Parrocchia di Cristo Re in Saiano
Via Castello 1
25050 Rodengo Saiano (BS)
Tel. 030 610712
 
Don Fulvio Ghilardi
 
Oratorio Beato Lodovico Pavoni
Via Castello 3
25050 Rodengo Saiano (BS)
Tel.030 610139
 
 Don Davide Corini
Don Rivadossi Franco   -  338 7119743
 
 
  
Zona Pastorale di appartenenzaSantuario della stella

XXIV - Zona suburbana II (Gussago) - del Santuario della Madonna della Stella 

Vicario Zonale:
2005 - 2010 Marini sac. Angelo , parroco di Saiano
2010 - 2015 Gaia sac. Luigi - parroco di Ome
2015 - 2020 Faita sac. Daniele - parroco di Cellatica

Rappresentante laico:
Zorzi Lorenzo

 

Parrocchie: 9
Presbiteri:
anno 2002 n. 26 di cui 2 religiosi
anno 2006 n. 27 di cui 3 religiosi

Abitanti:
anno 2002 n. 30.134
anno 2006 n. 30.65

Comunità religiose Maschili  n. 2
Comunità religiose Femminili n. 3

Parrocchia

anno
Abitanti
Parroco Vice Parroco Collaboratore/Diacono Residente
Cellatica
2002
4612
Lazzaroni Pietro Toninelli Massimo Bonometti Antonio / Delai Renzo  
 
2006
4906
Lazzaroni Pietro Toninelli Massimo    
 
 2010
 
Faita Daniele      
Civine
2002
187
Sottini Roberto      
 
2006
187
Gozio Angelo      
Gussago
2002
8350
Bonetta Antonio Peli Fabio    
 
2006
8350
Bonetta Antonio Gozio Angelo Rosina Giorgio Begni Redona Pier Virgilio / Baroni Angelo Ransenigo Carlo
 
 2009
 
Dabellani Adriano      
Ome
2002
3000
Facchi Giovanni Luigi Pini Lorenzo    
 
2006
3000
Gaia Luigi Pini Lorenzo   Borboni Ruggero
 
2015
 
Bianchi Luciano      
Padergnone
2002
1568
Forbice G. Pietro      
 
2006
1701
Forbice G. Pietro     Festa Federico
 
 2011
 
Lazzari Duilio      
Rodengo
2002
1523
Telch Simone Capone Nicola    
 
2006
1523
Telch Simone Capone Nicola Paderni Francesco Anelli Paolo / Codenotti Giovanni
 
2015
 
Telch Simone Toglia Benedetto Maria    
  2016   Toglia Benedetto Maria      
Ronco di Gussago
2002
1338
Cavalli Francesco      
 
2006
1338
Minelli Cesare      
Saiano
2002
4086
Marini Angelo La Spina Diego Bettenzana Giordano  
 
2006
4179
Marini Angelo Mariolini Emanuele   Anelli Paolo
 
2006
 
Marini Angelo Finazzi Renato    
 
2010
 
Marini Angelo  Finazzi Renato  Rivadossi Franco  
 
2015
 
Bianchi Luciano   Marini Angelo  Rivadossi Franco
  2016   Bianchi Luciano    Ovidio Vezzoli - Marini Angelo  Rivadossi Franco
  2017   Bianchi Luciano   Mauro Merigo - Marini Angelo Rivadossi Franco
  2021   Ghilardi Fulvio   Davide Corini Rivadossi Franco
Sale di Gussago
2002
5000
Bendotti Giacomo Baitelli Ugo    
 
2006
5000
Bendotti Giacomo Coraglia Jordan Tanfoglio Giuseppe  

 

 

VICARIATO TERRITORIALE   IV    Brescia città e hinterland

(10 Zone Pastorali: n° 23-24-25-26-27-28-29-30-31-32) Parrocchie n° 111 -  Abitanti n° 425.911


ZONE PASTORALI

XXIII Zona Suburbana I (Concesio) del Beato Papa Paolo VI

XXIV Zona Suburbana II (Gussago) del Santuario della Madonna della Stella

XXV Zona Suburbana III (Travagliato) di Santa Maria Crocifissa di Rosa XXVI

Zona Suburbana IV (Bagnolo Mella) della Visitazione di Maria

XXVII Zona Suburbana V (Rezzato) del Santuario della Madonna di Valverde

XXVIII Zona Urbana - Brescia Est della Madonna del Patrocinio

XXIX Zona Urbana - Brescia Nord di San Lodovico Pavoni

XXX Zona Urbana - Brescia Ovest della Beata Maria Maddalena Martinengo

XXXI Zona Urbana - Brescia Sud di San Giovanni Battista Piamarta

XXXII Zona Urbana - Brescia Centro Storico dei Santi Faustino e Giovita


PARROCCHIE AZZANO MELLA, BADIA, BAGNOLO MELLA, BEATO LUIGI PALAZZOLO, BERLINGHETTO, BERLINGO, BOLDENIGA, BORGO PONCARALE, BORGOSATOLLO, BOTTICINO MATTINA, BOTTICINO SERA, BOVEZZO, BUFFALORA, BUON PASTORE, CAINO, CAIONVICO, CAPODIMONTE, CAPRIANO DEL COLLE, CASAGLIA, CASTEGNATO, CASTELMELLA, CASTENEDOLO, CATTEDRALE, CELLATICA, CHIESANUOVA, CILIVERGHE, CIVINE, COLLEBEATO, CONCESIO, CONCESIO - SANT’ANDREA, CORTICELLE PIEVE, CORTINE DI NAVE, COSTALUNGA, COSTORIO, CRISTO RE, DELLO, DIVIN REDENTORE, FENILI BELASI, FIUMICELLO, FLERO, FOLZANO, FORNACI, GUSSAGO, IMMACOLATA (Pavoniani), MARIA MADRE DELLA CHIESA, MAZZANO, MOLINETTO, MOMPIANO, MURATELLO DI NAVE, NAVE, NOCE, OME, OSPEDALE CIVILE, OSPITALETTO, PADERGNONE, PADERNO FRANCIACORTA, PONCARALE, QUINZANELLO, REZZATO S. CARLO BORROMEO, REZZATO S. GIOVANNI BATTISTA, RODENGO, RONCADELLE, RONCO DI GUSSAGO, S. AFRA, S. AGATA, S. ALESSANDRO, S. ANGELA MERICI, S. ANNA, S. ANTONIO DI PADOVA, S. BARNABA, S. BARTOLOMEO, S. BENEDETTO ABATE, S. EUFEMIA DELLA FONTE, S. FRANCESCO DA PAOLA, S. GIACINTO (Lamarmora), S. GIACOMO, S. GIOVANNA ANTIDA, S. GIOVANNI BOSCO S. GIOVANNI EV., S. GOTTARDO, S. LORENZO, S. LUIGI GONZAGA, S. MARIA CROCIFISSA DI ROSA, S. MARIA DELLA VITTORIA, S. MARIA IN CALCHERA, S. MARIA IN SILVA, S. POLO, S. STEFANO, S. VIGILIO DI CONCESIO, SACRO CUORE DI GESU’, SAIANO, SALE DI GUSSAGO, SAN GALLO, SAN ZENO NAVIGLIO, SANTE B. CAPITANIO E V. GEROSA, SANTI FAUSTINO E GIOVITA, SANTI FRANCESCO E CHIARA, SANTI NAZARO E CELSO, SANTO SPIRITO, SS. TRINITA’, STOCCHETTA, STOCCHETTA (Missio cum cura animarum), TORBOLE, TRAVAGLIATO, URAGO MELLA, VILLAGGIO PREALPINO, VIL, VIOLINO, VIRLE TREPONTI, VOLTA BRESCIANA

