Cenni Artistici

  

 
Abbazia olivetana di San Nicola
 
 
 
a Rodengo - Un priorato cluniacense originariamente dedicato a San Pietro sorse alla fine del sec. XI, ma nulla ne resta. Nel 1446 papa Eugenio IV assegnava il monastero agli Olivetani. Entro il secolo erano probabilmente completati i chiostri: più antico quello occidentale; di fine '400 il meridionale; rifatto nel 1560-70 (a causa dell'ampliamento dei piani superiori) quello attiguo alla chiesa. In questa fase fu completato e decorato anche il grande refettorio. Nel 1496 entrò nel monastero fra Raffaele da Brescia, al secolo l'intarsiatore Roberto da Marone, autore del leggìo - eseguito su cartoni del Romanino - oggi custodito nella Pinacoteca Tosio-Martinengo a Brescia. Sono invece di Cristoforo Rocchi (1480) le tarsie del coro. Intorno al 1538 Romanino fu chiamato ad affrescare i chiostri. Poi Gambara affrescò l'atrio del refettorio. Nel 1588 Pietro da Marone lavorò nei chiostri e nei corridoi e nel 1608 Grazio Cossali dipinse nel refettorio. Nella chiesa è la tela del Moretto coi Santi Pietro e Paolo. Il convento riprese vita dal 1969 col ritorno degli Olivetani.
 
 
 
 
 
 
 

Monastero sul colle Calvario

 
 
a Saiano - Qui nell'800 il venerabile Lodovico Pavoni acquistò un edificio religioso costruito nel 1534 (ne resta la chiesa) e vi avviò la propria opera educativa. Nel 1897 l'edificio fu acquistato dai Frati minori e nel 1902 divenne sede del Collegio serafico missionario.
 
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 Palazzo Masperoni
 
a Rodengo - a Padergnone, del '600, poco distante da Ponte Cingoli, con portale ad arco bugnato e un portico ad archi su colonne.
 
 
 
 
 
  
Villa Molinari
 
 
 
del '600 ma ristrutturata in chiave neoclassica.
  

 

 

 
 
 
 
Villa Maria
costruita in stile neogotico.

 

 
 
 
 
 
 Villa Fenaroli
a Saiano - a Corneto, edificata nel primo '700 ma radicalmente "rivista alla fine dell'800 dall'architetto Antonio Tagliaferri secondo il gusto neo-barocco eclettico di quel periodo.
 
 
S. TERESA, poi S. MARIA, poi S. ANNA e S. MARIA. 

Costruita dalla famiglia Fenaroli accanto alla loro villa di Corneto esisteva già nel 1648. 

Nella pala dell'altare assieme a S. Teresa figuravano i S.S. Filippo, Ignazio, Francesco e Isidoro. 

Aveva un cappellano e gli atti delle visite pastorali la registrano in perfetto ordine. 

Nel 1731 veniva concesso il confessionale; nel 1732 la custodia del SS. Sacramento. 

Restaurata, più volte e specialmente agli inizi del '900 e "tenuta con grande decoro". P. Paolo Sevesi nel 1918 così ne diceva: "Nei quattro angoli sono in venerazione, presso il presbitero, le statue di Maria Immacolata e di S. Giuseppe, presso la porta d'ingresso, le statue in pietra di S. Anna e di S. Giovanni Battista. 

Vi è di speciale l'altare tutto di marmo, con tabernacolo riccamente lavorato e con balaustre di marmo bianco grigio finemente lavorato". 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Casa Monticelli
a Saiano - sulla strada tra Brescia e Iseo, di fine '800, con richiami all'immagine di un castello romanico.
  


 
 
 
 
 

Cascina Monticella: una storia di arte, candele e decadenza a Rodengo Saiano

di Marco Tiraboschi
Tra uno svincolo e la tangenziale sta un curioso, cadente, vecchio edificio grigio sormontato da due torri di gusto neo-gotico. Era il 1641...
 
Nel territorio di Rodengo Saiano, incastrato tra uno svincolo e la tangenziale, sta un curioso, cadente, vecchio edificio grigio sormontato da due torri di gusto neo-gotico. Si chiama cascina Monticella: tra il grottesco e il ridicolo sta lì, fuori luogo, una casa da «famiglia Addams» sbilenca in mezzo agli squallidi cubi di cemento della zona artigianale, ma della sua storia c'è tanto da raccontare.
 

Tutto, per noi, comincia nel 1641, quando la struttura risulta essere di proprietà del grande pittore Ottavio Amigoni. Nato nel 1606 inizialmente lavora come speziale, una specie di farmacista, nella bottega del padre, poi apprende l'arte pittorica viaggiando parecchio, cosa inusuale per l'epoca. Nei suoi viaggi visita la Liguria, l'Emilia, Milano, Mantova e la Svizzera. Ispirato da grandi maestri come il Veronese e Procaccini e dallo studio degli artisti locali, sviluppa uno stile caratterizzato da figure

monumentali, colori vivaci e dall'uso magistrale della lumeggiatura, che gli permette di creare stupefacenti effetti di luce. La sua pittura rappresenta una transizione tra manierismo e barocco.

