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Giornata mondiale della Terra Santa

 

 

 

 

 

La Colletta del Venerdì Santo

La “Colletta per la Terra Santa”, conosciuta anche come “Collecta pro Locis Sanctis”, nasce dalla volontà dei papi di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. 

Le offerte raccolte dalle parrocchie e dai Vescovi vengono trasmesse dai Commissari di Terra Santa alla Custodia di Terra Santa che verranno usate per il mantenimento dei Luoghi e per i cristiani di Terra Santa, le pietre vive di Terra Santa.

 


 

La Colletta pro Terra Sancta è una delle raccolte obbligatorie (insieme all’Obolo di San Pietro del 29 giugno e a quella della Giornata missionaria mondiale) e si svolge il Venerdì Santo (o  nella data che il vescovo del luogo ritiene più opportuna) in favore delle opere e delle necessità della Terra Santa. Attraversano i secoli gli stretti legami tra la Sede Apostolica e i francescani di Terra Santa. Si può risalire fino al 1342, quando il Papa li confermò nel ruolo di custodi legittimi dei Luoghi Santi, dove essi erano giunti la prima volta nel 1217. I pontefici non solo  hanno rinnovato la loro fiducia, ma li hanno sostenuti a livello religioso, politico, economico e sociale. Nel tempo, attraverso un centinaio di bolle papali riferite alla Terra Santa e a numerosi decreti e lettere della Congregazione per la Propagazione della fede, la Chiesa ha aiutato i figli di san Francesco nella loro missione in Terra Santa.

Un aspetto essenziale di questo continuo sostegno è stato, ed è ancora, la Colletta per la Terra Santa, conosciuta in latino come Collecta pro Locis Sanctis. San Paolo VI, con l’esortazione apostolica Nobis in animo del 25 marzo 1974, diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa. In linea con i suoi predecessori, papa Montini lodò il lavoro dei francescani e insistette sul bisogno di maggiore cooperazione da parte del mondo cristiano, dato che i francescani, soprattutto a partire dall’Ottocento, hanno accresciuto le loro attività «sociali, caritative, culturali e di beneficenza» in Terra Santa e i cristiani locali sono sprovvisti di mezzi.

«I Frati minori – scriveva Paolo VI – si sono rivolti direttamente sia ai grandi come agli umili per raccogliere aiuti, e i religiosi destinati a quest’opera hanno ricevuto il titolo ufficiale di Procuratori o Commissari di Terra Santa». Il Papa ricordava, inoltre, che i bisogni sono aumentati e per questo i pontefici si sono incaricati della Colletta. Paolo VI ha pertanto voluto rinnovare le regole date dai suoi predecessori e nell’esortazione apostolica ha disposto le norme di questa raccolta. Negli ultimi decenni è stata la Congregazione per le Chiese Orientali, in modo particolare, a essere coinvolta dalla Santa Sede nel compito di rendere note le necessità della Terra Santa e le regole date da Paolo VI, comprese quelle che si riferiscono ai  Commissariati. Negli ultimi anni circa quattro quinti delle collette ricevute dai francescani sono state destinate a opere pastorali e sociali e un quinto ai santuari. È importante ricordare che la Custodia riceve il 65 per cento delle offerte, mentre il restante 35 per cento è destinato ad altre istituzioni che operano in Terra Santa. Per volontà della Santa Sede, invece, le attività del Patriarcato latino di Gerusalemme sono sostenute dall’Ordine equestre del Santo Sepolcro e da altre istituzioni. Per maggiori informazioni clicca qui.

 
 
 

 
 
Anno 2022
 

 

 

 

Il Venerdì Santo, come ogni anno, la Chiesa è chiamata a compiere un gesto di carità e di solidarietà verso i fratelli che vivono nella Terra Santa, attraverso una speciale Colletta.

 

La Colletta del Venerdì Santo, che quest’anno si celebra il 14 aprile, è uno degli strumenti che la Chiesa adotta per stare al fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente che continua a vivere nell’instabilità e tensione. La Colletta del Venerdì Santo, detta anche Pro Terra Santa, infatti è una delle raccolte obbligatorie che viene svolta a favore delle opere e necessità della Terra Santa. Essa nasce dalla volontà dei papi di mantenere forte il legame tra i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. Edificare la Chiesa di Terra Santa, nei suoi edifici di culto e nelle sue “pietre vive”, è una responsabilità di tutte le Chiese particolari della cristianità.

 

È importante infatti sostenere i luoghi dove Gesù ha vissuto anche attraverso la realtà geografica è possibile “ascoltare” la sua voce e suscitare la fede. Inoltre, la sfida più grande, è rispondere alle urgenze della gente che chiede solidarietà e aiuto, attraverso il coordinamento delle opere caritative della Chiesa nel Paese. L’instancabile preghiera e l’opera delle persone di buona volontà di tutto il mondo contribuiscono a sostenere famiglie in difficoltà, giovani in cerca del loro futuro, l’assistenza ai rifugiati e sfollati, la formazione dei sacerdoti, religiosi e la conservazione dei luoghi Santi.

