R I.C. Rodengo Saiano - Rodengo-Saiano
Sindaco:
Ferrari Alessandro dal 1991
Ferrari Alessandro dal 1995
Ferrari Alessandro dal 1999
Ezio Zorzi  dal 14/06/2004
Giuseppe Andreoli dal 07/06/2009
Giuseppe Andreoli dal 25/05/2014
Salvatore Pasquariello commissario dal 03/08/2018
Luigi Caimi dal  dal 26/05/2019
Stefano Simeone commissario dal 03/06/2020
Rosa Vitale dal 04/10/2021
Documenti
Statuto
 

 

Cenni storici

Storia
Di qui passava la strada, già esistente in epoca preistorica, che usciva da Brescia a Ponte Crotte e, attraverso Gussago e Rodengo, raggiungeva Camignone, per biforcarsi poi nelle direzioni del lago d'Iseo e di Palazzolo-Bergamo. Molti i reperti d'epoca romana: un cippo miliare e diverse are funerarie e votive, oltre alle tracce (scomparse) di un ponte sulla Livorna in località Bettola. Divenne feudo forse anche prima della conquista carolingia: era di valvassori - sembra - la famiglia Rodengo, che trae nome dal luogo. Alla fine del sec. XI si costituì il priorato cluniacense, che estese rapidamente la propria influenza nella zona. Documenti del sec. XI attestano la presenza di un castello a Saiano, nel luogo della chiesa di San Salvatore. Nel 1199 Rodengo fu distrutto nel corso della guerra tra Brescia e Cremona. Il castello di Saiano fu coinvolto anch'esso nelle lotte tra guelfi e ghibellini; nel 1439 lo devastarono le truppe viscontee del Piccinino e nel 1512 vi passarono i francesi. Nel 1610, quando Saiano aveva 800 abitanti, Giovanni da Lezze nel suo Catastico ricorda il castello come "rocca cinta di mura", ancora valida. Ma la ricchezza era la terra fertile, che dava da girare alle molte ruote dei sei mulini posti sopra la Seriola. Rodengo e Saiano fecero comune insieme fin dal Medioevo, ma si separarono nel '500. Furono uniti ancora nel 1812-16 e la fusione definitiva risale al 1928. 
 

  

Origine del nome
Verrebbe dal nome di persona, di origine germanica, "Hroding". Compare come Raudingo e Rodingo in citazioni del sec. XI. Saiano deriva dal nome romano "Seius", che compare su una lapide trovata in zona, o, secondo altra ipotesi, da "Sellius".
  
 
L'origine del comune risale al 18 ottobre 1927 quando con Regio Decreto vennero unificati i due centri omonimi in un'unica minicipalità. Infatti, Rodengo e Saiano mantennero nel corso dei secoli una propria individualità, ad eccezione del periodo del Medioevo e negli anni 1812-1816, dovuta alla diversa origine. Saiano risale all'epoca romana, come storicamente attestato da un cippo funerario coevo rinvenuto in loco ed ora conservato al Museo di Santa Giulia di Brescia, mentre Rodengo è di origine longobarda, come risulta da una carta topografica datata 910 d.C.

 

storia e arte

Il primo nucleo abitato si sviluppò in epoca medioevale attorno al castello di Saiano. La strada romana, che seguendo il pedemonte congiungeva Brescia (Ponte Grotte) con la Spina di Erbusco (e poi con Bergamo e Milano) aveva il più importante presidio a Ponte Cingoli, difeso dall'alto dall'imponente complesso militare della Rocca. Sull'area dell'attuale Abbazia sorgeva un "castrum", accampamento militare fisso, con edifici in muratura e, scoperta recentissima, con un tempio.
Con le invasioni barbariche dapprima si insediano i Goti, poi arrivano i Longobardi che si insediano sulla Rocca, che ampliano oltre le mura romane. Narra la leggenda che Carlo Magno dovette fermarsi a Ponte Cingoli nell'inverno del 774 e che, non potendo esauidire il voto di celebrare il Natale nella Chiesa di San Dionigi ad Aquisgrana, avrebbe fatto erigerelì una chiesa dedicata al Santo Vescovo francese batezzando la zona "piccola Francia", dal quale deriverebbe il termine Franciacorta.
Centinaia di sepolture di epoca alto medioevale fanno pensare invece ad un lungo assedio, con battaglie cruente e centinaia di morti fra i Franchi.
Carlo Magno conquisterà Brescia nella primavera successiva, ma dovrà tornare in Italia due anni dopo, e fra i suoi obiettivi ci sarà anche la distruzione definitiva della Rocca dove si erano nuovamente asserragliati i ribelli Longobardi e quelli Goti. Con la vittoria di Carlo Magno arrivano numerosi coloni francesi che si concentrano soprattutto a Saiano professando la "lex salica". Da qui Saliani, Saiani e dunque il termine Saiano.
Essi convivono con Goti e Longobardi, Latini e Cenomani, che continuano a professare antiche religioni rispettando cnsuetudini levali che ritroviamo intatt nel 1066, quando a Rodengo arrivano i monaci benedettini francesi di Cluny, che già avevano realizzato una solida base a Pontida. Per 700 anni sono i monaci a segnare la storia del paese. La Seriola Molinaria e il Gandovere sono all'origine del nome del borgodi Rodengo: Rotingo e Rotenchello sono nomi legati ai mulini che sorgevano a decine lungo i due corsi d'acqua. La Seriola Molinara è tuttora proprietà dell'Ospedale Civile che eredita tutti i beni dell'Abbazia per Decreto Napoleonico e che deve tanta parte delle sue strutture proprio ai beni dell'Abbazia, non ancora del tutto venduti.
Documenti del sec. XI attestano la presenza di un castello a Saiano, nel luogo della chiesa di San Salvatore. Nel 1199 Rodengo fu distrutto nel corso della guerra tra Brescia e Cremona. Il castello di Saiano fu coinvolto anch'esso nelle lotte tra guelfi e ghibellini; nel 1439 lo devastarono le truppe viscontee del Piccinino e nel 1512 vi passarono i francesi. Nel 1610, quando Saiano aveva 800 abitanti, Giovanni da Lezze nel suo Catastico ricorda il castello come "rocca cinta di mura", ancora valida.
Tutti i più grandi artisti bresciani (Foppa, Romanino, Gambara, fra i tanti) hanno lasciato testimonianze grandiose a Rodengo. Purtroppo è andato disperso gran parte del patrimonio librario, di manufatti e di mobili dell'Abbazia, che nel 700 contava fino a 70 fra monaci e conversi. Lo stesso Padre Lodovico Pavoni, figura risorgimentale di spicco e fondatore della "Pavoniana" vive l'ultimo periodo della sua vita e muore a Saiano nel Convento dei Francescani, noto come "Calvario" e voluto dalla famiglia Provagli per un voto.
Tra gli edifici civili degni di nota ricordiamo la medioevale Villa Masperoni, caratterizzata da tre bei portali in pietra bugnata e da otto arcate di un portico mai ultimato; villa Maria in stile neogotico, Villa Molinari e Villa Fenaroli a Corneto, posizionata a metà collina in una splendida conca che presenta il tipico schema architettonico bresciano con il corpo centrale alto rispetto alle due ali laterali più basse.