 

 

SAIANO (in dial. Shaià, in lat. Saiani)

 

Origini           : XII -  XIV secolo

 

Chiese:


Parrocchiale : Cristo Re  (costr. 1930 ; cons. 1946)

CAP 25050  - RPG n. 223 del 20.07.1989

Codice Fiscale 80053760171

 

Fraz. dip.      : Corneto  (Titolare S. Teresa)

Altre Chiese

  1.  Chiesa dei Frati Minori
  2.  S. Giuseppe (suore S. Marta) :  Il 22 marzo 1924 veniva inaugurata dalle Suore di S. Marta una cappella e vi veniva benedetta e    posta la statua di S. Giuseppe. Nella cappella venne collocato un altare proveniente dalla villa Lechi in Valenca di Coccaglio.
  3. S. Teresa (fraz Corneto; Fenaroli)
  4. Chiesa della Trasfigurazione (ex parrocchiale) - ora Centro Culturale

Oratorio       : Beato Lodovico Pavoni (dal 19/12/2004) Ex San Giovanni Bosco

Ex Oratori

  1. S. Dionigi (1581) : Tralasciando la tradizione secondo la quale sarebbe stata fondata da Carlo Magno, la chiesa compare, come scrive P. Sevesi, in un istromento di locazione in data 19 giugno 1355, fra il priore del monastero di Rodengo e Ghidino q. Zanchis Bergamasco, in cui figura da testimonio il sac. Giovanni de Coffanis, beneficiato di S. Dionigi di Saiano. 
    L'atto notarile 6 febbraio 1461, rogito Stefano Larini, ricorda la chiesa di S. Dionigi, posta nel territorio di Saiano. Nella visita del Bollani (1567) la chiesa veniva aperta al culto solo la festa di S. Dionigi; nel 1581 gli atti della visita di S. Carlo B. attestano come l'oratorio minacciasse rovina e fosse in qualche parte già crollato, ordinando che "si risarcisca e debitamente si orni entro sei mesi, oppure si demolisca ed il materiale si usi per la chiesa parrocchiale, ciò che il Rev. Curato curerà di adempiere". 
    Venne in effetti restaurata e continuò ad essere officiata. 
    Nel 1658 il Faino la collocava nel territorio di Rodengo e nel 1696 il conte Camillo Medici donava alla chiesa le reliquie dei S.S. Martino, Illuminato, Giustino, Vittoria e Fortunato. Era ancora officiata nel 1771, anno nel quale in un inventario si legge: "L'oratorio di S. Dionigi con un quadro rappresentante il Santo, con tutto ciò che occorre per dir messa con campanile ed una campana". 
    Indemaniata dalla Repubblica giacobina e passata in proprietà dell'Ospedale Maggiore di Brescia fu trasformata in bottega. 
    Negli stessi anni venne posta l'iscrizione che ricorda la falsa fondazione di Carlo Magno.
  2. S. Antonio Abate (contrada Muraga 1567): Costruita probabilmente nel sec. XVI non era ancora completata all'epoca della visita del vescovo Bollani (1567) che ordinava di ornare l'altare di tutto il necessario, di fare il pavimento, d'imbiancare le pareti, di tenerlo chiuso per impedire l'ingresso agli animali, aggiungendovi altre prescrizioni. 
    Nel 1581 gli atti della visita di S. Carlo B. ripetevano ordini già dati e ne predisponevano di nuovi. 
    Nel 1598 il vescovo Marino Giorgi ordinava il recupero dei beni usurpati, i cui redditi dovevano essere utilizzati per il restauro e per la celebrazione almeno nei giorni festivi. 
    In caso che ciò non si fosse verificato entro un anno la chiesa doveva essere abbattuta, il materiale doveva essere utilizzato per la chiesa di S. Rocco e la campana doveva essere destinata alla parrocchia. 
    Ordini analoghi ripeteva il vescovo nella visita pastorale del 1611. 
    Rimasta ancora cadente nel 1621, la chiesa nel 1638 era scomparsa.
  3. S. Rocco (piedi Monte Berta 1513) : Sorgeva ai piedi della salita al monte Berta e presentava un'architettura elegante. Venne condotto a termine, come rivela la data che si legge nel soffitto, nel 1513. Nel 1567 il vescovo Bollani, ordinava che venisse collocata "la pala all'altare maggiore, di ornare l'altare di candellieri, croce, pallio, tovaglie, ecc.". Così pure all'altare della SS. Trinità, aggiungendo di dipingere il gradino. Aggiunse, il visitatore, di fare il pavimento e di tener chiusa la chiesa. Per conservare il culto dell'oratorio, Abramo Federici aveva fatto un legato di tre messe settimanali. Nel 1581, nella visita apostolica di S. Carlo Borromeo venne ordinato di ridurre gli altarini in forme più grandi, di mettere l'inferriata all'altare maggiore, imbiancare le pareti, chiudere la finestra al lato della facciata, riparare la finestra, dove vi era la campana, coprire le finestre con vetri ovvero con tela, fare il pavimento ed il soffitto. Nel 1621 era officiato dai padri del Terz'Ordine di S. Maria. Ad un legato di tre messe settimanali predisposto da Abramo Federici, altri se ne aggiunsero per testamento (2  luglio 1631) di Bernardino Caprioli di Brescia. La chiesa, che apparteneva al comune, veniva officiata da un rettore e venne dedicata anche a S. Nicola da Tolentino.  Veniva anche utilizzata per la dottrina delle donne.Agli inizi del '900 vi si celebrava una volta l'anno.
  4. S. Teresa o S. Maria (Villa Fenaroli 1648)
  5. S. Filippo Neri (1570-1686) : Eretta dai Padri della Pace che avevano a Saiano un luogo di villeggiatura venne costruita tra il 1670 e il 1686. Nel 1792 era officiata dai Padri solo l'estate. Soppressa la congregazione passò in mano di privati e nel 1854 era di patronato della famiglia Chinca.