Amigoni, di fatto, ricopre la scomoda posizione di artista dell'epoca di mezzo che, nel quarto decennio del '600, l'epoca de la Monticella, raggiunge l'apice della sua arte. Sono dei capolavori l'«Ultima cena» di Quinzano d'Oglio, la «Madonna con bambino» conservato nella chiesa di San Rocco a Zone e «I misteri del Rosario» a Verolanuova. Così la nostra vecchia casa si ricopre di affreschi dell'artista che la impreziosiscono, la rendono opera d'arte e atelier di lavoro e sono ancora tutti da scoprire. Dopo più di un secolo la Monticella è ancora presente nel catasto napoleonico redatto tra 1807 e 1854 ed è definita «casa da massaro».


La masseria era casa colonica destinata all'uso agricolo e all' allevamento, ma, nel caso fosse di proprietà di una potente famiglia, poteva essere fortificata, dotata di torri e raffinati decori, come nel nostro caso. Nel 1875, nella raffinata masseria, Egidio Novali avvia un' attività che oggi suona bizzarra e lontana: una cereria, una produzione di cera e candele che utilizza la stearina, una sostanza all'avanguardia derivata dal grasso animale o vegetale. Le candele erano tra i pochi sistemi di illuminazione nelle buie notti prima che l'elettricità rischiarasse il mondo, quindi era molto richiesta una manifattura di qualità.

Il furbo Novali, come risulta dai documenti dell'epoca, elargiva regolarmente sostanziose donazioni alle parrocchie del circondario, evidentemente come riconoscenza ai propri clienti. Nel 1882 meccanizza la propria produzione introducendo la prima macchina a vapore della Franciacorta, come recita l'annuario agricolo del 1882: «Il signor Novali Egidio esercita nel Comune di Sajano un'altra fabbrica di candele di cera nella quale lavorano 4 operai maschi adulti col sussidio di un motore a vapore della forza di 3 cavalli».

In un altro documento si riporta la produzione di 11.000 kg di cera ogni anno. Così la Monticella supera anche il XIX secolo per ospitare, nel '900 delle case popolari. Qui venti famiglie di Rodengo hanno residenza fino agli anni '50, si incrociano storie, ricordi. Poi l'abbandono e la decadenza, il tentativo bloccato di raderla al suolo e, oggi, il degrado: gli affreschi ricoperti di graffiti, le finestre cieche orbite vuote, in attesa, che un giorno, la Monticella ritorni a vivere.

fonte : www.bresciaoggi.it  9/11/2023

 
 
 
 
 
 
 
 
  • PERIODO      ROMANO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Cippo con epigrafe romana (ora c/o i Civici Musei d’Arte e   Storia di Brescia)

Loc. Ponte Cingoli

Cippo militare (327 – 328 d. C.)

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Iscrizione funeraria di Quintia Macrina (ora c/o i Civici   Musei d’Arte e Storia di Brescia)

Padergnone

Iscrizione funeraria di Secundus Strabus (ora c/o i Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia)

Loc. Saiano (chiesa parrocchiale)

Rinvenimento fortuito del 1956 di base onoraria

Loc. Ponte Cingoli

Rinvenimento fortuito del 1970 di tombe romane

Loc. Bettole di Saiano

Materiali ceramici (sec. I a. C.)

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Resti di un ponte romano (distrutti)

Loc. Bettole di Saiano

Rinvenimento fortuito del 1900 di reperti e monili (ora c/o i   Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia)

Tra Rodengo e Saiano

Strutture murarie e resti di pavimenti di edificio tardoromano   - altomedievale

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Sagrato dell’abbazia degli Olivetani (su quadrivio romano; tra   ‘500 e ‘600 opere di Cossali, Foppa, Gambara, Moretto, Romanino)

Loc. Rodengo

  • MEDIOEVO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Rinvenimento di strutture della chiesa di S. Pietro

Loc. Rodengo (Abbazia degli Olivetani)

Reperti scultorei altomedievali (sec. VII – VIII d. C.)

Loc. Ponte Cingoli (chiesa di S. Stefano)

Rinvenimento del 1995 di necropoli altomedievale con corredo   (sec. VII – VIII d. C.)