 

 
 
economia e territorio

L'economia di Rodengo è stata improntata fino agli inizi del novecento ad un'attività prettamente agricola caratterizzata soprattutto dalla coltivazione della vite e del mais e dall'allevamento del bestiame. Nel corso degli ultimi decenni si è assistito ad un progressivo aumento delle attività artigianali, industriali e del terziario avanzato, favorite soprattutto dall'ottima rete viaria di collegamento con Brescia e l'autostrada.

  

  
il parco delle colline

I centri storici attorno ai quali si è sviluppato anche l'abitato moderno sorgono nella porzione pianeggiante del territorio comunale, addossati alla catena di rilievi collinari che chiude il comune a nord. Questa porzione di territorio, nettamente divisa dall'avvallamento in cui scorre il torrente Gandovere, include il nucleo storico di origine militare della Rocca a est e i complessi architettonici di Villa Fenaroli e Cascina di Berta a ovest. Nella fascia pedecollinare si sviluppano ampie zone agricole tuttora coltivate a vigneto e in porzioni ormai limitatissime a frutteto. Lungo i crinali delle colline si sviluppa un'importante serie di appostamenti venatori fissi.
Tutto ciò costituisce un complesso di pregevoli caratteristiche storiche, culturali ed economiche che fanno delle colline di Rodengo Saiano un elemento di rilievo all'interno del Parco delle Colline di Brescia.
Alcuni degli interventi in previsione per il periodo a venire riguardano la ristrutturazione della ex-Cascina Damiani nei pressi di ponte Cingoli, con la realizzazione di un uliveto e di un frantoio, per il recupero di questa antica attività agraria, ed il ripristino completo della porzione del Sentiero della Franciacorta (intinerario di interesse provinciale) incluso nel Comune, che percorre le creste collinari da oriente ad occidente.
 
 
 
 

 

Cenni Artistici

  

 
Abbazia olivetana di San Nicola
 
 
 
a Rodengo - Un priorato cluniacense originariamente dedicato a San Pietro sorse alla fine del sec. XI, ma nulla ne resta. Nel 1446 papa Eugenio IV assegnava il monastero agli Olivetani. Entro il secolo erano probabilmente completati i chiostri: più antico quello occidentale; di fine '400 il meridionale; rifatto nel 1560-70 (a causa dell'ampliamento dei piani superiori) quello attiguo alla chiesa. In questa fase fu completato e decorato anche il grande refettorio. Nel 1496 entrò nel monastero fra Raffaele da Brescia, al secolo l'intarsiatore Roberto da Marone, autore del leggìo - eseguito su cartoni del Romanino - oggi custodito nella Pinacoteca Tosio-Martinengo a Brescia. Sono invece di Cristoforo Rocchi (1480) le tarsie del coro. Intorno al 1538 Romanino fu chiamato ad affrescare i chiostri. Poi Gambara affrescò l'atrio del refettorio. Nel 1588 Pietro da Marone lavorò nei chiostri e nei corridoi e nel 1608 Grazio Cossali dipinse nel refettorio. Nella chiesa è la tela del Moretto coi Santi Pietro e Paolo. Il convento riprese vita dal 1969 col ritorno degli Olivetani.
 
 
 
 
 
 
 

Monastero sul colle Calvario

 
 
a Saiano - Qui nell'800 il venerabile Lodovico Pavoni acquistò un edificio religioso costruito nel 1534 (ne resta la chiesa) e vi avviò la propria opera educativa. Nel 1897 l'edificio fu acquistato dai Frati minori e nel 1902 divenne sede del Collegio serafico missionario.
 
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 Palazzo Masperoni
 
a Rodengo - a Padergnone, del '600, poco distante da Ponte Cingoli, con portale ad arco bugnato e un portico ad archi su colonne.
 
 
 
 
 
  
Villa Molinari
 
 
 
del '600 ma ristrutturata in chiave neoclassica.
  

 

 

 
 
 
 
Villa Maria
costruita in stile neogotico.

 

 
 
 
 
 
 Villa Fenaroli
a Saiano - a Corneto, edificata nel primo '700 ma radicalmente "rivista alla fine dell'800 dall'architetto Antonio Tagliaferri secondo il gusto neo-barocco eclettico di quel periodo.
 
 
S. TERESA, poi S. MARIA, poi S. ANNA e S. MARIA. 

Costruita dalla famiglia Fenaroli accanto alla loro villa di Corneto esisteva già nel 1648. 

Nella pala dell'altare assieme a S. Teresa figuravano i S.S. Filippo, Ignazio, Francesco e Isidoro. 

Aveva un cappellano e gli atti delle visite pastorali la registrano in perfetto ordine. 

Nel 1731 veniva concesso il confessionale; nel 1732 la custodia del SS. Sacramento. 