 

Centro agricolo e in parte industriale della Franciacorta orientale. Comune autonomo fino al 1927 e poi unito a Rodengo formando il comune di Rodengo Saiano; parrocchia autonoma; si stende a 12 km. a NO di Brescia, in zona pianeggiante e collinare. È a 187 m. s.l.m., ed ha una superficie di kmq. 4,10. Le principali località sono: Castello, Delma (a m. 500 s.l.m.). Muraga, Corneto, Cantarana, Cobattola, Bettole.

 

ABITANTI (Saianesi): 870 nel 1493, 500 nel 1567 e nel 1573, 627 nel 1590, 800 nel 1610, 427 nel 1637, 545 nel 1658, 569 nel 1727, 670 nel 1736, 522 nel 1760, 570 nel 1775, 555 nel 1791 e nel 1805, 618 nel 1819, 619 nel 1835, 630 nel 1848, 679 nel 1858, 680 nel 1868, 630 nel 1876, 700 nel 1887, 815 nel 1898, 925 nel 1908, 1.007 nel 1913, 1.040 nel 1926; 1.116 nel 1939, 1.300 nel 1949, 2.000 nel 1963, 1.871 nel 1966, 2.297 nel 1971, 2.297 nel 1981, 2.550 nel 1991, 3.143 nel 1997.

 

Il nome viene ritenuto da qualcuno come un aggettivo derivato dal vocabolo "Seju" di origine etrusca e di incerto significato. Secondo altri il nome si riferirebbe ad un insediamento di Franchi "salii", popolazione di origine germanica, e indicherebbe "campi seminati", un complesso rurale della Franciacorta o aree rurali libere concesse ai monaci dell'abbazia di Rodengo. Per qualcun altro deriverebbe dal nome romano della famiglia Seiana (il nome Seius compare in una lapide trovata a Saiano e quello di Seia compare in altra lapide); secondo altri ancora da un supposto "fundus Sallianus dal gentilizio "Sellius". Tutto ciò indicherebbe un'origine romana. Su tale origine hanno scommesso scrittori come Gabriele Rosa, Cesare Cantù ecc. Il luogo è citato anche come Sachiani o Siano nel sec. XII, Sayano nel sec. XIII, Saiano in seguito. 

 

In località Bettola sul torrente Livorna vennero trovati nel 1970, nel corso di lavori stradali, i resti di un ponte romano e tombe di epoca incerta. Reperti analoghi vennero trovati in una località imprecisata fra Rodengo e Saiano. Presso la chiesa parrocchiale venne inoltre rinvenuta un'iscrizione funeraria di un "Secundus Strabo". Secondo P. Guerrini il territorio fu un fundus rustico di una famiglia romana nell'ambito della circoscrizione del "pagus" di Gussago, del quale costituì l'estrema parte occidentale, parallelo al vicino Valenzano appartenente al pagus di Bornato. Tuttavia il più antico documento che si abbia del castello è l'Istromento, 3 aprile 1019, rogito di Aldo notaio del sacro Palazzo alla presenza dei testimoni Giselberto, Wazo e Giraldo. Ermengarda Azzanelli, vedova Poncarali, così nell'Istromento, dona alcuni suoi beni con una cappella dentro e fuori il castello di Saiano al prete di Acqualunga D. Gerardo. L'atto notarile dice: «intra et extra castrum Saliani». Per Saliani si interpreta Saiano, e vi si scorge la modificazione del nome primitivo Seiano in Saliano, forse per imitazione di altre località come Sale di Gussago, Sale Marasino, ecc.


Probabilmente nel sec. X-XI sorse un castello o un recetto o un piccolo borgo fortificato a forma rettangolare di 120 m. x 80 m. circa poi recuperato in parte da una villa e del quale esisteva fino a qualche decennio fa parte del fossato che la cingeva. Nel castello venne eretta anche una cappella ufficiata da un sacerdote. A quanto afferma il Lechi fu di proprietà del vescovo e passò poi alla famiglia Turriceni e via via ai Bettoni Cazzago che eressero una bella villa, chiamata Villa Paolina. La villa fu poi dei Pirozzi, dei Giro, dei Manfredi e infine dei Bettoni. Dove esistono i resti della primitiva chiesa parrocchiale esistette una rocca o castello o meglio un largo fortificato con funzione di rifugio coincidente (su un'area di 120 x 80 metri) con l'isolato prospiciente la chiesa stessa e che il Da Lezze nel 1610 descrive come "una rocca cinta di mura con le fosse dove s'attrova la chiesa di S. Salvador".


Il Lechi scrive che la Rocca sorse forse "fra quegli edifici che prospettano l'odierna chiesa parrocchiale fra i quali vi è l'ingresso a mattina del castello e a sera della Villa Paolina". Sempre il Lechi sostiene che quanto alla "storia del castello non vi è molto da dire se non che esso ha seguito le sorti dei vicini castelli di Paderno e di Passirano". Ovviamente falsa la tradizione fissata in una lapide posta sull'ex chiesa di S. Dionigi di una sosta di Carlo Magno prima di occupare la Valcamonica. Presente soprattutto sul territorio la Badia di Leno che vi lasciò la sua impronta nel titolo del S. Salvatore dato alla chiesa o cappella primitiva di Saiano. A nome della Badia leonense vi esercitò predominio feudale la famiglia dei Capitani di Gambara, i potenti feudatari che nei secoli XII e XIII usurparono gran parte dei beni monastici di Leno nel territorio bresciano. Nel territorio fino al sec. XVI ebbe possedimenti anche la pieve di Bovegno.