Loc. “La Santa”

Abbazia Olivetana (sec. X; sito pluristratificato. Opere di   Cossali, Ferramola, Gambara, Romanino, Scuola del Foppa)

Loc. Rodengo

Chiesa di Santo Stefano ( nei secoli VII - VIII diaconia; nei   secoli VIII – X xenodochio)

Loc. Ponte Cingoli

Antica chiesa di S. Dionigi

Loc. Ponte Cingoli

Cappella di S. Antonio (ampliamenti ottocenteschi)

Loc. Delma

Santella della Febbre (sec. XV)

Loc. Delma

Santella (S. Sebastiano e S. Rocco)

Loc. Cantarana

Tracce del castello

Loc. Saiano

Villa Masperoni (casa – torre del sec. XIII –XIV)

Loc. Rodengo

Cappella di S. Rocco ( sec. XV; ora chiesa)

Padergnone

  • RINASCIMENTO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Antica chiesa di S. Rocco (fine ‘400 – primi ‘500)

Loc. Saiano

Villa “La Gallinazza” 

Padergnone

Torre colombaia

Padergnone

Palazzo Bettoni (ampliamenti successivi e rifacimenti   contemporanei)

Loc. Muraga

  • PERIODO      DELLA DOMINAZIONE VENETA

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Villa Mondella (‘600) con cappella di S. Filippo Neri 

Loc. Delma (loc. Muraga)

Casa - Istituto S. Giuseppe

Loc. Muraga

Villa Fenaroli (primi decenni del Settecento, ma con   rifacimenti del 1880)

Loc. Delma

Pilastri d’ingresso in pietra di Sarnico ('600)

Loc. Corneto

Chiesa di S. Maria degli Angeli (1532)

Loc. Calvario

Chiesa di S. Maria degli Angeli (1532)

Loc. Corneto (via Corneto)

Santella (affreschi del ‘600; restauri successivi)

Loc. Valzina

Palazzo Salvi (seconda metà ‘700)

Loc. Saiano

Villa Costanza

Loc. Saiano

Chiesa di S. Salvatore (prima metà ‘600)

Loc. Saiano

Guardiola cilindrica (‘600)

Padergnone (via Tiego)

Formella – santella (1558)

Padergnone

  • OTTOCENTO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Rocca (fine ‘800)

Loc. Rodengo

Torri colombaie c/o “La Monticella” (fine ‘800)

Loc. Saiano (Monticella)

  • NOVECENTO

Sito / Luogo 

 Paese / Località

Cappella “del Monte della Madonna Immacolata” (1915; restauro   recente)

Loc. Calvario (collina)

Chiesa parrocchiale di Cristo Re (1930; consacrata nel 1946)

Saiano

  

Altri siti e luoghi del comune

 

  1. Chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari, Rodengo.
  2. Chiesa parrocchiale di S. Rocco, Padergnone.
  3. Loc. Delma: Palazzo Bettoni, Casa Bianchi, Casa Ripamonti – Tocchini.
  4. Loc. Corneto: mulino di Corneto, mulino Fenaroli, ingresso al frantoio, santelle,      mulino “Corneto”, mulino di Cantarana, mulino Benaglia.
  5. Loc. Saiano: La Monticella.
  6. Loc. Pedenaga: portali d’ingresso ad abitazioni, santella “La Santa”, abitazioni con      loggiato e con corte c/o Ponte Cingoli, mulino di Ponte Cingoli, seriola Molinaria e      fiume Gandovere, villa “La Cobatola”, villa Piotti.
  7. A Padergnone: portali e cancellate d’ingresso di abitazioni.
 

 

Parrocchia di Cristo Re

 

LA PARROCCHIA. di Cristo Re è stata istituita nel 1866

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Chiesa Parrocchiale CRISTO RE

LA PARROCCHIA DI SAIANO

Il territorio appartenne probabilmente alla Pieve della Cattedrale di Brescia, gravitando prima su Iseo ed infine su Gussago.

Scartata la tradizione che la vita religiosa si sia poi incentrata intorno alla chiesa di S. Dionigi che, secondo una tradizione raccolta dal Caprioli, sarebbe stata fondata da Carlo Magno nel 779, il primo documento che si conosce è il rogito redatto il 3 aprile 1019.

Nel 1019 sembra che in questo territorio sorgesse un castello o un piccolo borgo fortificato, all’interno del quale venne eretta una cappella ufficiata da un sacerdote e dedicata a San Salvatore. Il nome dato alla primitiva cappella è dovuto al controllo sul territorio della Badia di Leno.

Nel sec. XIV dovette sorgere una chiesa più ampia eretta in parrocchia

Le origini della parrocchia vengono fatte risalire al sec. XIV quando la chiesa era affidata ad un rettore-parroco mantenendosi così indipendente dal monastero di Rodengo.

La prima investitura di cui si abbia documentazione è un atto notarile del 1379 con il quale il prevosto di Gussago conferisce la rettoria di San Salvatore al sacerdote Ranuzio di Todi, destinato a succedere a don Lorenzo de Lagaimaro.

È ormai comunque certo che la prima parrocchiale di Saiano sorse in epoca longobarda, come hanno rinvenuto gli scavi archeologici da poco conclusi, in occasione del restauro della chiesa di San Salvatore.

Passano alcuni decenni e in un documento del 6 febbraio 1461è registrato un cambio di terreni del beneficio fra il rettore di Saiano don Guidone de Scaribiis de Parma con certo Nicolino Botteri di Saiano.