Restaurata, più volte e specialmente agli inizi del '900 e "tenuta con grande decoro". P. Paolo Sevesi nel 1918 così ne diceva: "Nei quattro angoli sono in venerazione, presso il presbitero, le statue di Maria Immacolata e di S. Giuseppe, presso la porta d'ingresso, le statue in pietra di S. Anna e di S. Giovanni Battista. 

Vi è di speciale l'altare tutto di marmo, con tabernacolo riccamente lavorato e con balaustre di marmo bianco grigio finemente lavorato". 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa Monticelli
a Saiano - sulla strada tra Brescia e Iseo, di fine '800, con richiami all'immagine di un castello romanico.
  


 
 
 
 
 

Cascina Monticella: una storia di arte, candele e decadenza a Rodengo Saiano

di Marco Tiraboschi
Tra uno svincolo e la tangenziale sta un curioso, cadente, vecchio edificio grigio sormontato da due torri di gusto neo-gotico. Era il 1641...
 
Nel territorio di Rodengo Saiano, incastrato tra uno svincolo e la tangenziale, sta un curioso, cadente, vecchio edificio grigio sormontato da due torri di gusto neo-gotico. Si chiama cascina Monticella: tra il grottesco e il ridicolo sta lì, fuori luogo, una casa da «famiglia Addams» sbilenca in mezzo agli squallidi cubi di cemento della zona artigianale, ma della sua storia c'è tanto da raccontare.
 

Tutto, per noi, comincia nel 1641, quando la struttura risulta essere di proprietà del grande pittore Ottavio Amigoni. Nato nel 1606 inizialmente lavora come speziale, una specie di farmacista, nella bottega del padre, poi apprende l'arte pittorica viaggiando parecchio, cosa inusuale per l'epoca. Nei suoi viaggi visita la Liguria, l'Emilia, Milano, Mantova e la Svizzera. Ispirato da grandi maestri come il Veronese e Procaccini e dallo studio degli artisti locali, sviluppa uno stile caratterizzato da figure

monumentali, colori vivaci e dall'uso magistrale della lumeggiatura, che gli permette di creare stupefacenti effetti di luce. La sua pittura rappresenta una transizione tra manierismo e barocco.

Amigoni, di fatto, ricopre la scomoda posizione di artista dell'epoca di mezzo che, nel quarto decennio del '600, l'epoca de la Monticella, raggiunge l'apice della sua arte. Sono dei capolavori l'«Ultima cena» di Quinzano d'Oglio, la «Madonna con bambino» conservato nella chiesa di San Rocco a Zone e «I misteri del Rosario» a Verolanuova. Così la nostra vecchia casa si ricopre di affreschi dell'artista che la impreziosiscono, la rendono opera d'arte e atelier di lavoro e sono ancora tutti da scoprire. Dopo più di un secolo la Monticella è ancora presente nel catasto napoleonico redatto tra 1807 e 1854 ed è definita «casa da massaro».


La masseria era casa colonica destinata all'uso agricolo e all' allevamento, ma, nel caso fosse di proprietà di una potente famiglia, poteva essere fortificata, dotata di torri e raffinati decori, come nel nostro caso. Nel 1875, nella raffinata masseria, Egidio Novali avvia un' attività che oggi suona bizzarra e lontana: una cereria, una produzione di cera e candele che utilizza la stearina, una sostanza all'avanguardia derivata dal grasso animale o vegetale. Le candele erano tra i pochi sistemi di illuminazione nelle buie notti prima che l'elettricità rischiarasse il mondo, quindi era molto richiesta una manifattura di qualità.

Il furbo Novali, come risulta dai documenti dell'epoca, elargiva regolarmente sostanziose donazioni alle parrocchie del circondario, evidentemente come riconoscenza ai propri clienti. Nel 1882 meccanizza la propria produzione introducendo la prima macchina a vapore della Franciacorta, come recita l'annuario agricolo del 1882: «Il signor Novali Egidio esercita nel Comune di Sajano un'altra fabbrica di candele di cera nella quale lavorano 4 operai maschi adulti col sussidio di un motore a vapore della forza di 3 cavalli».

In un altro documento si riporta la produzione di 11.000 kg di cera ogni anno. Così la Monticella supera anche il XIX secolo per ospitare, nel '900 delle case popolari. Qui venti famiglie di Rodengo hanno residenza fino agli anni '50, si incrociano storie, ricordi. Poi l'abbandono e la decadenza, il tentativo bloccato di raderla al suolo e, oggi, il degrado: gli affreschi ricoperti di graffiti, le finestre cieche orbite vuote, in attesa, che un giorno, la Monticella ritorni a vivere.

fonte : www.bresciaoggi.it  9/11/2023

 
 
 
 
 
 
 
 
  • PERIODO      ROMANO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Cippo con epigrafe romana (ora c/o i Civici Musei d’Arte e   Storia di Brescia)

Loc. Ponte Cingoli

Cippo militare (327 – 328 d. C.)

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Iscrizione funeraria di Quintia Macrina (ora c/o i Civici   Musei d’Arte e Storia di Brescia)

Padergnone

Iscrizione funeraria di Secundus Strabus (ora c/o i Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia)

Loc. Saiano (chiesa parrocchiale)

Rinvenimento fortuito del 1956 di base onoraria

Loc. Ponte Cingoli

Rinvenimento fortuito del 1970 di tombe romane

Loc. Bettole di Saiano

Materiali ceramici (sec. I a. C.)

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Resti di un ponte romano (distrutti)

Loc. Bettole di Saiano

Rinvenimento fortuito del 1900 di reperti e monili (ora c/o i   Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia)

Tra Rodengo e Saiano

Strutture murarie e resti di pavimenti di edificio tardoromano   - altomedievale

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Sagrato dell’abbazia degli Olivetani (su quadrivio romano; tra   ‘500 e ‘600 opere di Cossali, Foppa, Gambara, Moretto, Romanino)

Loc. Rodengo

  • MEDIOEVO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Rinvenimento di strutture della chiesa di S. Pietro

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Reperti scultorei altomedievali (sec. VII – VIII d. C.)