Saiano sentì più tardi l'influenza del vicino monastero cluniacense e olivetano di Rodengo, al quale erano passati i beni fondiari della Badia di Leno in questo territorio ma, di fronte a Rodengo, Saiano mantenne sempre la sua indipendenza civile ed ecclesiastica come Comune. Fra le famiglie più antiche sono da segnalare quella dei Saiani che presero il nome del paese e quella dei Masperoni il cui capostipite fu un Pasino e già presente agli inizi del millennio. In un contratto monastico del febbraio 1192 che fa riferimento a Rodengo figura il primo saianese di cui si ha notizia: il "notaro" Ottone. Poi c'è un tale Cuppa, che nel 1201 ricevette l'investitura di un fondo ugualmente conventuale, ma di Santa Giulia, a Brescia. Alla primitiva Vicinia subentrò il Comune che risulta già costituito almeno nel sec. XIII.

In un documento del 16 dicembre 1280 il "comune et homines de Sayano" vengono infatti obbligati a concorrere alle spese di ricostruzione del Ponte Crotte sul Mella. Il castello fu al centro delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, nel 1439 fu devastato dal Piccinino; nel 1512 subì l'incursione dei Francesi. Il Da Lezze ricorda, nel 1610, che Saiano è «terra picciola con la rocca cinta di mura, con fosse, dove s'attrova come già s'è detto, la chiesa di S. Salvador, officiata da un prete, con entrada de 1.200 bresciane». Il comune (appartenente alla Quadra di Gussago e dal sec. XIX al mandamento di Rovato) è presente in documenti del 1491 per livelli di terre ed altri ancora per varie ragioni nel 1525, 1527, 1530 e 1532 . Per un certo periodo nel sec. XVI fu unito al comune di Rodengo.

In Saiano si andarono poi distinguendo oltre ai nob. Provaglio, i Martinengo, i Rodengo, i Violini (che con Lodovico Marco Antonio eressero nella chiesa parrocchiale nel 1606 il sepolcro), i Bettini, i Benaglio, ecc. Vi possedevano tra gli altri beni il Convento di S. Francesco di Brescia (1418, 1532, 1547).


Presente dal 1583 circa il "Monte di pietà de biave" e almeno dal 1598 il "Pio luogo della Carità" per confezionare e distribuire pane.

L'abitato nel 1610 contava 800 anime, di cui 157 utili.

Il rettore veneto ci offre nel Catastico altre interessanti informazioni: «Nobili Bresciani, li ss.ri Fenaroli, li ss.ri Rodenghi. Contadini principali gli Avosti con grossa entrata; li Violini, li Calzini, gli altri lavorano le terre. Chiesa della Madonna fuori della terra mezo miglio a mezo il monte detto de Berta oficiata ogni giorno da tre Padri dell'ordine di S. Giosef in Brescia. Nel territorio vi sono piò di terra n. 800 essendo la campagna fertile, che ogni piò è di valuta di 100 scudi. Sei molini di molte rode posti sopra la Seriola, che passa per la terra et è acqua sortiva di fontane di ragion de particolari. Et anco alcuni mercanti da biava, che la comprano per il territorio Bresciano, et la portano a Gardone. Quanto al governo fanno Consuli, Sindici et Massaro».

Devastatrice fu la peste del 1630 per cui la popolazione da 800 abitanti nel 1610 nel 1637 era ridotta a 427. Uno spaccato di vita saianese è negli scritti del Cocchetti che racconta come «nel 1726 a Saiano, Passirano, Bornato, Adro ed altre terre s'era formata una lega di malviventi, che rapivano donne, molestavano i paesi, ecc. Erano casi frequenti a quei tempi, sì che nel giugno 1723 usciva un ordine che obbligava le terre a mantenere delle guardie sui campanili onde fossero pronte a toccare a martello; molte terre avevano obbligo inoltre di far battere le strade da armati». Nei secoli XVI e specialmente nei seguenti XVII e XVIII la proprietà agraria passò in mano a famiglie nobili che costruirono ville e case di villeggiatura.


Anche il piccolo ma antico castello feudale venne poi trasformato nella VILLA PAOLINA della contessa Bettoni-Pirozzi che conteneva la vecchia chiesa parrocchiale.

Nascevano inoltre la VILLA FENAROLI a Corneto, edificata nel primo '700 ma radicalmente "rivista" alla fine dell'800 dall'architetto Antonio Tagliaferri, che disegnò la cancellata sulla strada e la casa del custode, secondo il gusto neo-barocco eclettico di quel periodo; la VILLA PROVAGLIO; VILLA MOLINARI del Seicento, ma ristrutturata in chiave neoclassica; CASA MONTICELLI, di fine Ottocento, ecc.

Nei secoli XVII-XVIII si aggiunsero alle famiglie segnalate quella dei Torriceni ai quali subentrarono i Bettoni, dei Soncini, dei De Micheli, dei conti Martinengo, dei nobili Provaglio ai quali si aggiunsero le distinte famiglie Agosti, Felicina, ora spenta, Antonelli, Ballerini, Benaglia, Borgondi, Bonoris, Borghetti, Mangano, Montini, Salvi, Vivenzi, Novali, Belleri, Gelfi, Chinca, Piotti, Ranieri, Contrini, Piardi, Rocca, Lumini, Ragnoli, Danesi e altre.


Lenta l'evoluzione sociale culturale del paese della quale fu un passo importante il richiamo da parte del vescovo in visita nel 1669 al rettore della chiesa di S. Maria degli Angeli, di dedicarsi all'istruzione dei fanciulli.

Nell'ex convento di Saiano venne aperta nel 1787 una specie di accademia nella quale gli alunni venivano istruiti nella grammatica, nelle lettere, nell'aritmetica e nell'agricoltura. Pochi anni dopo, nel 1792, l'arciprete don Palmerino Fattori comperava una casa presso la chiesa parrocchiale per sistemarvi la scuola, raccogliendo inoltre in un legato un capitale per il mantenimento del maestro, in quel tempo don Stefano Fattori, con la disposizione che mancando gli scolari, il frutto venisse dal parroco distribuito ai poveri.

Dal 1812 al 1816 il comune venne unito a quello di Rodengo, riacquistando poi la sua autonomia.