 Di notevole rilievo la costruzione dal 1588 accanto alla chiesa di S. Maria degli Angeli di un convento di Terziari Regolari Francescani sostituiti poi dai Minori Francescani Osservanti.

Nel territorio sorgono chiese come quella di S. Dionigi già ricordata nel 1355 e nel 1461, di S. Rocco (1513).

Nel 1534 viene terminata la chiesa di S. Maria degli Angeli, accanto alla quale sorgerà il convento francescano, mentre nella frazione di Muraga sorgeva l'oratorio di S. Antonio abate.

 

Nel 1567, il vescovo di Brescia Mons. Bollani, durante una sua visita ordinò di abbellire la chiesa elencando i lavori da fare.

La parrocchia assunse sempre più precisi connotati pastorali dopo il Concilio di Trento.

Nel 1581 venne anche visitata da San Carlo Borromeo che ordinò una

nuova pala per l’altare maggiore oltre all’esecuzione di altri lavori (come il battistero) per rendere la chiesa più decorosa.

In questo anno è presente anche la Confraternita del SS. Sacramento; nel 1583 venne eretto il Monte di Pietà.

Non mancano momenti di crisi.

Il 5 dicembre 1601 il rettore parroco viene decapitato sulla pubblica piazza di Brescia con l'accusa di "monetario" (cioè usuraio) ed altro. 

Superato il tempo del disgraziato parroco, agli inizi del sec. XVII, la parrocchia conta in don Giov. Francesco Fiorentini un sacerdote zelante, studioso e poeta, autore di opere apprezzate. Del resto il prestigio della parrocchia è confermato dall'erezione in vicaria foranea, che nel 1611 abbraccia le parrocchie di Rodengo, Ome, Ronco, Gussago, Sale di Gussago e Cellatica. 

Nella prima metà del sec. XVII i nobili Fenaroli costruiscono accanto alla villa di Corneto l'oratorio di S. Teresa, ma soprattutto ciò che più conta è la ricostruzione della chiesa parrocchiale.

Un segno considerevole della loro presenza lasciarono i Padri della Pace, che ebbero a Saiano "la più diletta" loro villeggiatura con casa padronale, abitazione del massaro e 35 piò di terra, lascito disposto in data 23 luglio 1641 del fratello laico Marco Rizzini (m. 4 gennaio 1650) già notaio prima di entrare in Congregazione.

 I beni vennero ingranditi con acquisti in contrada Muraga fatti dal 1651 al marzo 1688.

Sempre nel 1641 i Padri della Pace, che possedevano dei terreni in Saiano ed erano quindi presenti sul territorio, con un congruo lascito contribuirono alla ricostruzione della chiesa parrocchiale nelle attuali linee di stile barocco a tre navate.

La generosità dei padri si solidificò con la collaborazione alla vita pastorale e alla erezione dell’oratorio di San Filippo Neri.

A premio di tanta attività e di così intenso lavoro pastorale il 2 febbraio 1686 venne chiesta e ottenuta l’erezione dell’arcipretura di Saiano, “per la bellezza della Chiesa, la presenza di tre Oratori oltre alla chiesa e il convento dei padri minori di San Francesco, nonché per la grande fede della popolazione.”

Nel 1648 è presente la Confraternita della Madonna del Rosario.

 

Il parroco don Francesco Capitanio, tra il 1671 e il 1685, stendendo una relazione da inviare al vescovo di Brescia, testimoniò che “...l’attuale chiesa fu costruita e ridotta in forma migliore sulla vecchia distrutta ...”

A premio di tanta attività e di così intenso lavoro pastorale il 2 febbraio 1686 veniva chiesta e ottenuta l'erezione dell'arcipretura di Saiano e ciò in vista del fatto, come scriveva il vicario foraneo del tempo, che la terra di Saiano "è competentemente grande, nella quale vi sono diverse Famiglie Nobili e numerose, e la chiesa Parrocchiale della medesima terra è assai bella, ed à quattro altari, e tra i confini della medesima parrocchia vi sono tre Oratori, oltre la chiesa e convento dei Padri Minori Osservanti di San Francesco, nel quale vi abita continuamente buon numero di Religiosi Sacerdoti".

Nel 1697 la bottega del Fantoni dotò la chiesa di una statua dell’Addolorata e prima ancora di un crocefisso (forse colorato). 

Nel 1792, il parroco don Palmerino Fattori di Montichiari, dottore in teologia e professore di filosofia, acquistò una casa presso la chiesa parrocchiale per sistemarvi la Scuola.

Nel 1872 il parroco è don Pio Martinelli che testimoniava: «che la popolazione è buona nella sua gran maggioranza, piena di fede... Questo paese poi ha la fortuna d'avere buoni e cristiani Signori nelle rispettabilissime famiglie conti Francesco Bettoni, sindaco e nob. Lelio Fenaroli, i quali colla parola e coll'esempio sono di comune edificazione»

Dopo decenni di quiete e di ordinaria amministrazione la vita parrocchiale ebbe un rapido risveglio sulla fine dell'800. 