Loc. Ponte Cingoli (chiesa di S. Stefano)

Rinvenimento del 1995 di necropoli altomedievale con corredo   (sec. VII – VIII d. C.)

Loc. “La Santa”

Abbazia Olivetana (sec. X; sito pluristratificato. Opere di   Cossali, Ferramola, Gambara, Romanino, Scuola del Foppa)

Loc. Rodengo

Chiesa di Santo Stefano ( nei secoli VII - VIII diaconia; nei   secoli VIII – X xenodochio)

Loc. Ponte Cingoli

Antica chiesa di S. Dionigi

Loc. Ponte Cingoli

Cappella di S. Antonio (ampliamenti ottocenteschi)

Loc. Delma

Santella della Febbre (sec. XV)

Loc. Delma

Santella (S. Sebastiano e S. Rocco)

Loc. Cantarana

Tracce del castello

Loc. Saiano

Villa Masperoni (casa – torre del sec. XIII –XIV)

Loc. Rodengo

Cappella di S. Rocco ( sec. XV; ora chiesa)

Padergnone

  • RINASCIMENTO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Antica chiesa di S. Rocco (fine ‘400 – primi ‘500)

Loc. Saiano

Villa “La Gallinazza” 

Padergnone

Torre colombaia

Padergnone

Palazzo Bettoni (ampliamenti successivi e rifacimenti   contemporanei)

Loc. Muraga

  • PERIODO      DELLA DOMINAZIONE VENETA

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Villa Mondella (‘600) con cappella di S. Filippo Neri 

Loc. Delma (loc. Muraga)

Casa - Istituto S. Giuseppe

Loc. Muraga

Villa Fenaroli (primi decenni del Settecento, ma con   rifacimenti del 1880)

Loc. Delma

Pilastri d’ingresso in pietra di Sarnico ('600)

Loc. Corneto

Chiesa di S. Maria degli Angeli (1532)

Loc. Calvario

Chiesa di S. Maria degli Angeli (1532)

Loc. Corneto (via Corneto)

Santella (affreschi del ‘600; restauri successivi)

Loc. Valzina

Palazzo Salvi (seconda metà ‘700)

Loc. Saiano

Villa Costanza

Loc. Saiano

Chiesa di S. Salvatore (prima metà ‘600)

Loc. Saiano

Guardiola cilindrica (‘600)

Padergnone (via Tiego)

Formella – santella (1558)

Padergnone

  • OTTOCENTO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Rocca (fine ‘800)

Loc. Rodengo

Torri colombaie c/o “La Monticella” (fine ‘800)

Loc. Saiano (Monticella)

  • NOVECENTO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Cappella “del Monte della Madonna Immacolata” (1915; restauro   recente)

Loc. Calvario (collina)

Chiesa parrocchiale di Cristo Re (1930; consacrata nel 1946)

Saiano

  

Altri siti e luoghi del comune

 

  1. Chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari, Rodengo.
  2. Chiesa parrocchiale di S. Rocco, Padergnone.
  3. Loc. Delma: Palazzo Bettoni, Casa Bianchi, Casa Ripamonti – Tocchini.
  4. Loc. Corneto: mulino di Corneto, mulino Fenaroli, ingresso al frantoio, santelle,      mulino “Corneto”, mulino di Cantarana, mulino Benaglia.
  5. Loc. Saiano: La Monticella.
  6. Loc. Pedenaga: portali d’ingresso ad abitazioni, santella “La Santa”, abitazioni con      loggiato e con corte c/o Ponte Cingoli, mulino di Ponte Cingoli, seriola Molinaria e      fiume Gandovere, villa “La Cobatola”, villa Piotti.
  7. A Padergnone: portali e cancellate d’ingresso di abitazioni.
 

 

Parrocchia di Cristo Re

 

LA PARROCCHIA. di Cristo Re è stata istituita nel 1866

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Chiesa Parrocchiale CRISTO RE

LA PARROCCHIA DI SAIANO

Il territorio appartenne probabilmente alla Pieve della Cattedrale di Brescia, gravitando prima su Iseo ed infine su Gussago.

Scartata la tradizione che la vita religiosa si sia poi incentrata intorno alla chiesa di S. Dionigi che, secondo una tradizione raccolta dal Caprioli, sarebbe stata fondata da Carlo Magno nel 779, il primo documento che si conosce è il rogito redatto il 3 aprile 1019.

Nel 1019 sembra che in questo territorio sorgesse un castello o un piccolo borgo fortificato, all’interno del quale venne eretta una cappella ufficiata da un sacerdote e dedicata a San Salvatore. Il nome dato alla primitiva cappella è dovuto al controllo sul territorio della Badia di Leno.

Nel sec. XIV dovette sorgere una chiesa più ampia eretta in parrocchia

Le origini della parrocchia vengono fatte risalire al sec. XIV quando la chiesa era affidata ad un rettore-parroco mantenendosi così indipendente dal monastero di Rodengo.

La prima investitura di cui si abbia documentazione è un atto notarile del 1379 con il quale il prevosto di Gussago conferisce la rettoria di San Salvatore al sacerdote Ranuzio di Todi, destinato a succedere a don Lorenzo de Lagaimaro.

È ormai comunque certo che la prima parrocchiale di Saiano sorse in epoca longobarda, come hanno rinvenuto gli scavi archeologici da poco conclusi, in occasione del restauro della chiesa di San Salvatore.

Passano alcuni decenni e in un documento del 6 febbraio 1461è registrato un cambio di terreni del beneficio fra il rettore di Saiano don Guidone de Scaribiis de Parma con certo Nicolino Botteri di Saiano.

 Di notevole rilievo la costruzione dal 1588 accanto alla chiesa di S. Maria degli Angeli di un convento di Terziari Regolari Francescani sostituiti poi dai Minori Francescani Osservanti.

Nel territorio sorgono chiese come quella di S. Dionigi già ricordata nel 1355 e nel 1461, di S. Rocco (1513).

Nel 1534 viene terminata la chiesa di S. Maria degli Angeli, accanto alla quale sorgerà il convento francescano, mentre nella frazione di Muraga sorgeva l'oratorio di S. Antonio abate.