Il primo Risorgimento vide attivi assieme ad altri l'avv. Leonardo Mazzoldi che nel 1823-1826 venne dalla polizia austriaca inquisito e poi prosciolto per difetto di prove legali.

Echi vivi suscitò la morte, avvenuta il 31 marzo 1849 nell'ex convento di S. Maria, del ven. Lodovico Pavoni, che vi si era riparato con i suoi giovanetti durante l'infuriare dell'insurrezione delle Dieci Giornate.

Ad una spedizione dei Mille partecipò il saianese Stefano Antonelli (20 agosto 1841 - 24 aprile 1867) ferito a Calatafimi.

Più accelerato il ritmo dell'evoluzione sociale negli ultimi cento anni segnato dalla fondazione da parte del parroco don Giuseppe Garbelli dell'asilo infantile, la cui vicenda è raccontata da Rinetta Faroni nel libro "Cent'anni per i bambini".

Pur chiuso in secolari tradizioni, sulla fine dell'800 il paese contava un attivo gruppo di repubblicani.

Ma ancor più a Saiano prese vigore un Circolo della Franciacorta che nei primi decenni del secolo XX promosse iniziative di rilievo sul piano economico, logistico, culturale, ecc.

Nel 1919 il parroco don Salvi fondava la Cooperativa di Consumo "Le Famiglie" che nel 1920 veniva occupata dai fascisti, che poi ritorneranno alla carica con ancor più forti opposizioni nel 1929 imponendo la chiusura delle attività oratoriane e del teatro parrocchiale.

Negli ultimi anni di esistenza del Comune venne realizzato il parco delle Rimembranze (1923), veniva inaugurata contemporaneamente la sede del Fascio, si provvide all'ampliamento del Cimitero e alla costruzione di un acquedotto (1928).

Nel 1927 il comune veniva soppresso e unito a Rodengo sotto la denominazione di Rodengo Saiano.

Durante la seconda guerra mondiale il paese si riempì di sfollati e terribili momenti visse nei giorni della Liberazione specie nella notte tra il 26 e 27 aprile 1945 quando dieci ostaggi vennero fucilati dalle SS tedesche cui seguirono altrettanto dure rappresaglie partigiane.

Fra i personaggi di rilievo si deve contare Giovanni Battista Nazari, letterato ed erudito, autore di opere apprezzate.

Un pittore, Giacomo da Saiano è nominato nell'estimo della P quadra di S. Faustino.

 

ECONOMIA

L'economia fu quasi del tutto agricola. Una ricchezza era costituita specialmente dai boschi, particolarmente folti sui "Monti d'Elma".

Il Da Lezze nel 1610 sottolineava come la campagna fosse "fertile, ogni piò valutato 100 scudi".

Elencava 60 paia di buoi, 20 cavalli da soma, 18 carri.

Segnalava alcuni mercanti di "biave" fra il territorio bresciano e Gardone V.T.

Apprezzato il vino rosso già nel '500 e in seguito anche lo spumante. Nel 1615 Giulio Rodengo ne offriva tre zerle per il matrimonio di Ottavia Lana con Carlo Fisogni.


Vini, grani, gelsi sono i prodotti segnalati nell'800. Ma grande è la povertà essendo poche le proprietà in mano a poche famiglie.

A sollevare in parte l'economia venne incontro lo sviluppo della viticoltura che agli inizi del secolo ebbe nuovo incremento specie da quando nel settembre 1906 venne costituita, dal Consorzio Antifillosserico Bresciano, una delle tre Distillerie Agrarie Cooperative per la Franciacorta.

Ma già nella seconda metà dell'800 Saiano conobbe uno sviluppo artigianale.

Nel 1875 Egidio Novali apriva in Saiano una cereria e "stearineria" che verso il 1882-1883 si trasformava in uno stabilimento a vapore che nel 1889 e in seguito ebbe notevole sviluppo.

Nel 1917 si trasferiva con Livio Novali in piazzetta Vescovado a Brescia.

Un certo sollievo portò l'assunzione da parte della filanda Serlini di Ospitaletto di parecchie operaie anche di Saiano.

Nel tentativo di rallentare tale flusso don Salvi nell'ottobre 1909 apriva presso la Casa Operaia S. Giuseppe una scuola di cucito e di ricamo, in bianco, seta ed oro, affidandola poi alle Suore di S. Marta che ospitò un numero crescente di orfane oltre che operaie esterne fino a raggiungere il numero di una sessantina di operaie.

In seguito la Casa S. Giuseppe divenne una filiale del Calzificio di Roberto Ferrari che ingrandì il laboratorio che nel 1930 ospitava circa 200 operaie e si serviva del lavoro a domicilio di molte famiglie del luogo.

Di un certo rilievo anche il pastificio aperto da Egidio Pelizzari.

Negli anni '20 venne aperto anche uno sportello della Banca Piccolo Credito Bergamasco.

In frazione Delma esiste una delle non poche trattorie quale il Gallo, vecchia di 150 anni (ora chiusa).

L'11 aprile 1999 è stata inaugurata la Residenza per anziani "Tilde e Luigi Colosio" sita in via Biline in località Delma. 

 

http://www.enciclopediabresciana.it

 

 

ilcalvario

 

La chiesa dei frati Minori : Santa Maria degli Angeli
 

La chiesa sorge, con il convento, sulle pendici del monte Delma su una piccola altura che per l'esistenza (dal 1690) di una cappella modellata sulla basilica del Calvario di Gerusalemme venne perciò chiamata "il Calvario".

A E della chiesa e del convento si stende una fuga di collinette; a O il terreno degrada con piccole alture e in terre pianeggianti fino a Rovato.

Vi si accede per due vie: una, a sera, comoda e asfaltata, l'altra a SE che prosegue con una gradinata di 215 gradini in cemento costruita da p. Bartolomeo Balduzzi che ha fatto erigere anche una serie di 14 cappelline in stile gotico che accolgono una Via Crucis e finisce nell'ampia gradinata sulla quale si ergono la chiesa e il convento.

La chiesa venne costruita agli inizi del '500, come denotano le iscrizioni su una colonna ("Hoc opus f.f. MDX"), dal conte Scipione Provaglio che ne affidò il progetto al maestro Marco da Gandino.

Lo stesso conte Provaglio disponeva, con testamento del 16 marzo 1534, che venisse terminata, mettendola sotto il patronato perpetuo della sua famiglia e disponendo una dotazione di 20 scudi d'oro per la celebrazione perpetua di una S. Messa. Allo stesso conte si deve la costruzione della torre.

