GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA

 

 

Il 28 gennaio la  71^ giornata mondiale dei malati di lebbra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIORNATA MONDIALE MALATI DI LEBBRA

 

Nel mese di gennaio ricorre  Giornata mondiale dei malati di lebbra, istituita nel 1954 da Raoul Follereau, scrittore e giornalista francese. In Italia viene promossa dalla Associazione Italiana Amici di R.F. (AIFO) sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. La Lebbra o Morbo di Hansen è una malattia curabile, ma se non viene diagnosticata precocemente e trattata in modo adeguato, può determinare disabilità gravi e spesso permanenti. Le cause principali della sua diffusione sono rappresentate dalla mancanza di servizi sanitari e igienici appropriati, resi ancora più gravi dai pregiudizi culturali e dallo stigma per i segni che la malattia lascia sul viso e sul corpo.

La lebbra, dal greco lepròs "squamoso" è una malattia infettiva cronica causata dal batterio Mycobacterium leprae, scoperto dal medico Gerhard Armauer Hansen in Norvegia nel 1873. Colpisce la pelle e i nervi periferici, anche in modo molto invalidanti. Non si conosce con certezza l'epoca della comparsa, ma si pensa che abbia avuto origine in India o in Africa. I più antichi resti umani con segni indubbi di lebbra risalgono al II millennio a.C. Nel XIII secolo si ebbe la maggiore diffusione della lebbra in Europa e in altre parti del mondo.

La lebbra continua a colpire il continente africano e altri Paesi come: India, Brasile e Indonesia con almeno 200.000 contagi ogni anno. In Italia, la maggior parte dei casi è di importazione. La malattia ha un periodo di incubazione che va da uno fino a circa 10 anni; i sintomi più frequenti sono: febbre, cefalea e dolori nevralgici. Le prime strutture nervose coinvolte sono le piccole terminazioni distali cutanee. I grandi nervi periferici sensitivo-motori, vicini alla lesione cutanea, vengono coinvolti e danneggiati dalla reazione granulomatosa. I nervi più spesso colpiti sono, nell'arto superiore: l'ulnare, il mediano e il radiale, nell'arto inferiore: il fibulare e il tibiale. Dei nervi cranici sono colpiti il trigemino e il faciale.

Il Mycobacterium Leprae o bacillo di Hansen, bacillo alcol-acido resistente si colora con il metodo Ziehl Neelsen. La diagnosi della lebbra è clinica ed istologica. L'OMS definisce un caso di lebbra con almeno uno dei seguenti criteri diagnostici: presenza di una o più lesioni cutanee con alterazioni della sensibilità; ispessimento di uno o più nervi periferici con alterazione della sensibilità; reperto di bacilloscopia positiva per bacillo di Hansen.

Si possono distinguere quattro tipi di lebbra e le caratteristiche per individuarli. La più grave l'elefantiasi (elephantia) il cui nome corretto è filariosi linfatica, si manifesta con nodi e macchie spesse sulla pelle, pelle screpolata e nera; la tiria (tyria) associata alla pelle squamosa, viso e urine biancastre; la leonina, si manifesta con la perdita di sopracciglia, fronte sporgente, voce rauca, pelle e urine gialle e l'alopecia con perdita di capelli, viso e occhi rossi. Nella elefantiasi e tiria si manifesta inoltre diffuso formicolio alle gambe.

Dagli anni quaranta, la malattia è stata curata tramite gli antibiotici. Il trattamento di prima linea che viene intrapreso è costituito dalla associazione di dapsone e rifampicina. Il primo vaccino contro la lebbra fu scoperto nel 1987 dal medico venezuelano Jacinto Convit che ricevette la candidatura al Premio Nobel per la Medicina.

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