 

Nel 1567, il vescovo di Brescia Mons. Bollani, durante una sua visita ordinò di abbellire la chiesa elencando i lavori da fare.

La parrocchia assunse sempre più precisi connotati pastorali dopo il Concilio di Trento.

Nel 1581 venne anche visitata da San Carlo Borromeo che ordinò una

nuova pala per l’altare maggiore oltre all’esecuzione di altri lavori (come il battistero) per rendere la chiesa più decorosa.

In questo anno è presente anche la Confraternita del SS. Sacramento; nel 1583 venne eretto il Monte di Pietà.

Non mancano momenti di crisi.

Il 5 dicembre 1601 il rettore parroco viene decapitato sulla pubblica piazza di Brescia con l'accusa di "monetario" (cioè usuraio) ed altro. 

Superato il tempo del disgraziato parroco, agli inizi del sec. XVII, la parrocchia conta in don Giov. Francesco Fiorentini un sacerdote zelante, studioso e poeta, autore di opere apprezzate. Del resto il prestigio della parrocchia è confermato dall'erezione in vicaria foranea, che nel 1611 abbraccia le parrocchie di Rodengo, Ome, Ronco, Gussago, Sale di Gussago e Cellatica. 

Nella prima metà del sec. XVII i nobili Fenaroli costruiscono accanto alla villa di Corneto l'oratorio di S. Teresa, ma soprattutto ciò che più conta è la ricostruzione della chiesa parrocchiale.

Un segno considerevole della loro presenza lasciarono i Padri della Pace, che ebbero a Saiano "la più diletta" loro villeggiatura con casa padronale, abitazione del massaro e 35 piò di terra, lascito disposto in data 23 luglio 1641 del fratello laico Marco Rizzini (m. 4 gennaio 1650) già notaio prima di entrare in Congregazione.

 I beni vennero ingranditi con acquisti in contrada Muraga fatti dal 1651 al marzo 1688.

Sempre nel 1641 i Padri della Pace, che possedevano dei terreni in Saiano ed erano quindi presenti sul territorio, con un congruo lascito contribuirono alla ricostruzione della chiesa parrocchiale nelle attuali linee di stile barocco a tre navate.

La generosità dei padri si solidificò con la collaborazione alla vita pastorale e alla erezione dell’oratorio di San Filippo Neri.

A premio di tanta attività e di così intenso lavoro pastorale il 2 febbraio 1686 venne chiesta e ottenuta l’erezione dell’arcipretura di Saiano, “per la bellezza della Chiesa, la presenza di tre Oratori oltre alla chiesa e il convento dei padri minori di San Francesco, nonché per la grande fede della popolazione.”

Nel 1648 è presente la Confraternita della Madonna del Rosario.

 

Il parroco don Francesco Capitanio, tra il 1671 e il 1685, stendendo una relazione da inviare al vescovo di Brescia, testimoniò che “...l’attuale chiesa fu costruita e ridotta in forma migliore sulla vecchia distrutta ...”

A premio di tanta attività e di così intenso lavoro pastorale il 2 febbraio 1686 veniva chiesta e ottenuta l'erezione dell'arcipretura di Saiano e ciò in vista del fatto, come scriveva il vicario foraneo del tempo, che la terra di Saiano "è competentemente grande, nella quale vi sono diverse Famiglie Nobili e numerose, e la chiesa Parrocchiale della medesima terra è assai bella, ed à quattro altari, e tra i confini della medesima parrocchia vi sono tre Oratori, oltre la chiesa e convento dei Padri Minori Osservanti di San Francesco, nel quale vi abita continuamente buon numero di Religiosi Sacerdoti".

Nel 1697 la bottega del Fantoni dotò la chiesa di una statua dell’Addolorata e prima ancora di un crocefisso (forse colorato). 

Nel 1792, il parroco don Palmerino Fattori di Montichiari, dottore in teologia e professore di filosofia, acquistò una casa presso la chiesa parrocchiale per sistemarvi la Scuola.

Nel 1872 il parroco è don Pio Martinelli che testimoniava: «che la popolazione è buona nella sua gran maggioranza, piena di fede... Questo paese poi ha la fortuna d'avere buoni e cristiani Signori nelle rispettabilissime famiglie conti Francesco Bettoni, sindaco e nob. Lelio Fenaroli, i quali colla parola e coll'esempio sono di comune edificazione»

Dopo decenni di quiete e di ordinaria amministrazione la vita parrocchiale ebbe un rapido risveglio sulla fine dell'800. 

Gli successe nel 1887 don Giacomo Mazzoldi, ma questo parroco non era gradito ai cittadini di Saiano che ne contestano la nomina; venne accettato come parroco solo dopo l’intervento del beato Don Giovanni Piamarta

Nel 1893 venne nominato Parroco don Giuseppe Garbelli che, fino al 1906, svolse un servizio particolarmente attivo: a lui si deve la nascita della Congregazione della Madri Cattoliche, delle Figlie di Maria, degli oratori maschile e femminile.

Nel 1898 ebbe una grande intuizione e, aiutato da alcune famiglie del paese, fondò il primo Asilo infantile.

All’inizio, l’asilo, intitolato a Re Umberto I e retto dalle suore Poverelle, era collocato in un fabbricato del beneficio e, dieci anni più tardi - 1908 - , venne ampliato e dotato di uno statuto nel 1906, quando fu eretto in Ente Morale, statuto modificato nel 1938 e nel 1991.

Successivamente, nel 1956, viste le esigenze della popolazione venne costruito un nuovo edificio più spazioso, grazie anche all’intervento delle sorelle Anna e Maria Fenaroli, a cui venne dedicato. 

La struttura riesce a soddisfare le esigenze della popolazione fino al 2002, quando, a seguito dell’evoluzione storica delle tre Parrocchie del territorio e del notevole aumento della popolazione, l’Amministrazione Comunale, in convenzione con l’Ente Morale, costruisce un nuovo edificio, più accogliente e funzionale, sempre nelle vicinanze della Chiesa parrocchiale. 