Gli successe nel 1887 don Giacomo Mazzoldi, ma questo parroco non era gradito ai cittadini di Saiano che ne contestano la nomina; venne accettato come parroco solo dopo l’intervento del beato Don Giovanni Piamarta

Nel 1893 venne nominato Parroco don Giuseppe Garbelli che, fino al 1906, svolse un servizio particolarmente attivo: a lui si deve la nascita della Congregazione della Madri Cattoliche, delle Figlie di Maria, degli oratori maschile e femminile.

Nel 1898 ebbe una grande intuizione e, aiutato da alcune famiglie del paese, fondò il primo Asilo infantile.

All’inizio, l’asilo, intitolato a Re Umberto I e retto dalle suore Poverelle, era collocato in un fabbricato del beneficio e, dieci anni più tardi - 1908 - , venne ampliato e dotato di uno statuto nel 1906, quando fu eretto in Ente Morale, statuto modificato nel 1938 e nel 1991.

Successivamente, nel 1956, viste le esigenze della popolazione venne costruito un nuovo edificio più spazioso, grazie anche all’intervento delle sorelle Anna e Maria Fenaroli, a cui venne dedicato. 

La struttura riesce a soddisfare le esigenze della popolazione fino al 2002, quando, a seguito dell’evoluzione storica delle tre Parrocchie del territorio e del notevole aumento della popolazione, l’Amministrazione Comunale, in convenzione con l’Ente Morale, costruisce un nuovo edificio, più accogliente e funzionale, sempre nelle vicinanze della Chiesa parrocchiale. 

 L'8 ottobre 1899 p. Bonaventura Ghitti da Borno erigeva una Congregazione conventuale del Terz'Ordine Francescano che andò aumentando raggiungendo nel 1926 il suo "periodo aureo" per la commemorazione del centenario francescano. Parallelo al risveglio della vita religiosa e devozionale fu quello sociale assistenziale.

Nel 1907 si insediò il nuovo Parroco Don Giambattista Salvi.

Nel 1909 il parroco don Salvi dava vita alla Casa S. Giuseppe gestita dalle Ancelle di S. Marta più conosciute col nome di Suore Bianche di Saiano. A cinquant'anni dalla fondazione la casa accoglieva ancora ben 83 ospiti interne e più di 90 collaboratrici esterne. L'apostolato sulla fine dell'800 e, specialmente nei primi decenni del '900, si adeguava a nuove esigenze.

Sotto la sua guida, la parrocchia svolse molta beneficenza, soprattutto nei momenti difficili, organizzando aiuti durante gli inverni rigidi (come quello del 1911) ed allestendo una cucina gratuita presso l’asilo infantile per 120 giorni l’anno a favore dei bisognosi.

A Saiano si stanziarono anche le Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria. 

Nell’ottobre del 1927, durante un pellegrinaggio a Lourdes, per ringraziare della salute ritrovata, a don Salvi venne l’idea di costruire una nuova chiesa parrocchiale.

Abbandonata l’idea iniziale di un’imitazione del Santuario di Lourdes, il disegno venne steso dall’ing. Mario Piotti, aiutato da Beniamino Andreis, che avrebbe in seguito assunto i lavori di costruzione.

Nonostante numerose difficoltà, il progetto si concretizzò nel 1929 e le fondamenta furono gettate nel Settembre 1930.

Da subito, l’iniziativa venne sostenuta dall’entusiasmo della popolazione che prestò manodopera, si sottoscrisse per oblazioni ed assicurò lavoro gratuito, nonostante l’avversione delle autorità politiche del tempo.

Ci sono testimonianze che raccontano che, per esempio, le autorità proibirono l’offerta libera delle operaie della Casa San Giuseppe: “...Don Salvi consegnò nelle mani della Superiora le 2025 lire raccolte fino ad allora dalle operaie, e la vicenda si chiuse ufficialmente in questo modo. A sera, all’uscita dalla fabbrica, le operaie rimisero insieme i soldi restituiti e li riconsegnarono segretamente al parroco...”.

L’opera continuò grazie ad aiuti crescenti di tutti i parrocchiani, ai lavori di disoccupati sfamati in parrocchia, a offerte di beneficenza e forniture gratuite di materiale, superando gravi difficoltà.

Una parrocchiana ricorda: “La chiesa è stata costruita da tutta la comunità che, oltre a versare offerte, ha partecipato nel lavoro: per esempio i ragazzi andavano a raccogliere le pietre nel Gandovere, mentre le bambine passavano per le case a ritirare le uova che venivano poi vendute. E’ stato raccolto tanto rame per la statua di Cristo e molte nonne hanno offerto il loro oro per fare l’ostensorio.”

A fianco della Chiesa, vennero costruite anche la Sacrestia e alcune aule per il catechismo.