Alla morte del conte Scipione (13 giugno 1534) la costruzione continuò per intervento del nipote Camillo mentre gli altri coeredi Francesco, Battista, Lodovico si dimostrarono restii a continuarla obbligando l'11 marzo 1538 il podestà di Brescia a imporne la continuazione.

 Proseguita quest'ultima dai nobili Camillo e Cesare, la chiesa venne coperta il 22 agosto 1579 e terminata, sotto la sorveglianza del conte Cesare Provaglio che largheggiò in sovvenzioni, nel 1582.

Nonostante i circa cinquant'anni impiegati nella costruzione della chiesa (1534-1581 c.) come sottolinea Francesco De Leonardis «L'impianto architettonico di Santa Maria degli Angeli (così è anche titolata la chiesa) è particolarmente interessante, perché, nel nostro territorio, è un raro esempio di edificio rinascimentale a croce greca, di classico equilibrio nella disposizione dei volumi e di linee armoniose.

 All'esterno è preceduto da un portichetto a tre arcate, sostenute da due colonne in pietra grigia, rigonfie in basso e lavorate a fogliami (ricordano le colonne interne di Santa Maria dei Miracoli a Brescia), poggiate su due pilastrini finemente decorati con candelabri e motivi vegetali e con due tondi, al centro, raffiguranti i profeti.

L'interno - la decorazione moderna è alquanto ingenua - ha i bracci voltati a botte ed un'abside semicircolare, la cupola centrale è impostata su un alto tamburo, diviso da lesene. Sull'altar maggiore, è una pala tardo cinquecentesca di autore ignoto, ma di area bresciana, che raffigura la "Madonna con il Bambino e San Giovanni Battista contornata dagli angeli", si tratta di un dipinto vivace e piacevole che nasconde un affresco sottostante con la "Natività di Gesù"» ed una scritta che indica che fu restaurato nel 1890.

 

Affidata dapprima ad un cappellano per il quale venne costruita una piccola residenza con un orto adiacente, la chiesa venne con bolla di Sisto V del 20 maggio 1589 affidata ai Terziari Regolari di S. Francesco di S. Rocco alle Fornaci, i quali dalla bolla venivano autorizzati ad accettare la donazione, insieme con un appezzamento di terreno per costruirvi anche il convento: «unam dicti ordinis domum».

I Provaglio tuttavia dichiararono di conservare in perpetuo il giuspatronato sulla chiesa e sul convento, per cui i frati "in segno di tale ricognizione gli mandavano ogni anno alla Festa della Ceriola un candelotto da due lire".

Preso possesso nell'agosto 1589 i Terziari poterono usufruire del capitale predisposto dai Provaglio.

Risultando angusta l'abitazione dei Terziari, sotto la custodia del priore fra Stefano da Chiari, considerato il fondatore del convento venne posta la prima pietra di un nuovo convento che venne iniziato nel marzo 1590 grazie anche al sostegno del conte Cesare Maria Provaglio e per intervento particolare del tagliapietre Santo Salvi di Ome, dei muratori maestro Antonio di Bornato e del figlio Lelio o da parte di Francesco Bianco che nel febbraio 1598 terminavano la fabbrica.

Col tempo anche la chiesetta fu ingrandita e dipinta, come ne fa fede l'iscrizione interna all'ingresso: "Comes Caesar Provaleus hanc Ecclesiam in honorem Dei et SS. eius Matris instauravit et ornavit 1592".

Anche la moglie fece apporre sot to il dipinto della Madonna che sta sull'alzar maggiore le sue iniziali "O(ctavia) A(vogadra)" con l'anno 1590.

Notiamo che sul davanti a destra si legge anche la scritta: "Inst(auratum) Anno MDXC", da cui risulta evidente che quello è l'anno del restauro e pertanto il dipinto è molto più antico. Oltre l'altar maggiore con detta pala, vi erano due altari laterali, l'uno a sinistra dedicato a S. Francesco raffigurato in abito di Terziario Regolare e l'altro a destra con S. Antonio di Padova, tele scomparse.

 

Da parte loro i Terziari aggiunsero nel 1640, a loro spese, una piccola fabbrica, costruendo il cortile d'ingresso al convento a volta, sostenuto da otto colonne di pietra di Sarnico con capitelli dorici, ed il corridoio superiore a mattino della chiesa, che conduce nella stanza, che guarda ad est, a mezzogiorno ed a sera, presentando all'osservatorio tre splendidi panorami.

 Proprio in quella stanza morirà il 31 marzo 1849 il ven. Lodovico Pavoni.

 

A sostegno del convento non mancarono legati supportati da interventi anche del Terz'Ordine stesso.

In seguito alla soppressione dei Terziari Regolari, disposta da Innocenzo X con bolla del 15 ottobre 1652, il convento venne chiuso e i suoi beni passarono alla Repubblica Veneta per finanziare la guerra contro i turchi, mentre la chiesa rimaneva aperta al culto anche per interessamento dei Padri della Pace.

Dopo lunghe trattative con la Repubblica Veneta, la contessa Maddalena Avogadro vedova Provaglio, ricomperò il convento il 27 marzo 1669 e insieme col comune di Saiano iniziò le pratiche per introdurvi i Frati Minori dell'Osservanza con caloroso sostegno del Comune stesso. Così una piccola comunità di religiosi francescani con il Guardiano p. Giuseppe Maria da Gardone Riviera il 30 luglio 1671 ridava vita a quel centro di vita religiosa, al quale guardavano e confluivano molti fedeli dei dintorni. Si formò la nuova famiglia di 12 o 14 religiosi, 8 dei quali sacerdoti.

Ma negli anni seguenti aumentarono i religiosi ed i sacerdoti raggiunsero il numero di 10 come appare dal decreto vescovile di elevazione della Parrocchia di Saiano in chiesa Arcipretale.

Un'intricata questione sorse fra i conti Provaglio, questione che il 20 giugno 1672 si concluse con l'investitura dei Padri.

Anche l'altra questione circa la riduzione della messa quotidiana perpetua finì il 13 maggio 1686 con una convenzione.

 Dietro il convento, sulla cima di uno scoglio, i religiosi edificarono nel 1690 circa un'altra chiesina simile a quella eretta sul Calvario a Gerusalemme: da ciò venne il nome di "Calvario" dato al colle e al convento, come ancor oggi viene chiamato dalla gente.