 L'8 ottobre 1899 p. Bonaventura Ghitti da Borno erigeva una Congregazione conventuale del Terz'Ordine Francescano che andò aumentando raggiungendo nel 1926 il suo "periodo aureo" per la commemorazione del centenario francescano. Parallelo al risveglio della vita religiosa e devozionale fu quello sociale assistenziale.

Nel 1907 si insediò il nuovo Parroco Don Giambattista Salvi.

Nel 1909 il parroco don Salvi dava vita alla Casa S. Giuseppe gestita dalle Ancelle di S. Marta più conosciute col nome di Suore Bianche di Saiano. A cinquant'anni dalla fondazione la casa accoglieva ancora ben 83 ospiti interne e più di 90 collaboratrici esterne. L'apostolato sulla fine dell'800 e, specialmente nei primi decenni del '900, si adeguava a nuove esigenze.

Sotto la sua guida, la parrocchia svolse molta beneficenza, soprattutto nei momenti difficili, organizzando aiuti durante gli inverni rigidi (come quello del 1911) ed allestendo una cucina gratuita presso l’asilo infantile per 120 giorni l’anno a favore dei bisognosi.

A Saiano si stanziarono anche le Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria. 

Nell’ottobre del 1927, durante un pellegrinaggio a Lourdes, per ringraziare della salute ritrovata, a don Salvi venne l’idea di costruire una nuova chiesa parrocchiale.

Abbandonata l’idea iniziale di un’imitazione del Santuario di Lourdes, il disegno venne steso dall’ing. Mario Piotti, aiutato da Beniamino Andreis, che avrebbe in seguito assunto i lavori di costruzione.

Nonostante numerose difficoltà, il progetto si concretizzò nel 1929 e le fondamenta furono gettate nel Settembre 1930.

Da subito, l’iniziativa venne sostenuta dall’entusiasmo della popolazione che prestò manodopera, si sottoscrisse per oblazioni ed assicurò lavoro gratuito, nonostante l’avversione delle autorità politiche del tempo.

Ci sono testimonianze che raccontano che, per esempio, le autorità proibirono l’offerta libera delle operaie della Casa San Giuseppe: “...Don Salvi consegnò nelle mani della Superiora le 2025 lire raccolte fino ad allora dalle operaie, e la vicenda si chiuse ufficialmente in questo modo. A sera, all’uscita dalla fabbrica, le operaie rimisero insieme i soldi restituiti e li riconsegnarono segretamente al parroco...”.

L’opera continuò grazie ad aiuti crescenti di tutti i parrocchiani, ai lavori di disoccupati sfamati in parrocchia, a offerte di beneficenza e forniture gratuite di materiale, superando gravi difficoltà.

Una parrocchiana ricorda: “La chiesa è stata costruita da tutta la comunità che, oltre a versare offerte, ha partecipato nel lavoro: per esempio i ragazzi andavano a raccogliere le pietre nel Gandovere, mentre le bambine passavano per le case a ritirare le uova che venivano poi vendute. E’ stato raccolto tanto rame per la statua di Cristo e molte nonne hanno offerto il loro oro per fare l’ostensorio.”

A fianco della Chiesa, vennero costruite anche la Sacrestia e alcune aule per il catechismo.

L’occupazione del cantiere da parte delle truppe tedesche, la morte di don Salvi (1944), e le vicende belliche rimandarono fino all’ottobre 1945 l’inaugurazione della Chiesa che venne poi consacrata il 19 ottobre 1946 da Mons. Tredici e dedicata a Cristo Re.

Da un articolo del Giornale di Brescia del tempo, leggiamo: “...così Saiano vedeva avverati il grande sogno del compianto suo arciprete don Salvi, che fece costruire la bella chiesa di Cristo Re con la cooperazione di tanti benefattori piccoli e grandi e col concorso unanime di tutta quella buona popolazione a testimonianza di quali grandi opere si possono compiere nel segno di una grande fede.”

Per capire l’affetto che la popolazione continua a nutrire per don Salvi, basti pensare che, nel 1970 venne inaugurato, nella piazza antistante la Chiesa, un monumento a suo ricordo.

Nel 1944 venne nominato parroco don Domenico Rossini che, con impegno e passione, continuò a curare e sviluppare la realtà già esistente.

Dal 1971 al 1991 fu parroco don Giovanni Codenotti. Questi i suoi ricordi: “Quando sono arrivato a Saiano sono stato accolto benissimo e ho trovato una comunità molto fedele, con una partecipazione buona. Il mio intento era quello di sostenere le tradizioni, credevo molto nell’importanza delle feste: la processione della Madonna Addolorata che si svolgeva in settembre; la processione del Corpus Domini.

Un momento particolare che ricordo è stata nel 1985 la benedizione delle tre campane nel campanile verso est da parte del Vescovo ausiliare Monsignor Vigilio Mario Olmi.”.

Don Giovanni, oggi, raggiunta l’età del riposo, vive all’Abbazia, ospite dei monaci olivetani e con loro esercita il proprio ministero. Molte sono le persone di Saiano che, ricordando la ricca esperienza vissuta con lui in parrocchia, passano spesso a salutarlo.

Dal 1991 parroco di Saiano è don Angelo Marini che, tuttora in carica, continua nella sua opera pastorale e nella cura della Chiesa.

Molto importante è il contributo che don Angelo ha dato al recupero della vecchia chiesa di San Salvatore. I primi accordi fra Amministrazione Comunale e Parrocchia erano stati presi già nel 1986 dall’allora Parroco don Giovanni. Dopo i lunghi lavori di ristrutturazione, nel 2002 viene inaugurato il centro culturale San Salvatore che ospita molte interessanti manifestazioni rivolte a tutti i cittadini di Rodengo Saiano.

 

 

LA NUOVA CHIESA PARROCCHIALE.

È intitolata a Cristo Re.

L'idea di una nuova chiesa parrocchiale venne a don Salvi durante un pellegrinaggio per la ritrovata salute compiuto a

Lourdes nell'ottobre del 1927.