L’occupazione del cantiere da parte delle truppe tedesche, la morte di don Salvi (1944), e le vicende belliche rimandarono fino all’ottobre 1945 l’inaugurazione della Chiesa che venne poi consacrata il 19 ottobre 1946 da Mons. Tredici e dedicata a Cristo Re.

Da un articolo del Giornale di Brescia del tempo, leggiamo: “...così Saiano vedeva avverati il grande sogno del compianto suo arciprete don Salvi, che fece costruire la bella chiesa di Cristo Re con la cooperazione di tanti benefattori piccoli e grandi e col concorso unanime di tutta quella buona popolazione a testimonianza di quali grandi opere si possono compiere nel segno di una grande fede.”

Per capire l’affetto che la popolazione continua a nutrire per don Salvi, basti pensare che, nel 1970 venne inaugurato, nella piazza antistante la Chiesa, un monumento a suo ricordo.

Nel 1944 venne nominato parroco don Domenico Rossini che, con impegno e passione, continuò a curare e sviluppare la realtà già esistente.

Dal 1971 al 1991 fu parroco don Giovanni Codenotti. Questi i suoi ricordi: “Quando sono arrivato a Saiano sono stato accolto benissimo e ho trovato una comunità molto fedele, con una partecipazione buona. Il mio intento era quello di sostenere le tradizioni, credevo molto nell’importanza delle feste: la processione della Madonna Addolorata che si svolgeva in settembre; la processione del Corpus Domini.

Un momento particolare che ricordo è stata nel 1985 la benedizione delle tre campane nel campanile verso est da parte del Vescovo ausiliare Monsignor Vigilio Mario Olmi.”.

Don Giovanni, oggi, raggiunta l’età del riposo, vive all’Abbazia, ospite dei monaci olivetani e con loro esercita il proprio ministero. Molte sono le persone di Saiano che, ricordando la ricca esperienza vissuta con lui in parrocchia, passano spesso a salutarlo.

Dal 1991 parroco di Saiano è don Angelo Marini che, tuttora in carica, continua nella sua opera pastorale e nella cura della Chiesa.

Molto importante è il contributo che don Angelo ha dato al recupero della vecchia chiesa di San Salvatore. I primi accordi fra Amministrazione Comunale e Parrocchia erano stati presi già nel 1986 dall’allora Parroco don Giovanni. Dopo i lunghi lavori di ristrutturazione, nel 2002 viene inaugurato il centro culturale San Salvatore che ospita molte interessanti manifestazioni rivolte a tutti i cittadini di Rodengo Saiano.

 

 

LA NUOVA CHIESA PARROCCHIALE.

È intitolata a Cristo Re.

L'idea di una nuova chiesa parrocchiale venne a don Salvi durante un pellegrinaggio per la ritrovata salute compiuto a

Lourdes nell'ottobre del 1927.

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 Pensò ad una chiesa nuova «che avesse ad assomigliare ne la facciata, per la torretta ornamentale a quella, per collocarvi nelle tre campate da praticare, la statua di Cristo Re ne la superiore, de l'Immacolata ne la seconda, di S. Giuseppe ne l'inferiora».

 L'idea si andò concretizzando nel 1929 attraverso difficoltà ma sostenuta dall'entusiasmo della popolazione che prestò manodopera, si sottoscrisse per oblazioni e lavoro gratuito, nonostante l'avversione delle autorità politiche del tempo che proibirono il lavoro gratuito delle operaie della Casa di S. Giuseppe.

 Il disegno della nuova chiesa (abbandonata l'idea di don Salvi di un'imitazione del Santuario di Lourdes) venne steso dall'ing. Mario Piotti.

Il progetto di stile romanico lombardo che il 29 agosto 1930 l'autore tracciò aiutato da Beniamino Andreis, che avrebbe assunto i lavori di costruzione, iniziò con le fondamenta della chiesa, che furono gettate a partire dal settembre 1930 mentre il 4 ottobre 1930 veniva benedetta dal vescovo ausiliare mons. Bongiorni la prima pietra.

I lavori procedettero a ritmo serrato, sorvegliati dal geometra Valerio Ricci, dell'Ufficio Tecnico di Brescia che assecondò in ogni modo la costruzione.

Nonostante il fallimento dell'Unione Bancaria Nazionale presso la quale don Salvi aveva depositato tutti i suoi risparmi e quelli della parrocchiale, dei quali venne ricuperato circa il 25 per cento, l'opera continuò grazie ad aiuti crescenti di imprenditori, lavori di disoccupati sfamati in parrocchia, di offerte di beneficenza, superando gravi difficoltà.

Pur con modifiche al primitivo progetto avvalorate da mons. Polvara della Scuola Beato Angelico di Milano e nuove iniziative di finanziamento, la chiesa veniva completata grazie a crescenti offerte, forniture di materiali, pesche, acquisti facilitati oltre che a modifiche di progetti affi

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date all'ing. Angelo Buizza.