Le offerte raccolte dalle parrocchie e dai Vescovi vengono trasmesse  alla Custodia di Terra Santa. I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

 

 


Anno 2021

 

La Colletta per la Terra Santa 2021

 

 

“La colletta pro Terra Sancta 2021 sia per tutti l’occasione per non girare lo sguardo, per non passare oltre, per non ignorare le situazioni di bisogno e di difficoltà dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che vivono nei Luoghi Santi”. Questo l’invito del Card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in occasione della raccolta tradizionalmente prevista per il Venerdì Santo.

«La “Colletta per la Terra Santa” – spiega la Congregazione – nasce dalla volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. È la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi e lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Nei tempi più recenti, Papa Paolo VI, attraverso l’Esortazione Apostolica ‘Nobis in Animo’ (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa.

La Custodia Francescana attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali.

I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va alla Congregazione per le Chiese Orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente».

 

 

 

 


La Colletta del Venerdì Santo

 

Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme.
(1 Corinzi 16,3)

La “Colletta per la Terra Santa”, conosciuta anche come “Collecta pro Locis Sanctis”, nasce dalla volontà dei papi di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. La Colletta, che tradizionalmente viene raccolta nella giornata del Venerdì Santo, è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi. Le offerte raccolte dalle parrocchie e dai Vescovi vengono trasmesse dai Commissari di Terra Santa alla Custodia di Terra Santa che verranno usate per il mantenimento dei Luoghi e per i cristiani di Terra Santa, le pietre vive di Terra Santa. La Custodia attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della Memoria, e sostenere la presenza Cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà.

I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

La Colletta Pro Terra Santa è una delle raccolte obbligatorie (insieme all’Obolo di San Pietro del 29 giugno e alla Giornata missionaria mondiale) che viene svolta il Venerdì Santo (o nella data che l’ordinario del luogo ritiene più opportuna) in favore delle opere e delle necessità della Terra Santa. Nell’esortazione apostolica di Paolo VI del 25 marzo 1974, “sulle accresciute necessità della Chiesa in Terra Santa”, vengono precisate le modalità della Colletta.

Come è nata la Colletta

Lungo i secoli passati, i Papi non hanno solo rinnovato la loro fiducia nei francescani, riconfermandoli nel ruolo di legittimi custodi dei Luoghi Santi (a loro affidati dalla Sede Apostolica nel 1342), ma li hanno anche sostenuti in ogni aspetto della loro vita, a livello religioso come pure economico, sociale e politico. Sarebbe sufficiente ricordare l’autorizzazione a praticare la medicina nell’ospizio del Monte Sion in favore dei malati e dei bisognosi e, nei secoli successivi, i privilegi, le indulgenze, la difesa dei loro diritti. Oltre un centinaio di Bolle papali si riferiscono alla Terra Santa, come pure un eguale numero di decreti e lettere della Congregazione per la Propagazione della fede, che aiuta i figli di san Francesco nella loro missione in Terra Santa.

Un aspetto essenziale di questo continuo sostegno è stato, ed è ancora, la Colletta per la Terra Santa, conosciuta anche come “Collecta pro Locis Sanctis”. Fu Paolo VI che, attraverso la sua esortazione apostolica Nobis in animo datata 25 marzo 1974, diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa. Il Papa, in linea con i suoi predecessori, lodò il lavoro dei francescani e insistette sul bisogno di maggior cooperazione da parte del mondo cristiano, dal momento che, soprattutto a partire dall’inizio del XIX secolo, i francescani avevano aumentato le loro attività «sociali, caritative, culturali e di beneficenza» in Terra Santa e i cristiani locali sono sprovvisti di mezzi. Paolo VI, dopo aver messo in rilievo che nella storia «i Frati Minori si sono rivolti direttamente sia ai grandi come agli umili per raccogliere aiuti, ed i religiosi destinati a quest’opera hanno ricevuto il titolo ufficiale di Procuratori o Commissari di Terra Santa», ha ricordato che nei tempi attuali i bisogni sono aumentati e perciò i Papi si sono incaricati della Colletta “pro Terra Sancta”.

Paolo VI ha rinnovato le regole date dai suoi predecessori e nell’esortazione apostolica ha disposto le norme di questa raccolta. Nei decenni passati, la Congregazione per le Chiese Orientali è stata in modo speciale interessata, da parte della Santa Sede, a dimostrare le necessità della Terra Santa e le regole date da Paolo VI, incluse quelle che si riferiscono ai Commissariati. Negli ultimi anni, l’80 per cento delle collette ricevute dai francescani sono state destinate a opere pastorali e sociali e solo il 20 per cento ai santuari. È importante ricordare che la Custodia riceve solo il 65 per cento delle offerte, mentre il restante 35 per cento è destinato ad altre istituzioni che operano in Terra Santa. Le attività del Patriarcato Latino, per mandato della Santa Sede, sono sostenute dai Cavalieri del Santo Sepolcro e da altre istituzioni.