 Essa doveva concludere l'itinerario della Via Crucis con le altre stazioni o cappellette lì d'attorno.

Ma in seguito, anziché costruirle qui, si preferì erigerle lungo la scorciatoia che sale al convento e alla chiesa, a cui si aggiunge, come già s'è detto, anche una scalinata di oltre 200 gradini per chi vuol salire a piedi, e una strada asfaltata per i mezzi celeri.

Sempre con l'intento di diffondere la devozione alla Passione e alla Morte del Redentore fin dal 1711 i religiosi costruirono nella chiesa accanto all'altare di S. Francesco un'edicola del S. Sepolcro con la scritta: "Vera S. Sepulchri Domini Nostri Jesu Christi Forma" e una pietra con la presunta impronta dei piedi di Gesù colla scritta: "Vera pedum D.N.J.C. forma - in Monte Oliveti impressa ab Ipso in sua Ascensione - 7 novembre 1711".

 Il convento accolse ordinariamente 15-17 frati, dieci dei quali sacerdoti. Senonché con la legge del l° giugno 1769 Venezia sopprimeva diversi conventi, tra questi anche Saiano, per cui il 7 settembre i frati dovettero andarsene.

Rivendicati i propri diritti, fra i quali la sorveglianza sull'obbligo della messa festiva, ne rientrarono in possesso i Provaglio, che nel 1791 lo vendettero a don Agostino Arrighini di Brescia (morto nel 1819). Della gestione della chiesa si fece garante lo stesso sacerdote che con un fratello sacerdote fece rivivere la vita religiosa del Calvario. Morto don Agostino il 9 aprile 1819 il complesso passò alle sue sorelle e nipoti e parenti e poi a Giuseppe Chinca, mentre la famiglia Provaglio rinunciava a tutti i diritti di giuspatronato.

Data l'impossibilità degli eredi di provvedere alla manutenzione e alla conservazione del complesso questi andò sempre più deteriorandosi disattendendo agli obblighi imposti dai legati.

L'esenzione il 18 settembre 1840 da oneri e obblighi da parte del vescovo di Brescia portò la chiesa e il convento il 12 febbraio 1841 nelle mani del canonico Lodovico Pavoni. Questi si impegnò a restaurare tutto il complesso e le adiacenze adibendolo a colonia agricola e all'assistenza ed educazione dei sordomuti. Poco dopo il Pavoni fabbricava la residenza del noviziato della sua congregazione ultimata nel novembre 1845. La rinascita del convento venne compromessa dalla morte, il 10 aprile 1849, del ven. Pavoni che vi si era rifugiato come già s'è detto negli ultimi giorni delle Dieci Giornate di Brescia.

 

Anche dopo la morte del Pavoni il Calvario continuò ad ospitare il noviziato della sua Congregazione assieme ai sordomuti come dimostra un raro opuscolo dal titolo «Esercizio pubblico sulle materie studiate nell'anno scolastico 1852 dagli alunni sordo-muti gratuitamente educati in Saiano dalla Congregazione dei Figli di Maria di Brescia [con l'elenco dei sordomuti educati]» (Brescia, tip. Pio Istituto 1852, pp. 30 in 8°).

Del resto la Congregazione pavoniana anche dopo la morte del fondatore conservò a Saiano le stesse prerogative della casa di S. Barnaba fino a quando con l'apertura l'8 dicembre 1855 della casa di Bussolengo divenne villeggiatura dei Figli di Maria.

Soppresse nel 1866 le Congregazioni religiose, gli ex componenti della Congregazione e specialmente p. Riviera riuscirono a conservarne le proprietà, attraverso l'intervento nel 1880 di p. Antonio Cottinelli mentre gli ex pavoniani attraverso p. Turelli ne mantennero l'amministrazione fino almeno al 1886 quando il convento ospitò l'Istituto degli Artigianelli fondato da mons. Pietro Capretti, il beato don Giovanni Piamarta e lo stesso p. Turelli. E ciò fino al 1895.

Dopo aver tentato di collocare una casa dei Frati Minori Francescani prima a Castegnato e poi a Villanuova sul Clisi un incontro fortuito del pavoniano p. Andrea Mazza con il francescano p. Antonelli li portarono a Saiano, nell'ex loro convento grazie alla decisione del Definitorio Provinciale del 15 settembre 1895.

 Ottenuta il 28 gennaio 1896 la concessione della Congregazione dei Religiosi, il 28 luglio 1897 veniva deciso il trasporto del Probandato o Collegio Serafico per le vocazioni dell'Ordine da Cividino a Saiano, che vi veniva inaugurato il 12 agosto 1897.

 Nel 1902 soprattutto per iniziativa del padre provinciale del tempo, il bresciano p. Ludovico Antonelli, oltre ad un generale restauro fu aggiunto al convento un nuovo grandioso edificio e una nuova Cappella, su disegno dell'architetto Ugo Zanchetta di Milano, dedicata a S. Antonio di Padova.

L'opera, che richiese imponenti lavori di sterro nella viva roccia, adibita poi nella costruzione, fu per la gran parte compiuta dai frati stessi fattisi muratori. Venne inaugurata il 31 gennaio 1933.

 I religiosi si affrettarono a rimettere in onore l'altare del S. Cuore, opera della ditta Nardini di Milano, a costruire la Grotta di Lourdes, a far rivivere nel 1899 la Congregazione del Terz'Ordine, la devozione a S. Elisabetta d'Ungheria (1903), a S. Lodovico di Francia le cui statue vennero collocate in nicchie create dall'intagliatore Rivetti di Rovato. Venne inoltre rimesso in onore il Presepio, la chiesa fu arricchita di paramenti.

Feste riuscitissime si tennero per il 50° della Definizione del Dogma dell'Immacolata (1904), del centenario della fondazione dell'Ordine Francescano (novembre 1909) e di altre significative circostanze.

Vissero, nel convento, religiosi esemplari fra i quali p. Bonaventura Ghitti di Borno, fra Cornelio Pisoni, fra Ildebrando Boifava. Luminosa la presenza nel convento di un giovane aspirante e poi novizio, Callisto Carmelo Pasini, in religione fra Tomaso, morto di spagnola nel 1918 in fama di santità.

 Il convento si arricchì inoltre di una consistente biblioteca.