Nel frattempo nel settembre 1934 le opere di completamento procedettero con rapidità mentre venivano eseguiti lavori di abbellimento come il portale affidato allo scultore Vincenzo Vinatzer della Val Gardena, il rosone e il cornicione ad opera dello scultore Dante Gatti di Virle Treponti, la statua di Cristo Redentore, commissionata nel 1935 al cesellatore Riccardo Politi, da porsi poco sotto il timpano della facciata consegnata nell'agosto 1940, ecc.

 Al contempo venivano eseguite suppellettili fra le quali un ostensorio opera dello scultore Ippoliti.

Nel 1937 la prosecuzione dei lavori venne assunta dall'ing. Angelo Buizza che completò l'abside mentre nei primi mesi del 1938 veniva ultimata la navata il cui soffitto venne dipinto con motivi divisi e squadrati geometricamente da Vittorio Trainini.

 Nello stesso 1938 vennero realizzati il pavimento, le due torri delle quali una campanaria ed una destinata all'orologio pubblico finita nell'estate 1939, attivata solo nel 1946.

 

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Sempre nel 1938-1939 la, chiesa venne decorata da Vittorio Trainini, e completata da Eligio Agriconi mentre lo stesso Trainini dipingeva sul frontone del presbiterio il Cristo Crocifisso, la Madonna e S. Giovanni fra una teoria di angeli con una frase musicale che negata dal Perosi venne scritta da mons. Giuseppe Gallizioli.

Mentre iniziative di ogni genere venivano incontro al finanziamento dei lavori, dal 1940 venivano realizzate, adiacenti alla chiesa, la sagrestia e le aule di catechismo.

 Al contempo venivano ultimate opere di completamento alla chiesa quali le balaustre ricche di simboli, eseguite da Giuseppe Cedroni di Cazzaniga (Bergamo), la Via Crucis terminata dallo scultore Vinatzer nel maggio 1941, le porte laterali e quella maggiore proveniente dalla parrocchiale di Botticino, il Battistero disegnato dall'ing. Buizza e con coperchio del cesellatore Giuseppe Cedroni.

Nel gennaio 1943 veniva affidato al pittore Giuseppe Volpini il grande affresco dell'abside raffigurante Cristo Re.

L'occupazione da parte delle truppe tedesche, la morte di don Salvi il 21 febbraio 1944 e le vicende belliche rimandarono fino all'ottobre 1945 l'inaugurazione della chiesa che venne poi consacrata il 19 ottobre 1946 da mons. G. Tredici.

 Nella chiesa il 15 novembre 1970 veniva inaugurato un monumento a don Giovanni Salvi.

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 Nel novembre 1989 qui veniva inaugurata la cappella dei combattenti affrescata, a ricordo di Beppino Andreis, da Giacomo Gelfi con la collaborazione di Francesco Andreis e Carlino Bonometti con al centro la figura di Cristo che ha ai piedi le bandiere di guerra.

Nel 1993-1994 Giacomo Gelfi realizzava scene bibliche.

Sempre nel 1994, per iniziativa dell'arciprete don Marini veniva restaurato, dalla bottega Poisa, il grande Crocefisso del Fantoni e posto dietro l'altare maggiore.

Nel 1995 nell'abside della parrocchia O. Di Prata aggiunse due episodi della vita del ven. Lodovico Pavoni.

Tra le santelle è notevole quella dedicata alla Madonna, edificata in viale dei Tigli nel 1937, restaurata poi da Davide Piubeni.

 

 

 

 

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L'oratorio di Saiano

Le ultime ristrutturazioni sono state effettuate nel 1999 grazie ad una convenzione con il Comune di Rodengo Saiano. Ampi locali del cascinale oratoriale sono stati dati in comodato d'uso gratuito, per 15 anni, al corpo musicale A. Raineri e a tutti coloro che sono vicini o vogliono avvicinarsi alla musica. Possibilità di utilizzo per il Comune per 10 anni, per 10 volte l'anno, della sala cinema-teatro.

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La chiesa del Salvatore o della Trasfigurazione ora Centro Culturale

Alla prima cappella registrata nei documenti del 1019 ne venne costruita una nuova forse nel sec. XV. È nominata negli atti della visita del vescovo Bollani (16 ottobre 1567) come dedicata al SS. Salvatore e a S. Giacomo.

Il visitatore ordina tra l'altro di "costruire i gradi all'altare maggiore, la predella presso la mensa, le secrete di legno sull'altare, rinnovare i due altarini ai lati dell'altare maggiore, imbiancare la chiesa, mettere il pavimento all'altare di S. Dionigi e chiudere la cappella con cancelli.

All'altare di S. Brigida si sostituisca il battistero". S. Carlo B. (1581) da parte sua ordina una nuova pala dell'altare maggiore, di terminare la cappella di S. Bernardino da Siena poi dedicata anche a S. Lodovico e posta sotto il patronato di Lodovico Violini.

Ad essa venne aggiunta la cappella del SS. Sacramento in seguito scambiata con la prima mentre nel 1648 compare anche l'altare del S. Rosario.