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 Pensò ad una chiesa nuova «che avesse ad assomigliare ne la facciata, per la torretta ornamentale a quella, per collocarvi nelle tre campate da praticare, la statua di Cristo Re ne la superiore, de l'Immacolata ne la seconda, di S. Giuseppe ne l'inferiora».

 L'idea si andò concretizzando nel 1929 attraverso difficoltà ma sostenuta dall'entusiasmo della popolazione che prestò manodopera, si sottoscrisse per oblazioni e lavoro gratuito, nonostante l'avversione delle autorità politiche del tempo che proibirono il lavoro gratuito delle operaie della Casa di S. Giuseppe.

 Il disegno della nuova chiesa (abbandonata l'idea di don Salvi di un'imitazione del Santuario di Lourdes) venne steso dall'ing. Mario Piotti.

Il progetto di stile romanico lombardo che il 29 agosto 1930 l'autore tracciò aiutato da Beniamino Andreis, che avrebbe assunto i lavori di costruzione, iniziò con le fondamenta della chiesa, che furono gettate a partire dal settembre 1930 mentre il 4 ottobre 1930 veniva benedetta dal vescovo ausiliare mons. Bongiorni la prima pietra.

I lavori procedettero a ritmo serrato, sorvegliati dal geometra Valerio Ricci, dell'Ufficio Tecnico di Brescia che assecondò in ogni modo la costruzione.

Nonostante il fallimento dell'Unione Bancaria Nazionale presso la quale don Salvi aveva depositato tutti i suoi risparmi e quelli della parrocchiale, dei quali venne ricuperato circa il 25 per cento, l'opera continuò grazie ad aiuti crescenti di imprenditori, lavori di disoccupati sfamati in parrocchia, di offerte di beneficenza, superando gravi difficoltà.

Pur con modifiche al primitivo progetto avvalorate da mons. Polvara della Scuola Beato Angelico di Milano e nuove iniziative di finanziamento, la chiesa veniva completata grazie a crescenti offerte, forniture di materiali, pesche, acquisti facilitati oltre che a modifiche di progetti affi

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date all'ing. Angelo Buizza.

Nel frattempo nel settembre 1934 le opere di completamento procedettero con rapidità mentre venivano eseguiti lavori di abbellimento come il portale affidato allo scultore Vincenzo Vinatzer della Val Gardena, il rosone e il cornicione ad opera dello scultore Dante Gatti di Virle Treponti, la statua di Cristo Redentore, commissionata nel 1935 al cesellatore Riccardo Politi, da porsi poco sotto il timpano della facciata consegnata nell'agosto 1940, ecc.

 Al contempo venivano eseguite suppellettili fra le quali un ostensorio opera dello scultore Ippoliti.

Nel 1937 la prosecuzione dei lavori venne assunta dall'ing. Angelo Buizza che completò l'abside mentre nei primi mesi del 1938 veniva ultimata la navata il cui soffitto venne dipinto con motivi divisi e squadrati geometricamente da Vittorio Trainini.

 Nello stesso 1938 vennero realizzati il pavimento, le due torri delle quali una campanaria ed una destinata all'orologio pubblico finita nell'estate 1939, attivata solo nel 1946.

 

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Sempre nel 1938-1939 la, chiesa venne decorata da Vittorio Trainini, e completata da Eligio Agriconi mentre lo stesso Trainini dipingeva sul frontone del presbiterio il Cristo Crocifisso, la Madonna e S. Giovanni fra una teoria di angeli con una frase musicale che negata dal Perosi venne scritta da mons. Giuseppe Gallizioli.

Mentre iniziative di ogni genere venivano incontro al finanziamento dei lavori, dal 1940 venivano realizzate, adiacenti alla chiesa, la sagrestia e le aule di catechismo.

 Al contempo venivano ultimate opere di completamento alla chiesa quali le balaustre ricche di simboli, eseguite da Giuseppe Cedroni di Cazzaniga (Bergamo), la Via Crucis terminata dallo scultore Vinatzer nel maggio 1941, le porte laterali e quella maggiore proveniente dalla parrocchiale di Botticino, il Battistero disegnato dall'ing. Buizza e con coperchio del cesellatore Giuseppe Cedroni.

Nel gennaio 1943 veniva affidato al pittore Giuseppe Volpini il grande affresco dell'abside raffigurante Cristo Re.

L'occupazione da parte delle truppe tedesche, la morte di don Salvi il 21 febbraio 1944 e le vicende belliche rimandarono fino all'ottobre 1945 l'inaugurazione della chiesa che venne poi consacrata il 19 ottobre 1946 da mons. G. Tredici.

 Nella chiesa il 15 novembre 1970 veniva inaugurato un monumento a don Giovanni Salvi.

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 Nel novembre 1989 qui veniva inaugurata la cappella dei combattenti affrescata, a ricordo di Beppino Andreis, da Giacomo Gelfi con la collaborazione di Francesco Andreis e Carlino Bonometti con al centro la figura di Cristo che ha ai piedi le bandiere di guerra.

Nel 1993-1994 Giacomo Gelfi realizzava scene bibliche.

Sempre nel 1994, per iniziativa dell'arciprete don Marini veniva restaurato, dalla bottega Poisa, il grande Crocefisso del Fantoni e posto dietro l'altare maggiore.

Nel 1995 nell'abside della parrocchia O. Di Prata aggiunse due episodi della vita del ven. Lodovico Pavoni.

Tra le santelle è notevole quella dedicata alla Madonna, edificata in viale dei Tigli nel 1937, restaurata poi da Davide Piubeni.

 

 

 

 

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L'oratorio di Saiano

Le ultime ristrutturazioni sono state effettuate nel 1999 grazie ad una convenzione con il Comune di Rodengo Saiano. Ampi locali del cascinale oratoriale sono stati dati in comodato d'uso gratuito, per 15 anni, al corpo musicale A. Raineri e a tutti coloro che sono vicini o vogliono avvicinarsi alla musica. Possibilità di utilizzo per il Comune per 10 anni, per 10 volte l'anno, della sala cinema-teatro.