 Nel 1926 venne terminato per iniziativa di p. Ermenegildo Bianchini e sotto la direzione di fra Vito Manti un nuovo grande fabbricato su due lati a porticato e con vasto cortile, grandi aule, terrazza, torricella ecc. destinati ad accogliere gli apostolini. Nell'ambito di un'"apoteosi francescana" nel centenario di S. Francesco, il 23 agosto 1926 veniva consacrata la chiesa di S. Maria degli Angeli.

Nel 1928 il Collegio ospitava più di 50 "fratini".

 Ristrutturato e ampliato, dal 1929 i fratini salirono a circa 200.

Il collegio-convento pubblicò per alcuni anni un mensile intitolato fratini di Saiano".

 Dal 1937 in poi il grande complesso ospitò il Collegio serafico per le missioni estere.

Nel 1982 noti pittori decorarono, per interessamento oltre che della Comunità francescana del poeta Piero Polesini, il corridoio grande del Convento con affreschi inaugurati l'8 dicembre.

 Nel 1985 il Convento ospitava per iniziativa di p. Eligio e di Mariolina Mazza "Mondo X", comunità di ex tossicodipendenti.

 In conclusione:
 
Splendida costruzione cinquecentesca, la Chiesa, anticamente nota con la denominazione di Santa Maria in Colle, fu costruita per volontà del nobile Scipione Provaglio sulla collina detta "del Calvario". In seguito allachiesa fu annesso un convento, compiuto nel 1599 e poi più volte ampliato e ristrutturato. La chiesa conserva un bel dipinto risalente alla fine del Cinquecento che raffigura la Vergine, il Bambino, Sna Giovanni etre Cherubini.

 

 
Poco discosto dalla chiesa sorge l'Oratorio del Calvario, eretto verso la fine del seicento in forme barocche: si notano all'interno due pregevoli dipinti su tela.
 
  
Ex Casa Filiale S.m. degli Angeli Fraternità Itinerante di Evangelizzazione (Comunità "Mondo X" )
Via Luca Pavoni 15
 

Appartenenza
ORDINE FRANCESCANO FRATI MINORI, o.f.m.
Fond. 1209
Fondatore: S. Francesco d'Assini (1182 - 1226)
Carisma: Conformità con Cristo nella povertà evangelica; apostolato della predicazione ai fedeli
e agli infedeli.

 
 

I frati minori a Saiano
I Frati Minori entrarono a Saiano nel 1670 e vi rimasero fino al 1769. In precedenza ilconventoerastato

abitato dai Terziari Regolari (1589-1656) mentre nel secolo scorsofu acquistato dal Ven. Ludovico Pavoni che dopo avervi collocato unacolonia agricola per sordomuti ed il Noviziato dellasua nascenteCongregazione dei Figli dell'Immacolata, mori santamente in questo luogo il 1° aprile1849.

 

 
 
La chiesa, dedicata a S. Maria degli Angeli, cosi come il primitivo convento, risale al XVI sec. ed e stata rinnovata dall'arte di P. Nazareno Panzeri: nel 1977 e stata arricchita di un pregevole portale ornato da formelle di bronzo, opera del medesimo artista.
 
Nel 1895 si iniziarono le pratiche per l'acquisto di Saiano dove si diede inizio al Collegio Serafico (12 agosto 1897). Nel 1898 con la nascita della Provincia di Lombardia, i fratini vennero portati ad Ornavasso e ritornarono a Saiano solo nel 1902. Da allora il Collegio fu in continua espansione per il sempre crescente numero di ragazzi che chiedevano di entrare nel nostro Ordine. La situazione logistica nel 1936 vedeva Saiano completo di tutte le strutture scolastiche e pedagogiche nonché della chiesa propria dei fratini dedicata a S. Antonio di Padova.
Due figure di frati esemplari, io credo debbano essere ricordate parlando del Collegio di Saiano: P. Giulio Cazzaniga e Fr. Salvatore Terni. Il primo fu il Rettore che per molti anni guido con sapienza schiere numerose di ragazzi che si aprivano alla vita ed alla vocazione. Il secondo per ben 35 anni (1906-1941) fu l'instancabile questuante che sostenne le opere dei fratini di Saiano bussando a tante porte ed a tanti cuori nel nome di S. Francesco.

Nel 1962 venne donato al Collegio il colle della Berta dove, oltre ai vigneti e ai frutteti, venne sistemato un campo da gioco. Nel 1964 si iniziarono i lavori per la portineria e per la direzione, che venivano a "fare chiostro" con il resto degli edifici. In questa nuova ala e stato sistemato un museo etnografico (1969) di grande interesse in collegamento col Segretariato Provinciale delle Missioni.
Con l'andare del tempo l'impostazione educativa del Collegio ando mutando e si passo da Seminario a Centro di Orientamento Vocazionale, a scuola privata, finché si giunse alla decisione di sospendere anche la scuola e si affido all'associazione Mondo X la grande struttura perché vi fondasse un centro di recupero per i drogati secondo le finalita sue proprie cosi come P. Eligio le ha delineate durante la sua lunga esperienza "nel pianeta Uomo". Cosi infatti si esprime il Capitolo del 1985: "Per il complesso Collegio-Convento di Saiano si attui in tempi ragionevolmente rapidi la cessione in forma di comodato all'Associazione MONDO X, con la presenza di una Comunita autonoma di Frati con luogo ad essa riservato ed ingresso proprio, e con possibilita di collaborazione concordata tra i rispettivi Responsabili". L'iter che ha portato la Provincia a compiere questo passo e stato lungo, a volte sofferto, ma la scelta, io credo, non e stata immatura.
 
Fonte: La breve storia del convento è stata tratta da FRATI MINORI DI  LOMBARDIA,
Materiale per cinquant'anni di storia,  Milano 1987 (pro manoscritto).
 
 
 

PADERGNONE
Padergnonis
Parrocchiale : San Rocco  (costr. ...... ; cons. ......)
Altre Chiese : Cristo Risorto

CAP  25050 - RPG n.  220 del 20.07.1989

RODENGO
Rotingi
Parrocchiale : San Nicola da Bari  (costr. ..... ; cons. .........)
Altre Chiese : S. Stanilao Kotzka (fraz Paradello, privata) S. Teresa D'Avila (Carmelitane)
CAP 25050 - RPG n. 222 del 20.07.1989
 
 
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