 La chiesa venne poi ricostruita nelle attuali linee di stile barocco a tre navate verso la metà del Seicento e in seguito consacrata.

Il Faino nel 1658 segnala la chiesa di Saiano come dedicata alla Trasfigurazione del Signore e dice che aveva quattro altari. Mons. Gradenigo nel 1686, elevando la chiesa parrocchiale in arcipretale, dice che è elegantemente costruita e con tre altari, oltre, ben inteso, la cappella maggiore.

L'altare della B.V. Addolorata lo troviamo eretto nel 1766 dalla comunità di Saiano.

Per la chiesa di Saiano la bottega dei Fantoni a Rovetta (Bg) eseguiva un Crocefisso forse colorato, poi nel 1697 una statua dell'Addolorata della quale nel museo di Rovetta esiste una terracotta verniciata, nei 1707 un crocefisso "pieghevole con filetti d'oro da riporre in un baule" (opera dispersa).

La statua della Madonna Addolorata alta 1 m. e 70 cm. ricomparve alla luce nel 1992 riscoperta dal parroco don Marini che la fece restaurare dalla bottega Poisa di Brescia.

Tra le pale della chiesa spiccava quella dell'altare maggiore, raffigurante la Trasfigurazione.

Restaurata nel 1993 per iniziativa del parroco don Marini da Leonardo Gatti la pala (159x219) raffigurante l'Ultima Cena si rivelò opera di Gerolamo Ferabosco e da lui firmata e racchiusa in una cornice barocca restaurata da Pietro Serlini di Padergnone.

Solo nel 1986 venne avanzato un piano di recupero, perseguito a partire dal 1992 dal parroco don Angelo Marini, dal Consiglio comunale, ecc.

Fin dagli anni '20 del sec. XX la chiesa si rivelava inadeguata.

 Il parroco don Salvi nel 1929 scriveva: «L'attuale chiesa ha tre navatine, le due laterali sono basse e senza luce; ha un solo ingresso laterale, manca di adiacenze che ci necessitano per catechismi e custodia robe; l'apparato del triduo - classico barocco dorato - è riposto sotto i tetti; dinnanzi la porta maggiore non vi sono che quattro metri di spazio e vi si erge il palazzo Bettoni, più alto de la facciata della chiesa, palazzo che prosegue al lato S a distanza di un metro (...) sicché la povera chiesa, oltreché essere barricata da ogni lato, a S non piglia mai il sole...».

 Il patrimonio della "vecchia" chiesa (Madonna in legno del Fantoni, crocifisso ligneo, candelabri, reliquiari in argento) venne fatto restaurare dal parroco Angelo Marini.

Realizzata la nuova chiesa e da essa sostituita nell'ottobre 1945, la vecchia chiesa venne utilizzata come magazzino, deposito, garage ecc.

Con una precisa convenzione sottoscritta nel 2000 tra il Comune di Rodengo Saiano e la Parrocchia di Saiano è stato possibile per il Comune finanziare l'opera di ristrutturazione della ex chiesa parrocchiale ora Centro Culturale.Un'opera che per 40 anni è lasciata alla piena disponibilità del Comune stesso. Possibilità per la Parrocchia di utilizzo dei locali 4 volte l'anno.

 

La struttura  è fruibile da tutti, con finalità peculiari che non sono soltanto educative sul piano religioso, ma sono anche ricreative e formative per tutti nessuno escluso.

 

Lo scavo quasi completo dell'ex parrocchiale di Saiano, condotto nel 2000 preliminarmente al recupero come sala pubblica, ha portato alla luce una stratificazione archeologica di spessore e antichità insospettati. All'interno dell'edificio seicentesco sono stati rinvenuti i resti della chiesa romanica a tre navate e di una precedente aula monoabsidata identificabili con la parrocchiale situata nel castello medievale. Al di sotto di queste strutture è tuttavia emerso anche un vasto edificio residenziale, databile tra V e VI secolo, che nella sua ultima fase fu intensivamente utilizzata come cimitero cristiano.
 
Il ritrovamento negli strati più profondi di un gran numero di tessere di mosaico attesta inoltre che nelle immediate vicinanze doveva preesistere anche una villa di età romana. Il caso di Saiano, ultimo in ordine di tempo fra i ritrovamenti di siti paleocristiani nella diocesi, costituisce pertanto un'ulteriore preziosa conferma della frequenza dell'erezione dei primi luoghi di culto cristiani presso le grandi residenze rurali d'età tardoantica e della continuità di insediamento fra molti abitati tardoantichi e i villaggi fortificati del medioevo.
 

 

 
 
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Ex abitazione Rossini ex  Accademia Musicale  ora Canonica

Sempre con convenzione con il Comune di Rodengo Saiano è stata ristrutturato, nel 2000, l'immobile situato dietro la chiesa destinandolo, per 10 anni, in comodato d'uso gratuito all'Accademia Musicale "sette note" e a tutti coloro che sono vicini o vogliono avvicinarsi alla musica.

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