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La chiesa del Salvatore o della Trasfigurazione ora Centro Culturale

Alla prima cappella registrata nei documenti del 1019 ne venne costruita una nuova forse nel sec. XV. È nominata negli atti della visita del vescovo Bollani (16 ottobre 1567) come dedicata al SS. Salvatore e a S. Giacomo.

Il visitatore ordina tra l'altro di "costruire i gradi all'altare maggiore, la predella presso la mensa, le secrete di legno sull'altare, rinnovare i due altarini ai lati dell'altare maggiore, imbiancare la chiesa, mettere il pavimento all'altare di S. Dionigi e chiudere la cappella con cancelli.

All'altare di S. Brigida si sostituisca il battistero". S. Carlo B. (1581) da parte sua ordina una nuova pala dell'altare maggiore, di terminare la cappella di S. Bernardino da Siena poi dedicata anche a S. Lodovico e posta sotto il patronato di Lodovico Violini.

Ad essa venne aggiunta la cappella del SS. Sacramento in seguito scambiata con la prima mentre nel 1648 compare anche l'altare del S. Rosario.

 La chiesa venne poi ricostruita nelle attuali linee di stile barocco a tre navate verso la metà del Seicento e in seguito consacrata.

Il Faino nel 1658 segnala la chiesa di Saiano come dedicata alla Trasfigurazione del Signore e dice che aveva quattro altari. Mons. Gradenigo nel 1686, elevando la chiesa parrocchiale in arcipretale, dice che è elegantemente costruita e con tre altari, oltre, ben inteso, la cappella maggiore.

L'altare della B.V. Addolorata lo troviamo eretto nel 1766 dalla comunità di Saiano.

Per la chiesa di Saiano la bottega dei Fantoni a Rovetta (Bg) eseguiva un Crocefisso forse colorato, poi nel 1697 una statua dell'Addolorata della quale nel museo di Rovetta esiste una terracotta verniciata, nei 1707 un crocefisso "pieghevole con filetti d'oro da riporre in un baule" (opera dispersa).

La statua della Madonna Addolorata alta 1 m. e 70 cm. ricomparve alla luce nel 1992 riscoperta dal parroco don Marini che la fece restaurare dalla bottega Poisa di Brescia.

Tra le pale della chiesa spiccava quella dell'altare maggiore, raffigurante la Trasfigurazione.

Restaurata nel 1993 per iniziativa del parroco don Marini da Leonardo Gatti la pala (159x219) raffigurante l'Ultima Cena si rivelò opera di Gerolamo Ferabosco e da lui firmata e racchiusa in una cornice barocca restaurata da Pietro Serlini di Padergnone.

Solo nel 1986 venne avanzato un piano di recupero, perseguito a partire dal 1992 dal parroco don Angelo Marini, dal Consiglio comunale, ecc.

Fin dagli anni '20 del sec. XX la chiesa si rivelava inadeguata.

 Il parroco don Salvi nel 1929 scriveva: «L'attuale chiesa ha tre navatine, le due laterali sono basse e senza luce; ha un solo ingresso laterale, manca di adiacenze che ci necessitano per catechismi e custodia robe; l'apparato del triduo - classico barocco dorato - è riposto sotto i tetti; dinnanzi la porta maggiore non vi sono che quattro metri di spazio e vi si erge il palazzo Bettoni, più alto de la facciata della chiesa, palazzo che prosegue al lato S a distanza di un metro (...) sicché la povera chiesa, oltreché essere barricata da ogni lato, a S non piglia mai il sole...».

 Il patrimonio della "vecchia" chiesa (Madonna in legno del Fantoni, crocifisso ligneo, candelabri, reliquiari in argento) venne fatto restaurare dal parroco Angelo Marini.

Realizzata la nuova chiesa e da essa sostituita nell'ottobre 1945, la vecchia chiesa venne utilizzata come magazzino, deposito, garage ecc.

Con una precisa convenzione sottoscritta nel 2000 tra il Comune di Rodengo Saiano e la Parrocchia di Saiano è stato possibile per il Comune finanziare l'opera di ristrutturazione della ex chiesa parrocchiale ora Centro Culturale.Un'opera che per 40 anni è lasciata alla piena disponibilità del Comune stesso. Possibilità per la Parrocchia di utilizzo dei locali 4 volte l'anno.

 

La struttura  è fruibile da tutti, con finalità peculiari che non sono soltanto educative sul piano religioso, ma sono anche ricreative e formative per tutti nessuno escluso.

 

Lo scavo quasi completo dell'ex parrocchiale di Saiano, condotto nel 2000 preliminarmente al recupero come sala pubblica, ha portato alla luce una stratificazione archeologica di spessore e antichità insospettati. All'interno dell'edificio seicentesco sono stati rinvenuti i resti della chiesa romanica a tre navate e di una precedente aula monoabsidata identificabili con la parrocchiale situata nel castello medievale. Al di sotto di queste strutture è tuttavia emerso anche un vasto edificio residenziale, databile tra V e VI secolo, che nella sua ultima fase fu intensivamente utilizzata come cimitero cristiano.
 
Il ritrovamento negli strati più profondi di un gran numero di tessere di mosaico attesta inoltre che nelle immediate vicinanze doveva preesistere anche una villa di età romana. Il caso di Saiano, ultimo in ordine di tempo fra i ritrovamenti di siti paleocristiani nella diocesi, costituisce pertanto un'ulteriore preziosa conferma della frequenza dell'erezione dei primi luoghi di culto cristiani presso le grandi residenze rurali d'età tardoantica e della continuità di insediamento fra molti abitati tardoantichi e i villaggi fortificati del medioevo.
 

 

 
 
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Ex abitazione Rossini ex  Accademia Musicale  ora Canonica

Sempre con convenzione con il Comune di Rodengo Saiano è stata ristrutturato, nel 2000, l'immobile situato dietro la chiesa destinandolo, per 10 anni, in comodato d'uso gratuito all'Accademia Musicale "sette note" e a tutti coloro che sono vicini o vogliono avvicinarsi alla musica.

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